Personaggi e Luoghi

SCRIGNI DI EMOZIONI COLORATE DI IRMA PAULON

LA PITTRICE VENETA IRMA PAULON HA CREATO DELLE SERIE DI 9 PICCOLI DIPINTI CON I COLORI DELLA TOSCANA PER I VIAGGIATORI CHE VOGLIONO REALIZZARE UN’OPERA D’ARTE

Scrigno di emozioni colorate di Irma Paulon per Toscana Lovers

Toscana Lovers Irma Paulon Scrigno di emozioni colorate

 

Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination #winetourism

E’ raro che un pittore accetti di condividere il proprio atto creativo con chi guarda.
In questo caso invece, Irma Paulon, ha deciso di coinvolgerci nella costruzione delle sue opere d’arte. << Caro viaggiatore, cara viaggiatrice, ti consegno questo piccolo pezzo di Toscana tra il blu del cielo e l’ocra il colore della terra, i colori dell’anima profonda del luogo che ho attraversato in silenzio e contemplazione>>.
Da viaggiatrice veneta ai viaggiatori di tutto il mondo che cercano di catturare e conservare le emozioni provate in una terra piena di storia, d’arte, di natura e di bellezza. La Toscana dove anche il terreno agricolo diventa capolavoro.

SCRIGNI DI EMOZIONI COLORATE PER PORTARE A CASA UN’OPERA D’ARTE UNICA E PERSONALIZZATA

Irma Paulon ha realizzato delle serie di 9 quadratini di cartone dipinti su entrambi i lati con acquarelli, tempere e pigmenti. 9 perché serviva un numero quasi magico, un numero che fosse la perfezione al quadrato, simbolo di immutabilità e completezza. Ha racchiuso i suoi 9 piccoli dipinti in “Scrigni di emozioni colorate” in modo che fossero protetti e facilmente trasportabili. In ogni scatolina ci sono un certificato di autenticità e una spiegazione che insegna a proseguire il suo lavoro creativo. << Caro viaggiatore, cara viaggiatrice, adesso sta a te ricreare un pezzo unico, usando tasselli impregnati di colori e racchiusi nel cuore della Toscana affinché possano essere una nuova originale opera d’arte>>.

VITICULTURA ITALIANA: SERVONO STRATEGIE O SI PERDE VALORE

La prolusione di Luigi Moio presidente OIV, all’Apertura del 74esimo anno dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino a Firenze ospiti della Regione Toscana

Rosario Di Lorenzo Accademia Italiana della Vite e del Vino

Rosario Di Lorenzo Accademia Italiana della Vite e del Vino

 

L’Ente fu fondato il 30 luglio 1949 a Siena con lo scopo di promuovere studi, ricerche e discussioni sui maggiori temi inerenti la vite ed il vino. Oggi l’Accademia è presieduta dal professor Rosario Di Lorenzo subentrato al professor Antonio Calò alla guida per 20 anni.

L’ACCADEMIA ITALIANA DELLA VITE E DEL VINO A FIRENZE

L’inaugurazione si è svolta a Firenze per volontà della Regione Toscana e in particolare della Vicepresidente Stefania Saccardi che ha sostenuto l’evento con l’obiettivo di riportare in Toscana questa Istituzione «Siamo felici che l’Accademia sia in Toscana>> ha detto <<la storia e le competenze di cui è custode sono oggi particolarmente preziose per la Regione e per il Paese nel momento dei cambiamenti climatici e della presenza di problematiche fitosanitarie che possono mettere a rischio il patrimonio vitivinicolo>>.

 

PROLUSIONE DI LUIGI MOIO SUL TEMA IL FUTURO DEL VINO NELL’EPOCA DELLA SOSTENIBILITA’

A parlare di futuro del vino è stato, nella sua prolusione, Luigi Moio, presidente dell’Oiv (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino), professore ordinario di Enologia alla Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e accademico. «L’attuale viticoltura italiana – ha detto – è destinata a perdere qualità e mercati se non mette a punto nuove strategie>> Secondo Moio «un primo aspetto da considerare è il cambiamento climatico. Ma fortunatamente su questo punto abbiamo un vantaggio naturale. I nostri vitigni storici sono quasi tutti tardivi, ossia caratterizzati da un ciclo vegetativo lungo, per cui non soffrono molto per un eventuale aumento della temperatura media annuale. Anzi. Alcuni di loro potrebbero addirittura avere dei vantaggi con un miglioramento notevole del potenziale enologico. E di conseguenza con l’ottenimento di vini maggiormente espressivi dei luoghi di origine. I nostri vini ottenuti dai vitigni italici hanno un vantaggio competitivo enorme».

