Donatella Cinelli Colombini

TURISMO DEL VINO, TENDENZE E MADE IN ITALY

MAURIZIO GABRIELE DI THE UNIQUE RIVISTA DI PERSONAGGI, LUOGHI, PRODOTTI, STILI DI VITA E TENDENZE, INTERVISTA DONATELLA CINELLI COLOMBINI SUL TURISMO DEL VINO

Donatella e Violante Cinelli Colombini

Donatella e Violante Cinelli Colombini

di Donatella Cinelli Colombini #winedestination 

Nelle interviste quello che fa la differenza sono le domande. Le risposte sono piatte se la persona intervistata non ha niente da dire ma soprattutto se le domande sono quelle più banali. In pochi casi, e questo è un esempio, le domande di Maurizio Gabriele sono interessanti e quindi le risposte sono interessanti. Pe questo ho chiesto di postarle l’intervista anche nel mio blog rimandando a The Unique Magazine per la lettura di tutti i bellissimi pezzi che ci sono prima e dopo quello che mi riguarda

COME CAMBIA CANTINA APERTE

1. Nel 1993 hai inventato “Cantine aperte” individuando nell’enoturismo una opportunità importante per tutto il settore. Qual è la situazione attuale?

Ora ci sono circa 25.000 cantine italiane accessibili ai visitatori tutto l’anno quindi la giornata “Cantine aperte” deve cambiare scopo e diventare la vetrina delle nuove esperienze offerte dai luoghi di produzione del vino. Una sorta di maxi anteprima

LE DONNE E LA WINE HOSPITALITY

2. Nel tuo libro “Enoturismo 4.0” dici che l’80% delle attività di marketing, comunicazione e wine hospitality sono gestite da donne. Una percentuale molto importante…
E’ vero la quota femminile nei nuovi settori del vino italiano è altissima: sono donne l’80% di chi si occupa di marketing e comunicazione, il 76% degli addetti alla wine hospitality e il 51% del commerciale. Le donne stanno dando un apporto decisivo al vino italiano rafforzandolo dove è più debole cioè nella capacità di vendersi sul mercato internazionale. Per quanto riguarda l’enoturismo possiamo dire che è un settore a “trazione femminile” perché anche la maggioranza di chi prenota visite in cantina è donna.

IL FUTURO DEL TURISMO DEL VINO

3. In che modo questo settore può evolversi ulteriormente, in particolar modo per quanto riguarda l’enoturista straniero?
Le sfide da vincere sono soprattutto due, riguardano la diversificazione delle esperienze proposte delle cantine, inoltre bisogna lavorare sulla sostenibilità preservando i territori del vino dall’overtourism che già vediamo nel Chianti e nelle Langhe. Purtroppo i distretti viticoli sono costellati da piccoli comuni quindi da insediamenti fragili. Quando il numero dei posti letto turistici eguaglia quello dei residenti succede che le giovani coppie o gli operai agricoli non trovano più casa perché tutti gli alloggi sono usati a scopo turistico. Quando i visitatori, che arrivano per poche ore e più giorni, sono tanti e più ricchi dei residenti finisce che il tessuto commerciale si indirizza su di loro e gli abitanti subiscono un aumento del costo della vita che li mette in difficoltà. Se poi la stagione turistica dura otto mesi, come avviene per i flussi enoturistici, vediamo che i rischi di distruggere l’identità dei luoghi, falsificare il loro carattere originario ….. diventa altissimo. Questo va evitato promuovendo le destinazioni minori e decongestionando quelle più famose. Bisogna evitare che il turismo si trasformi da motore di sviluppo in cannibale.
La diversificazione delle proposte enoturistiche delle cantine è altrettanto importante e deve usare la storia dei luoghi, le tradizioni locali e la gastronomia tipica per rendere uniche e memorabili le esperienze soprattutto rispetto ai visitatori stranieri. Oltre la metà dei turisti pensa “le cantine sono tutte uguali” e i luoghi del vino rischiano di venire. Per questo bisogna accentuare la diversità e le specificità di ognuna di loro.

IL MADE IN ITALY PER DONATELLA

4. Cos’è per te il Made in Italy? E’ l’insieme di quello che viene prodotto in Italia usando la nostra terra, il nostro lavoro e la cultura che ereditiamo da chi ci ha preceduto in questo meraviglioso Paese. Made in Italy è un marchio forte soprattutto nell’agroalimentare perché beneficia di un imponente sistema di regole e controlli che garantiscono il carattere identitario e la salubrità del cibo e del vino italiani