GLI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO 9
I PIONIERI DEL VINO ITALIANO MODERNO “SENZA VINO” PERSONAGGI E AZIENDE: SIMONIT & SIRCH, NONINO E NANNONI, AMORIM E DIAM, HELMUTH KÖCHER, ROBERTA GARIBALDI...
I PIONIERI DEL VINO ITALIANO MODERNO “SENZA VINO” PERSONAGGI E AZIENDE: SIMONIT & SIRCH, NONINO E NANNONI, AMORIM E DIAM, HELMUTH KÖCHER, ROBERTA GARIBALDI...
IL MALE OSCURO DEL VINO NOBILE CHE DA QUARANT’ANNI SEMBRA STENDERE UN’OMBRA SU QUESTA DENOMINAZIONE: CAUSE E RIMEDI NELLE PAROLE DI AVIGNONESI, BOSCARELLI E POLIZIANO
Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Ancora una volta è un articolo di WineSearcher a suggerirmi l’argomento.
Tuttavia il problema mi è ben noto. Io come tutti i membri dei board dei consorzi toscani ricevo i report compilati da Avito, il network che riunisce tutte le denominazioni toscane, e il grafico del Vino Nobile di Montepulciano mostra un andamento discendente dei volumi “rivendicati” cioè prodotti come Vino Nobile. Tendenza che si è arrestata solo nel 2021 grazie alle azioni audaci e, per fortuna efficaci, messe in campo del Presidente del Consorzio Andrea Rossi. Rossi è stato un ottimo sindaco di Montepulciano ed è un ottimo presidente del Consorzio anche se questa carica è talmente stressante da farlo stare davvero male.
GLI INNOVATORI “DOLCI” CHE HANNO CAMBIATO IN MODO ELEGANTE: BEPI QUINTARELLI, LOUDOVICO ANTINORI, LIVIO E MARCO FELLUGA, AMPELIO BUCCI, GIULIO FERRARI E I LUNELLI
di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination
Ci sono molti modi per cambiare le cose e affermare un’idea differente. C’è chi lo fa urlando la propria insofferenza e chi invece parla sottovoce ma è spinto avanti dalla fiducia nelle proprie idee, il coraggio di uscire dal coro e la tenacia di non fermarsi di fronte alle difficoltà ma di andare avanti raccogliendo sempre più seguaci.
Come vedete dall’importanza dei personaggi che descrivo in questo post, non c’è una graduatoria nella sequenza delle persone raccontate fra gli innovatori del vino italiano ma un ordine casuale dettato, qualche volta dall’affetto, ma più spesso dai nomi che mi vengono in mente pensando a specifici caratteri della loro personalità o della loro opera. Alcuni sono morti ma la maggior parte sono ancora fra noi e ci guidano con l’esempio e la visione. Vorrei che, leggendo queste note, mi suggeriste altri nomi perché io sono una produttrice che abita in un angolo della campagna toscana e non una giornalista che partecipa a eventi e press tour per cui conosco molti ma non conosco tutti i territori del vino con i loro personaggi e la loro storia. Ho bisogno del vostro aiuto per creare la rassegna dei 100 innovatori del vino italiano. Per favore mandatemi i vostri suggerimenti donatella@cinellicolombini.it
CINQUINA DI RIBELLI: BAROLO BOYS, JOSKO GRAVNER, WALTER MASSA, BIBI GRAETZ, VINI VERI. OGNUNO LASCIA UNA TRACCIA FORTE E POSITIVA MA ANCHE MOLTO SCOPIGLIO
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Questo gruppo è composto da “bastian contrari” persone che hanno avuto il coraggio di uscire dal coro in modo esplosivo andando contro convenzioni, familiari, colleghi, vicini e persino clienti. Alcuni sono stati considerati un pericolo anziché i pionieri del rinnovamento ma il loro coraggio ha avuto sempre un effetto tonico, anche su chi pensava in modo completamente diverso ha comunque allargato gli orizzonti e ha messo sul tavolo argomenti su cui confrontarsi.