L’ENIGMA DEL VINO ETRUSCO

Un omicidio avvenuto 2500 anni fa diventa la trama di un romanzo di archeologi, visioni e indagini di polizia e la storia lontana diventa attualità e svela misteri

tarquinia-bacco l'enigma etrusco del vino e dell'acqua

tarquinia-bacco l’enigma etrusco del vino e dell’acqua Gianfranco Bracci Rossana Cedergren

di Donatella Cinelli Colombini 

La storia comincia nel quinto secolo avanti Cristo e si conclude pochi mesi fa fra la Toscana e l’Umbria. Sapevo alcune vicende etrusche e mi ha divertito vederla trasformare in romanzo giallo da parte di Gianfranco Bracci e Rossana Cedergren 

 

GIANFRANCO BRACCI E ROSSANA CEDERGREN E IL LORO ENIGMA ETRUSCO

Conosco Bracci da molti anni come ottimo giornalista e fotografo di viaggi oltre che grande appassionato di esplorazioni a piedi e in bicicletta. Il comune amore per la natura e per l’archeologia sono alla base della collaborazione con la Cedergren che ha aggiunto, a tutti i temi precedenti, anche un profondo interesse per il vino.
Da questa unione di passioni nasce L’Enigma Etrusco dell’acqua e del vino (pp 234 € 15) un libro storico-poliziesco che racconta dell’omicidio del mercante di vino Petrus avvenuto a Populonia per mano di Velio della nobile famiglia etrusca Marcni produttori di vino vicino a Perugia. Ed è proprio preparando il terreno per piantare una vigna che viene scoperta la tomba di quel casato mentre sono le strane visioni di donne, etrusche e contemporanee, con occhi di colore diverso a guidare gli archeologi alla ricostruzione delle vicende di 2500 anni fa.

ALLA SCOPERTA DELL’ALTRO PIEMONTE CON LE DONNE DEL VINO

CONVENTION PER LE DONNE DEL VINO DI TUTTA ITALIA, DAL 15 AL 19 GIUGNO 2023, IN PIEMONTE PER INNAMORARSI DELLE CATTEDRALI SOTTERRANEEE DI ASTI, GAVI E TIMORASSO

Luigi e Carlo i Principi consorti delle Donne del Vino

Luigi e Carlo i Principi consorti delle Donne del Vino

Di Donatella Cinelli Colombini

La gioia di ritrovarsi insieme e condividere esperienze che stimolano e arricchiscono. Questo è il maggior motivo di attrazione per le Donne del Vino che ogni anno partecipano alla convention: Porto Piccolo in Friuli, Matera e il Vulture, la Sicilia e l’Etna, poi la sosta covid, la ripartenza in Campania e a Procida, quest’anno il viaggio è alla scoperta dell’altro Piemonte cioè dei territori del vino meno conosciuti.
Prima tappa giovedì sera alla cascina BINE’ dalla Donna del Vino Rosi Carlevaro per la foto di gruppo nel vigneto circolare e la cena all’aperto con un DJ enologo, la scoperta del Boca vino raro e di straordinaria freschezza, del Cortese <<che nel Gavi è presente al 100%>> con le sue misteriose mineralità e il piacere di grandi Barolo con la loro sontuosa armonia. Buffet di specialità locali come una deliziosa salsa all’aglio. Ammiriamo il coraggio delle donne piemontesi che sono il vero propulsore delle loro aziende familiari.

