IL MIO VINITALY
VI RACCONTO UN VINITALY TRABOCCANTE DI OPERATORI ESTERI E DI MINISTRI, CHE HA DATO OTTIMISMO ALLE CANTINE MA ANCHE VALORIZZANDO I NUOVI TREND NO ALCOL
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Credevo che per me sarebbe stato il Vinitaly delle lacrime e invece è stato il Vinitaly degli abbracci. L’abbraccio del mondo del vino che mi sommerge di affetto. Avevo paura che mi facesse crollare e invece mi ha dato forza. Grazie!
DONATELLA WINE BLOGGER A VINITALY 2024
Sono a Vinitaly 2024 come wine blogger, ho l’accredito da attaccare al collo e posso entrare nella sala stampa. Devo quindi guardarmi intorno con occhi più esplorativi. Non sono andata alle cene e alle feste serali, non sono andata a Vinitaly in the City che anima le piazze di Verona con musica, assaggi, sport arte e cucina… quelli non posso raccontarveli. Ma la fiera me la sono fatta tutta cercando di capire come le cantine reagiscono alla crisi all’orizzonte e approfittano dell’enorme numero di 30.000 buyers di cui 1.200 top buyer provenienti da 140 Paesi esteri. Considerando che le cantine espositrici sono 4.000, nessuna è tornata a casa a mani vuote neanche imprese come noi che hanno già ottimi rapporti in 44 nazioni straniere e considerano Vinitaly quasi solo come una vetrina. Ovviamente questo succede se la fiera è stata preparata bene via telefono e mail ma, soprattutto, se Vinitaly viene sviluppato dopo ricontattando (per anni) tutti i buyers, nella convinzione che alla fine compreranno. L’epoca in cui si andava in fiera accalappiando i buyer che passavano davanti allo stand è finita da anni anche perché Veronafiere offre un sistema di matching digitale che permette di fissare appuntamenti con i compratori prima e durante Vinitaly.
In effetti, fino dal primo giorno, il numero di operatori presenti in fiera è enorme, gli stand sono pieni e, in alcuni padiglioni, è persino difficile camminare nei corridoi.
30.000 BUYER PER 4.000 CANTINE TANTE OPPORTUNITA’ PER TUTTI
La cosa più impressionate è il caldo estivo. Mia figlia Violante è l’unica uscita con cappotto e sciarpa ma tutti gli altri sono in maglietta.
All’ingresso di Vinitaly c’è la spettacolosa esposizione delle opere provenienti dal Museo del Vino dei Lungarotti a Torgiano e la sala immersiva, con immagini e suggestioni del vigneto Italia mentre il pavimento pare un mosto in ebollizione e si riempie di un perlage spumeggiante a ogni passo.
Colpisce l’enorme numero di 400 degustazioni, convegni e masterclass, oltre alla pioggia di comunicati stampa. Come se tutti aspettassero Vinitaly per presentare qualcosa di nuovo. E’ strano perché poi tutti vengono a Verona per fare business e quindi lo sforzo in comunicazione e marketing finisce per diventare un brusio di fondo. Condivido l’opinione di Alessandro Regoli di WineNews: la comunicazione va fatta tutto l’anno non concentrata a Vinitaly.
TANTI MINISTRI E TANTI GIORNLISTI ANCHE PER INTERVISTE SUI CANALI TV
Ci sono tantissimi Ministri compreso la Premier Giorgia Meloni. Francesco Lollobrigida ha riunito anche i rappresentanti politici di 30 Paesi esteri nel tentativo di arginare l’attacco al vino e di mettere l’accento sul nuovo protagonismo della gente di campagna. Del resto, gli applausi ai trattori dei mesi scorsi dimostrano una simpatia ai “contadini moderni” che nessuno si aspettava.
Ci sono tantissimi giornalisti e redazioni di giornali attrezzate con spazi per interviste radiofoniche e televisive. Una nuova modalità di comunicazione che corrisponde ai canali social e TV delle maggiori testate. C’è anche la troupe di Report e ci viene detto <<se vi chiedono un’intervista parlate poco e con frasi chiare e brevissime>>.
A Vinitaly ci sono anche le bevande NO ALCOL che hanno un trend favorevole in tutto il mondo. Non li avevo mai assaggiati e ho sfruttato l’occasione trovandoli molto dolci. Lo spumante alcohol free a base di moscato o il Più Spritz hanno le bollicine ma anche un “effetto caramella”, c’è anche il Riesling di Hofstätter ma forse non è nelle mie corde.
DONNE DEL VINO E TURISMO DEL VINO
Le Donne del Vino con lo stand disegnato dalla toscana Federica Cecchi e presentano 3 progetti: un podcast alla scoperta dell’universo femminile, in collaborazione con la Regione Puglia e la mano della wine blogger Laura Donadoni. Il progetto con i Sommelier AIS finalizzato a ricordare i due femminicidi fra le Donne del Vino e incrementare la presenza femminile fra i sommelier con corsi gratuiti per giovani particolarmente meritevoli. Infine lo spettacolare viaggio nel vino delle Marche in programma dal 20-24 giugno. A questo si aggiunge la presentazione della ricerca sul vetro leggero realizzata da Marta Galli dell’Università Cattolica, per le Donne del Vino toscane su un campione nazionale di produttrici DDV.
Gli stand più grandi e nuovi sono nel padiglione Puglia e mostrano l’intraprendenza e il coraggio che anima le migliori cantine della regione.
Il turismo del vino è uno degli argomenti forti del Vinitaly 2024 che ospita anche una carrozza dell’Orient Express, il leggendario treno che nei prossimi mesi viaggerà nelle zone del vino.
Sulla convegnistica due appuntamenti clou: la presentazione del libro Enoturismo 4.0 (dove una parte è anche mia) da parte di Dario Stefano vero regista di questa pubblicazione e professore alla Lumsa e alla Luiss di Roma ma soprattutto autore della normativa che autorizza la wine hospitality nelle cantine turistiche. Il convegno di Roberta Garibaldi con gli esiti del suo nuovo sondaggio sull’enoturismo a cui io prendo parte portando la voce delle donne super protagoniste dell’accoglienza turistica frale botti.
Infine i premi: Quello Vinitaly (che ho avuto anch’io qualche anno fa) a Bruce Sanderson di Wine Spectator e quello dei Grandi Cru a Piero Antinori entrambi meritatissimi.
Chiudo con due chicche ascoltate al convegno dell’Accademia della Vite e del Vino. Il professor Giorgio Palù << Da un punto di vista scientifico l’unica cosa certa è che essere astemi accorcia la vita>> e poi Oscar Farinetti <<l’unico vino naturale è l’aceto>>.