Come sempre, a costo di risultare noiosa, chiedo a tutti un contributo di idee per arrivare a 100 profili di innovatori del vino italiano. Io conosco tante persone ma non conosco tutti e sicuramente ho bisogno del vostro aiuto. Scrivetemi a donatella@cinellicolombini.it
In realtà i Barolo boys sono sette e non tutti maschi: Elio e Silvia Altare, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio, Chiara Boschis e Elio Grasso e Lorenzo Accomasso. Accanto a loro, alla fine del Novecento, anche Alessandro e Bruno Ceretto, Enrico Scavino, Beppe e Marta Rinalidi, Beppe Caviola cominciano a sperimentare soluzioni nuove per produrre e affinare il loro vino.
VI RACCONTO UN VINITALY TRABOCCANTE DI OPERATORI ESTERI E DI MINISTRI, CHE HA DATO OTTIMISMO ALLE CANTINE MA ANCHE VALORIZZANDO I NUOVI TREND NO ALCOL
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Credevo che per me sarebbe stato il Vinitaly delle lacrime e invece è stato il Vinitaly degli abbracci. L’abbraccio del mondo del vino che mi sommerge di affetto. Avevo paura che mi facesse crollare e invece mi ha dato forza. Grazie!
Sono a Vinitaly 2024 come wine blogger, ho l’accredito da attaccare al collo e posso entrare nella sala stampa. Devo quindi guardarmi intorno con occhi più esplorativi. Non sono andata alle cene e alle feste serali, non sono andata a Vinitaly in the City che anima le piazze di Verona con musica, assaggi, sport arte e cucina… quelli non posso raccontarveli. Ma la fiera me la sono fatta tutta cercando di capire come le cantine reagiscono alla crisi all’orizzonte e approfittano dell’enorme numero di 30.000 buyers di cui 1.200 top buyer provenienti da 140 Paesi esteri. Considerando che le cantine espositrici sono 4.000, nessuna è tornata a casa a mani vuote neanche imprese come noi che hanno già ottimi rapporti in 44 nazioni straniere e considerano Vinitaly quasi solo come una vetrina. Ovviamente questo succede se la fiera è stata preparata bene via telefono e mail ma, soprattutto, se Vinitaly viene sviluppato dopo ricontattando (per anni) tutti i buyers, nella convinzione che alla fine compreranno. L’epoca in cui si andava in fiera accalappiando i buyer che passavano davanti allo stand è finita da anni anche perché Veronafiere offre un sistema di matching digitale che permette di fissare appuntamenti con i compratori prima e durante Vinitaly.
In effetti, fino dal primo giorno, il numero di operatori presenti in fiera è enorme, gli stand sono pieni e, in alcuni padiglioni, è persino difficile camminare nei corridoi.
VINITALY SFIDA IL VENTO CONTRARIO CHE SOFFIA SUL VINO PER PORTARE AVANTI LA NAVE ITALIANA. 30.000 BUYER DI CUI 1.200 TOP BUYER, MAI COSI’ TANTI IN FIERA
Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
When the going gets tough, let the tough get going – quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E’ un detto americano che invita al coraggio nell’affrontare gli ostacoli e potrebbe essere il motto di Vinitaly 2024.
La fiera italiana è la terza in Europa sul vino dall’inizio dell’anno, ma a Wine Paris, la maggior parte dei produttori italiani erano in “fase esplorativa”, mentre ProWein sono andati bene solo gli espositori che avevano preparato bene la fiera. Quindi Vinitaly sarà decisivo per ridare slancio al mercato del vino italiano in evidente difficoltà.
Le campagne salutistiche, i cambiamenti demografici, le bevande alternative anche a base di cannabis… stanno velocemente modificando il contenuto dei calici soprattutto dei consumatori giovani.