L’ALTRO PIEMONTE CON I SUOI VINI AROMATICI

Venerdì è la giornata della visita nelle cantine: arriviamo a Canelli accolti dal Sindaco e poi entriamo nelle CANTINE BOSCA per la visita di una delle “Cattedrali Sotterranee” dell’Asti patrimonio UNESCO dal 2014. Il percorso si snoda fra le pupitre piene di 200.000 bottiglie di metodo classico ed è intercalato da video sulla storia della famiglia dal 1831 ad oggi passando per l’alluvione che letteralmente sommerse i locali ipogei.

ADDIO ILIO

Ilio Raffaelli, sindaco di Montalcino dal 1960 al 1980 e grande custode delle memorie della terra del Brunello, ci ha lasciati

Ilio Raffaelli

Ilio Raffaelli

Di Donatella Cinelli Colombini

Desidero ricordare, con affetto e gratitudine, Ilio Raffaelli un grande montalcinese a cui tutti dobbiamo molto.
Fa parte di quella generazione di pionieri che, cinquant’anni fa, con pochissimi mezzi ma tantissima intelligenza, tenacia e coraggio, misero le basi del successo odierno di questa terra. Rimasero mentre tanti andavano in città in cerca di fortuna. Vide nell’agricoltura una prospettiva quando la maggioranza puntava sull’industria. Nei momenti difficili non si arrese dando l’esempio e soprattutto mostrandosi sempre orgoglioso delle proprie radici.
Questo era Ilio Raffaelli, un uomo piccolo, con un volto che sembrava scolpito dalla fatica e degli occhietti sempre vigili. Ilio diceva sempre ciò che pensava e sapeva rimproverare se pensava che fosse utile per Montalcino.
Ho dei bellissimi ricordi di lui. Quando decisi di ricostruire nel bosco la capanna dei boscaioli e la carbonaia per valorizzare la figura del “brigante” Bruscone fu lui a realizzare il progetto e a farmi scoprire un mondo che sembrava lontano di secoli ed era invece quello dove Ilio stesso era cresciuto <<i boscaioli partivano dal paese con la porta legata sulle spalle e il resto della capanna lo costruivano da soli nel bosco …. Le mogli stavano con i loro uomini e partorivano lì …. i bambini imparavano usando filastrocche, canti … >>.

DONNE DEL VINO E VETRO LEGGERO

“Lo faccio ma non lo dico” cantine costrette ad usare il vetro leggero senza comunicarlo per non avere contraccolpi commerciali in Italia. L’analisi di Marta Galli

 

Convegno vetro leggero Vetreria etrusca

Convegno vetro leggero Vetreria etrusca

8 giugno, le Donne del Vino Toscane, guidate da Donatella Cinelli Colombini, sono alla Vetreria Etrusca di Montelupo Fiorentino ospiti della famiglia Bartolozzi, per parlare di bottiglie di vetro leggero per il vino. Il convegno è stato aperto dai saluti della Vicepresidente e Assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi e l’Assessore Stefania Fontanelli del Comune di Montelupo Fiorentino. E’ seguito un pranzo alla Torre Frescobaldi, sede del  Museo del Fiasco toscano e poi la visita alla Fattoria Dianella ospiti di Veronica Passerini d’Entreves.

LA RIDUZIONE DEL PESO DEL VETRO E LA SOSTENIBILITA’ DEL VINO

 

L’uso del vetro leggero è fondamentale per la sostenibilità del comparto enologico perché la produzione di ogni chilogrammo di vetro equivale all’emissione di 2,7 chilogrammi di CO2.

Cote du Rhône per assaggiare Syrah e Vionier da sogno

Il viaggio di primavera 2023 dell’Académie Internationale du Vin ci porta a scoprire la Vallée du Rhône Nord. Il territorio dove il Syrah tocca punte di eccellenza

 

Hermitage Jean-Louis Chave

Hermitage Jean-Louis Chave

di Donatella Cinelli Colombini

Partiamo dall’Italia con l’idea che fare un grande Syrah sia, tutto sommato facile nelle zone con clima caldo, torniamo con la certezza che sia invece molto difficile, soprattutto sia molto difficile farlo buono. Se consideriamo solo le massime vette toccate nella valle del Rodano, credo sia difficilissimo raggiungere la stessa qualità in altre parti del mondo, Australia compresa.

