
Lucio Tasca d’Almerita ci ha lasciati
Un pioniere e un paladino del grande vino di Sicilia e dell’Italia del grande vino. A lui va la nostra gratitudine e la nostra preghiera

Lucio Tasca d’Almerita
di Donatella Cinelli Colombini
Lucio Tasca d’Almerita era un bellissimo uomo, elegante nell’aspetto e nei modi. Faceva parte di quell’aristocrazia siciliana attaccata alla terra ma allo stesso tempo colta, innovativa e internazionale.
Mi ricordo la loro casa di Roma piena di mappamondi. Mi ricordo i libri di ricette di Anna Tasca d’Almerita con i piatti poveri della tradizione sicula e quelli ricchi dei monsù, cuochi delle grandi famiglie. Mi ricordo l’intelligenza e la gentilezza di Giuseppe Jr. che condivise con me gli esordi del Movimento del Turismo del Vino. Mi ricordo Lucio Tasca d’Almerita a cena con Jancis Robinson, James Suckling e Piero Antinori. Cena in cui ero talmente intimidita dai commensali che non riuscii a dire cose sensate ne in italiano ne in inglese.
Ricordo soprattutto, durante i miei primi viaggi di lavoro negli Stati Uniti, la scoperta della monumentale reputazione dei vini Regaleali. Ogni volta che mettevo il Brunello in un bel ristorante loro erano già li.
La morte di Lucio Tasca d’Almerita lascia un vuoto grande nel mondo del vino italiano. Pian piano la generazione dei capitani coraggiosi che hanno rotto il monopolio francese dei vini di lusso aprendo le strade del mondo ai fine wines italiani, ci lascia. Ed è una grande tristezza
Ad Alberto e Giuseppe Tasca d’Almerita invio le mie condoglianze nella convinzione che sapranno onorare la memoria del loro grande padre continuandone l’opera.