Nel mondo, dopo il picco di consumi di vino del 2021, con 322 milioni di ettolitri, il mercato si è contratto a 304 milioni di ettolitri nel 2023.
L’export italiano va male soprattutto per le Dop rosse, che hanno registrato un -8% nel 2023 mentre crescono dealcolati, low alcol e naturali.
Questo lo scenario a cui Vinitaly tenta di dare il contrattacco. La partita è difficile anche per le sue enormi dimensioni e la necessità di agire da diverse posizioni: politica, commerciale e culturale.
ATTILIO SCIENZA, GIUSEPPE LIBERATORE, OSCAR FARINETTI, FEDE E TINTO, DANIELE CERNILLI 5 PERSONAGGI CHE HANNO RIVOLUZIONATO LA CULTURA ITALIANA DEL VINO
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Mi sono accorta di essere troppo prolissa e torno alle sette righe, dei primi profili di questa rassegna di innovatori del vino italiano. Questa volta ho scelto 5 personaggi non produttori che hanno dato una svolta alla percezione del vino da parte dell’opinione pubblica o del sistema normativo.
Desidero ribadire ancora una volta la richiesta a mandarmi suggerimenti e consigli. Vorrei arrivare a 100 profili ma non conosco tutti gli uomini e le donne che hanno rivoluzionato il vino italiano e quindi ho bisogno del vostro aiuto. Non c’è una graduatoria, le persone descritte sono scelte con estrema libertà e sono tutte meritevoli. Anzi ho lasciato indietro alcuni nomi eccellenti per essere sicura che, andando avanti,
il livello fosse sempre uguale.
Ha reso popolare la figura dell’agronomo. Attilio Scienza è stato il primo studioso di vigneti e viti a uscire dall’ambito accademico per diventare una celebrità conosciuta anche dal trade e dagli appassionati. 32 testi e 380 pubblicazioni scientifiche, un numero impressionate di premi. Ha insegnato viticultura all’Università di Milano e presieduto l’Istituto di San Michele all’Adige.
FESTA A SORPRESA ORGANIZZATA DA AGNESE PELLUCCI PER IL PADRE EMANUELE INVITANDO I SUOI “AMICI DEL VINO” DI TUTTA LA VITA: PRODUTTORI, ENOLOGIE E GIORNALISTI
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
La cornice del Castello di Nipozzano è spettacolosa, si tratta di un maniero medioevale con cassero, mura di cinta e borgo, che, nel rinascimento, i nobili fiorentini Albizi trasformarono in elegante residenza e ritrovo di artisti e letterati finchè Leonia degli Albizzi, moglie di Angelo Frescobaldi trasferì la proprietà nella famiglia del marito e degli attuali proprietari. Nipozzano è il cuore dei possedimenti Frescobaldi e nei salotti è possibile vedere le foto dei reali e dei Presidenti che l’hanno visitato: Re Carlo d’Inghilterra, il Presidente Clinton … Essere ospiti in un posto del genere fa sentire privilegiati e parti di una storia importante.
Anche la festa a sorpresa per gli 80 anni di Emanuele Pellucci è qualcosa di importante e parteciparvi fa sentire privilegiati.
Con il fratello Livio fu tra i primi a intuire il grande potenziale del vino friulano. Prima insieme e, dal 1956 separatamente, Livio nei Colli Orientali del Friuli, e Marco nel Collio.
A fianco della cantina che porta il suo nome, nel 1967, Marco Felluga acquisisce Russiz Superiore, antica proprietà sulle colline di Capriva del Friuli. Instancabile e estroverso è il primo a credere davvero nel marketing e, quando diventa presidente del Consorzio Collio, per due mandati, dal 1999 al 2005, convince Oliviero Toscani, più conosciuto fotografo e comunicatore italiano, a creare una campagna pubblicitaria che rimane nella storia della comunicazione per la sua forza trasgressiva. Un episodio che la dice lunga sulla personalità innovativa e intraprendente di Marco Felluga.
