ADDIO ILIO
Ilio Raffaelli, sindaco di Montalcino dal 1960 al 1980 e grande custode delle memorie della terra del Brunello, ci ha lasciati
Di Donatella Cinelli Colombini
Desidero ricordare, con affetto e gratitudine, Ilio Raffaelli un grande montalcinese a cui tutti dobbiamo molto.
Fa parte di quella generazione di pionieri che, cinquant’anni fa, con pochissimi mezzi ma tantissima intelligenza, tenacia e coraggio, misero le basi del successo odierno di questa terra. Rimasero mentre tanti andavano in città in cerca di fortuna. Vide nell’agricoltura una prospettiva quando la maggioranza puntava sull’industria. Nei momenti difficili non si arrese dando l’esempio e soprattutto mostrandosi sempre orgoglioso delle proprie radici.
Questo era Ilio Raffaelli, un uomo piccolo, con un volto che sembrava scolpito dalla fatica e degli occhietti sempre vigili. Ilio diceva sempre ciò che pensava e sapeva rimproverare se pensava che fosse utile per Montalcino.
Ho dei bellissimi ricordi di lui. Quando decisi di ricostruire nel bosco la capanna dei boscaioli e la carbonaia per valorizzare la figura del “brigante” Bruscone fu lui a realizzare il progetto e a farmi scoprire un mondo che sembrava lontano di secoli ed era invece quello dove Ilio stesso era cresciuto <<i boscaioli partivano dal paese con la porta legata sulle spalle e il resto della capanna lo costruivano da soli nel bosco …. Le mogli stavano con i loro uomini e partorivano lì …. i bambini imparavano usando filastrocche, canti … >>. Quando lo scrittore, premio Nobel per la letteratura, Saul Bellow, trascorse un periodo dalla mia famiglia a Montalcino, lo portai da Ilio Raffaelli nell’accampamento boscaiolo che aveva costruito e Bellow ne rimase colpito. Lo stupì il modo con cui un passato quasi medioevale e un presente orientato al futuro riuscivano ad essere su uno stesso binario. Questo era Ilio Raffaelli