I VIGNETI DELLA COTE ROTIE E DI HERMITAGE

Anche la forma dei vigneti è sorprendente. Le aree migliori sono sulle ripide dorsali del fiume esposte a mezzogiorno e quindi variano a seconda delle anse del Rodano: la Côte-Rôtie si trova sulla riva destra e la mitica Hermitage a sinistra. La viticultura è eroica e faticosissima. Ci sono fazzoletti di terra sorretti da muri dove crescono viti coltivate ad alberello. Tutto è fatto a mano e l’arrivo delle carrucole a motore che tirano aratri e ceste d’uva, una quarantina d’anni fa, è stata salutata come una vera benedizione. I vigneti non vengono ripiantati ma restaurati rimettendo, una alla volta, le viti morte. La cura delle nuove viti è affidata a una persona che fa solo quello. I vigneti contengono sia viti a bacca bianca (Vionier, Roussanne e  Morsanne), che rossa (Syrah) e neanche i vigneron sanno esattamente la proporzione di una e dell’altra. Nella Valle ci sono denominazioni microscopiche di poche centinaia di ettari o addirittura di una sola azienda come Château Grillet (4 ettari con una produzione totale di 75 ettolitri all’anno). Si tratta di un castello medioevale dove la vista dei vigneti è un esercizio ginnico di una discreta intensità. L’assaggio verticale del Vionier ancora in botte e poi di quello in bottiglia, è quasi un rito mistico. I vini in bocca sono lunghissimi con una mineralità che, anno dopo anno, diventa più fine e complessa. Assaporiamo il privilegio di assaggiare annate prodotte in serie inferiori alle 2.000 bottiglie all’anno.

Trequanda nell’Associazione Paesaggi Rurali Storici

Sono i 27 luoghi d’Italia dove la campagna coltivata è più bella e intatta. Quasi dei musei dell’agricoltura e fra loro c’è Trequanda con la Fattoria del Colle

 

Ristorante con vista sul borgo di trequanda

paesaggio agricolo storico Trequanda effetto del paesaggio sul turismo Fattoria del Colle

Di Donatella Cinelli Colombini

Le colline dei vigneti del Soave, i limoneti di Amalfi, la piana degli oliveti monumentali in Puglia, l’isola di Pantelleria con i suoi muretti a secco…e i poderi di Trequanda. Fra i territori in cui l’agricoltura ha mantenuto i suoi caratteri peculiari nel corso dei secoli, creando un unicum di bellezza, c’è anche quello “polifunzionale” dove si trova la Fattoria del Colle. Anzi possiamo dire con orgoglio di aver contribuito all’ottenimento di questo riconoscimento perché gli ispettori del Ministero vennero proprio nei nostri oliveti e nei nostri vigneti prima di conferire a Trequanda, nel gennaio 2018, il titolo di Paesaggio rurale storico, uno fra i primi in Italia.

FEDERICO FELLINI E LA SUA LETTERA RITROVATA

Storia di una lettera di Federico Fellini a George Simenon scritta per accompagnare un dono di Brunello. Dal re dei registi cinematografici al re dei gialli

 

Federico Fellini Fausto Cinelli Francesca Colombini a Montalcino

Federico Fellini Fausto Cinelli Francesca Colombini a Montalcino

Di Donatella Cinelli Colombini

A volte il passato ti insegue come un cane da caccia che annusa le tracce e arriva sulla preda inaspettato. Ero a Zurigo alla degustazione di Wine Advocate – Robert Parker e Alessandro Regoli di Wine News mi mostra, sul suo telefonino, una lettera pubblicata da Adelphi nel volumetto Carissimo Simenon. Mon cher Fellini. Carteggio di Federico Fellini e Georges Simenon.
Mi bastano poche righe e riconosco subito la lettera di cui voglio raccontarvi la storia nella convinzione che possa piacervi.