NELLA MIA CARRELLATA SUI PIONIERI DEL VINO ITALIANO MODERNO, HO TRASCURATO IL SUD ITALIA CHE INVECE PULLULA DI UOMINI RIVOLUZIONARI SPESSO IN FAMIGLIE DI INNOVATORI
Una cinquina di innovatori del vino del Sud Italia. Sono personaggi straordinari, per intuito, capacità e coraggio anche se spesso non hanno avuto la stessa visibilità degli omologhi piemontesi o toscani a cui la stampa e il mercato hanno dedicato maggiore attenzione e un successo commerciale relativamente più facile.
Gli uomini del Sud sono spesso inquadrati in lunghe storie familiari nelle quali il loro genio si mescola fino a farli apparire come parti di un polittico e non come protagonisti di un ritratto.
Rinnovo la mia richiesta a mandarmi suggerimenti al fine di arrivare a 100 profili di personaggi che hanno cambiato il vino italiano donatella@cinellicolombini.it.
Marco de Bartoli si infuriava vedendo la Marsala di qualità mediocre e prezzo bassissimo negli scaffali dei supermercati. Un furore che si scatenava anche su chi chiamava il suo vino Marsala <<perché non è fortificato come il prevede il disciplinare del Marsala vergine>>.
HO TROVATO UNA FOTOGRAFIA DI CINQUANT’ANNI FA CHE RITRAE UN GRUPPO DI PRODUTTORI CHE GIA’ A QUELL’EPOCA ERANO CONSIDERATI DEI PIONIERI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO
Di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination
Sapevano di essere dei pionieri ed erano mossi da un grande entusiasmo nel creare un nuovo scenario per il vino italiano. La cosa bella è che, anche grazie a Gino Veronelli, questi uomini straordinari fecero una parte di cammino insieme. Nella foto ci sono: Bruno Ceretto, Piero Antinori, Giacomo Bologna (Braida), Maurizio Zanella (Ca’ del Bosco), Mario Schiopetto, Franco Biondi Santi, Marcello Ceretto, Jacopo Biondi Santi, Nicolò Incisa della Rocchetta (Sassicaia)e Angelo Gaja. Qui di seguito, tratteggerò un breve profilo di quelli che non ho ancora descritto aggiungendo Bepi Quintarelli che, pur interpretando il suo ruolo di innovatore in modo diverso dagli altri, ha sicuramente tracciato un nuovo futuro per l’Amarone.
L’ho conosciuto dopo che la sua salute era stata compromessa da un grave incidente stradale.
L’INVENTRICE DELLA MINIGONNA MARY QUANT ORGANIZZO’ UNA SFILATA DI MODA A SAN FELICE IN CHIANTI ROMPENDO GLI SCHEMI E PORTANDO LA PASSERELLA IN MEZZO ALLE VIGNE
Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Ci sono luoghi del vino italiano con storie straordinarie, uno di questi è San Felice a Castelnuovo Berardenga, in Chianti Classico. La prima notizia è del 714 Dopo Cristo e riguarda il baptisterium sancti Felicis ma, come avveniva quasi sempre, la chiesa cristiana medioevale sorge su un precedente insediamento tardo antico, come provano le due colonne di epoca romana che sorreggono l’arco dell’attuale presbiterio. La Chiesa che vediamo oggi, su progetto dell’architetto Fantastici, fu realizzata nella prima metà del Novecento.
Come è ben noto agli appassionati di vino, San Felice è una delle cantine più reputate del Chianti Classico ma ha anche una storia recente straordinaria che viene raccontata da Giovanna Morganti figlia di Enzo, storico direttore tecnico di San Felice e padre, nel 1950, del Vigorello antesignano di quei vini IGT noti nel mondo con il nome di Supertuscan.
Più vado avanti nella ricerca dei 100 personaggi che hanno rivoluzionato il vino italiano, più mi rendo conto del valore del coraggio, del talento, di dare l’esempio
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
A volte, il percorso professionale di queste persone visionarie, è giudicato da una scalata ambiziosa, perché, per cambiare le cose, serve anche un palcoscenico che renda visibile la nuova proposta. E non sempre è facile da conquistare questo palcoscenico. Anche quando non bisogna combattere, le contropartite sono pesanti come mi insegnò Sergio Zavoli <<il successo ha sempre un prezzo>> c’è chi viene tradito dalla moglie, chi ha i figli drogati, chi non ha amici e rimane da solo … il contesto sociale italiano non ammira chi riesce, come negli USA, ma lo invidia e a gode della sua rovina.
Strano posto questa nostra meravigliosa Italia!
Per questo forse, non c’è ancora una lista degli uomini e delle donne che hanno cambiato il mondo del vino ed io sto provando a raccogliere i loro profili con mezzi più che artigianali. Vi invito ad aiutarmi mandandomi nomi e 5 righe di spiegazione. Per arrivare a 100 profili ho bisogno di idee e suggerimenti donatella@cinellicolombini.it . Oggi vi propongo 5 profili che forse non vi aspettate, ma ognuno a suo modo, è un rivoluzionario.
CONTINUA LA PRESENTAZIONE DEGLI UOMINI E DELLE DONNE CHE HANNO CAMBIATO LA STORIA DEL VINO ITALIANO: PRODUTTORI, GIORNALISTI, ENOLOGI, STUDIOSI E NON SOLO
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Le persone che “hanno fatto la differenza” nel vino italiano vengono presentate qui con dei ritratti di poche righe, spesso con testimonianze dirette. E’ una lista estemporanea senza la pretesa di essere esaustiva. Inoltre, non è una graduatoria con i più importanti prima e poi via via quelli che hanno dato un contributo minore. Non c’è un piano studiato a tavolino.
L’elenco viene dal cuore ed ha bisogno del contributo di chi legge per arrivare a 100 nomi. Per questo mi aspetto di ricevere suggerimenti e consigli donatella@cinellicolombini.it. Nonostante conosca un’infinità di persone, ho grosse lacune.
L’obiettivo che mi prefiggo, con questa carrellata di personaggi, è infondere fiducia nei giovani e fornire loro degli esempi che ispirino coraggio, impegno, senso di responsabilità verso gli altri, gioia nel fare cose buone e utili.
SI CHIAMA PETER SISSECK ED E’ UN ENOLOGO GENIALE. NATO A COPENAGHEN, LAUREATO A BORDEAUX, NELLA RIBERA DEL DUERO, IN SPAGNA, HA CREATO PINGUS E I SUOI VINI SUBLIMI
Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Sono stata nella Ribera del Duero nella primavera 2022 e i vini di Pingus mi hanno letteralmente stregato. La cantina non è niente di eccezionale ma il laboratorio di analisi è spaziale, bisogna andare in una università per trovare qualcosa del genere.
Di recente l’Associazione dei produttori della Ribera del Duero, ha accettato Peter Sisseck come membro onorario. Dopo 28 anni dalla creazione di Pingus, meglio tardi che mai! In quella occasione Sisseck ha esposto gli otto principi che regolano la sua attività e che riporto qui sotto come un documento capace di ispirare produttori e appassionati di vino.
Peter Sisseck è sicuramente un enologo fuori dal comune. In passato, insieme allo zio, Peter Vinding-Diers, ha lanciato quella che è conosciuta come la nuova moda dei vini bianchi di Bordeaux. Poi ha lavorato in California, in Spagna e in Francia. Con i vini di Pingus è riuscito a ottenere il punteggio di 100/100 da parte di Robert Parker – Wine Advocate. I suoi vini hanno una trama fitta, un’armonia perfetta e godono di una reputazione di eccellenza a livello internazionale. Durante la visita a Pingus, Sisseck spiegò come il PH guidi le sue scelte vendemmiali e di cantina. Una filosofia che mostra la sua volontà di preservare la natura e farla esprimere al meglio.