 

FEDERICO FELLINI A MONTALCINO

Parlo di fatti avvenuti una cinquantina d’anni fa. Federico Fellini veniva spesso alla fattoria di mia madre a Montalcino, grazie alla comune amicizia con Mario Guidotti, giornalista e animatore culturale. Dopo le prime visite più formali, il più grande regista italiano, cominciò ad arrivare senza preavvertire, come una persona di famiglia.
Il problema era che, spesso, i miei erano fuori e io dovevo accogliere Fellini da sola. Una volta avevo un gruppo di amici senesi a merenda e lui si aggregò divertendosi del loro imbarazzo. Un’altra volta venne per mandare del Brunello a Georges Simenon e mi chiese di scrivere la lettera di accompagnamento.

PROGETTO TURISTICO PER SIENA

Prima delle elezioni amministrative e fuori da ogni candidatura, provo a disegnare un progetto visionario e ambizioso sperando che il futuro sindaco di Siena lo usi

 

Siena- Duomo

Siena- Duomo

Di Donatella Cinelli Colombini

Vogliamo provare a trasformare la città gotica più importante del mondo, patrimonio Unesco dal 1995, sede della settima università più antica (1240), nel primo esempio di turismo culturale che crea sviluppo economico e occupazione, ma insieme preserva la città dal mordi e fuggi con il degrado che ne consegue, offre ai visitatori l’opportunità di imparare in modo divertente e interattivo?
Non è un sogno ma un progetto realizzabile, perché a Siena ci sono la dimensione giusta, le persone competenti e la fama mondiale, che creano le condizioni della fattibilità.

 

 

Perché non provarci?
Cosa potrebbe succedere se il progetto non riuscisse?
Niente, un insuccesso lascerebbe le cose come sono. La città ha ormai perso la risorsa economica del Monte dei Paschi, ha un’università e un ospedale che non hanno la capacità attrattiva di un tempo. Resta il turismo e bisogna avere il coraggio di mettere in campo un progetto innovativo perché dia slancio alle imprese e all’occupazione. Si distenda su tutta la città, in ogni mese dell’anno e con permanenze più lunghe. Non un turismo cheap, tipo costa Romagnola – grandi numeri e piccoli prezzi – ma un turismo che sia il motore economico della città, dia lavoro qualificato ai giovani, preservi gli antichi mestieri, permetta la salvaguardia del patrimonio culturale senese e renda più colti quelli che la visitano.
Mille anni di storia ci guardano, direbbe Napoleone. Siamone degni (parlo al plurale perché sono nata a Siena e adoro questa città anche se mi sento montalcinese), degni del nostro passato e artefici del nostro futuro.

Mangia sostenibile e salverai il mondo

<<Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato>> Il libro di Antonella Lomonaco comincia con queste parole di Papa Francesco

 

Est modus in Rebus Antonella Lomonaco

Est modus in Rebus Antonella Lomonaco

Di Donatella Cinelli Colombini

Est Modus in rebus (Ibiskos Ulivieri pp. 167 18€) di Antonella Lomonaco è il ricettario che insegna a cambiare le nostre abitudini e la nostra vita.
Inizia e finisce con un appello a tralasciare il superfluo a favore del necessario sviluppando la critica di Erich Fromm alla civiltà consumistica: dominata da un desiderio di possedere mentre l’essere nasce dalla ricerca di valori interiori che orientano la vita al rispetto della natura, del prossimo e del mondo che ci circonda.

 

LE RICETTE 4.0 LA MODERNITA’ DEL RIUSO FATTO NEI SECOLI PASSATI

Il concetto ispiratore di questo ricettario è il riuso, cioè la cucina 4.0 dove niente viene sprecato.
Una rivoluzione sostenibile che parte dal basso. Dalla costatazione che sprechiamo un terzo del cibo prodotto, mentre una parte dell’umanità muore di fame.
Ed ecco che le polpette diventano la bandiera di un nuovo modo di mangiare. Sapevate che negli Stati Uniti il 9 marzo è il National Meatballs Day? Le polpette sono un patrimonio dell’umanità perché esistono ovunque. Hanno il sapore della nostalgia, della nonna che non buttava mai via niente. Nel ricettario di Antonella Lomonaco le polpette della nonna sono seguite da quelle di Pellegrino Artusi, dai canederli, i mondeghili, le pallotte cacio e ova, quelle di pesce alla siciliana, per finire con le polpette di melanzane calabresi.

GUCCI, ARMANI, PRADA TRUSSARDI E ORA HILFIGER

La ristorazione delle griffe della moda a Milano ha un nuovo locale; il Tommy’s Cafe di Tommy Hilfiger che porta nel cibo l’estetica pop dei suoi abiti

 

Bar Luce Fondazione Prada

Bar Luce Fondazione Prada

Di Donatella Cinelli Colombini

La lista dei locali milanesi di brand del fashion si allunga: Gucci, Armani, Prada, Trussardi, Dolce & Gabbana, Dsquared …. Evidentemente mangiare e bere bene non basta, nella capitale meneghina nessuno resiste a un drink o ad un menu firmato dal proprio stilista preferito! Per questo apre il suo ristorante il più pop e musicale degli stilisti: Hilfiger.

 

CHI E’ TOMMY HILFIGER

Le collezioni di abiti di Tommy Hilfiger erano note per il collegamento con la cultura musicale e persino commercializzate in connessione con l’industria musicale. Nel 2006, Hilfiger ha venduto la sua azienda per $1,6 miliardi e successivamente si è concentrato sull’attività di designer principale dell’azienda, guidando i team di progettazione e supervisionando l’intero processo creativo della Hilfiger.

LA COMPAGNIA DEL RISVEGLIO

Di Fiorenza Stella alias Roberta C. un libro che insegna a vivere perchè, come dice Marcel Proust “il viaggio non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi”

 

Il libro di Fiorenza Stella La compagnia del risveglio

Fiorenza Stella La compagnia del risveglio

Di Donatella Cinelli Colombini

Confesso di non leggere molta narrativa italiana. Ci sono troppe pagine su quello che viene pensato o detto mentre la descrizione dei fatti è poca cosa. Quasi lo specchio di una società italiana – dalla politica all’informazione – in cui i fatti sono sommersi da un fiume di parole, parole, parole…

 

LA COMPAGNIA DEL RISVEGLIO UN LIBRO CHE INSEGNA AD AMARE LA VITA

Ma il libro “La Compagnia del Risveglio” (pp.264 Edizioni SI €22) di Fiorenza Stella cioè Roberta C. è un libro da tenere sempre a portata di mano perché insegna a trovare la gioia di vivere.

8 DONNE PER L’8 MARZO PREMIATE A FIRENZE

Violante, Francesca Biagini, Liliana dell’Osso, Lucia Ghieri, Sara Montemerani, Valeria Piccini di Caino, Martina Trevisan, le Archeologhe di San Casciano dei Bagni

 

Violante-Gardini-CinelliColombini-nata-a-Montalcino-nel 1984

Violante-Gardini-CinelliColombini-nata-a-Montalcino-nel 1984

Il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Antonio Mazzeo e la Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità Francesca Basanieri hanno deciso di festeggiare la giornata dell’8 marzo premiando 8 donne che rappresentano il talento toscano nel mondo.

 

VIOLANTE PREMIATA DAL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA

Una di loro è Violante Gardini Cinelli Colombini export manager del Casato Prime Donne di Montalcino e Presidente del Movimento Turismo del Vino della Toscana. Violante è <<considerata un esempio di talento professionale e spirito associativo per aver saputo mettere le sue capacità in comune con altri creando condizioni di sviluppo territoriale>>, come ha detto il Vicepresidente del Consiglio Regionale Stefano Scaramelli.

 

CON VIOLANTE PREMIATA ANCHE VALERIA PICCINI DI CAINO A MONTEMERANO

Fra i personaggi premiati alcuni sono molto noti, altri meno conosciuti, hanno età e professioni diverse ma un elemento in comune: la riuscita personale di ciascuna di loro ha creato condizioni di crescita condivisa. Ecco che affermarsi come chef a Montemerano, borgo maremmano con meno di cinquecento abitanti, significa per Valeria Piccini, aver rivitalizzato il paese e anche i suoi dintorni. La chef Valeria Piccini di Caino a Montemerano è una delle 10 donne italiane con stella Michelin e nel suo caso le stelle sono due.