Personaggi e Luoghi

Un saluto pieno di gratitudine a Mario Bindi

Mario Bindi è stato un grande sindaco di Montalcino dal 1980 al 1990. E’ l’uomo del centenario del Brunello e delle grandi speranze

Mario-Bindi-e-Carlo-Petrini

Mario-Bindi-e-Carlo-Petrini

di Donatella Cinelli Colombini

Uomo concreto, di poche parole e molti fatti. Uomo deciso e capace di guardare lontano. Uomo generoso, coerente e corretto. Un grande montalcinese che ha aperto una nuova stagione nella città del Brunello spingendo tutta la popolazione a credere in un futuro di crescita e di successo.
Lo ricordo nelle dispute semiserie con Carlin Petrini a tavola tenendo quasi a battesimo lo SlowFood.
Lo ricordo alla prima grande festa del Brunello in occasione del centenario della bottiglia più vecchia. Far superare le rivalità fra i produttori in nome del bene comune richiese diplomazia e determinazione, ma Bindi ci riuscì.

Lucio Tasca d’Almerita ci ha lasciati

Un pioniere e un paladino del grande vino di Sicilia e dell’Italia del grande vino. A lui va la nostra gratitudine e la nostra preghiera

Lucio Tasca d'Almerita

Lucio Tasca d’Almerita

di Donatella Cinelli Colombini

Lucio Tasca d’Almerita era un bellissimo uomo, elegante nell’aspetto e nei modi. Faceva parte di quell’aristocrazia siciliana attaccata alla terra ma allo stesso tempo colta, innovativa e internazionale.
Mi ricordo la loro casa di Roma piena di mappamondi. Mi ricordo i libri di ricette di Anna Tasca d’Almerita con i piatti poveri della tradizione sicula e quelli ricchi dei monsù, cuochi delle grandi famiglie. Mi ricordo l’intelligenza e la gentilezza di Giuseppe Jr. che condivise con me gli esordi del Movimento del Turismo del Vino. Mi ricordo Lucio Tasca d’Almerita a cena con Jancis Robinson, James Suckling e Piero Antinori. Cena in cui ero talmente intimidita dai commensali che non riuscii a dire cose sensate ne in italiano ne in inglese.

Giochessa Silvia Fuselli dal campo di calcio alla vigna

Una bella storia di sport, amicizia e attaccamento alla terra diventa il Vermentino Bolgheri DOC Giochessa. Silvia Fuselli, Sara Gama e Cristina Girelli

 

Giochessa-Silvia-Fuselli-Sara-Gama-Cristina-Girelli

Giochessa-Silvia-Fuselli-Sara-Gama-Cristina-Girelli

Di Donatella Cinelli Colombini

Ho conosciuto Silvia Fuselli dopo il Vinitaly 2022 quando mi ha riportato in Toscana e, durante il percorso, mi ha raccontato la sua storia di bambina di Bolgheri cresciuta in campagna e innamorata del calcio. Passione che l’ha spinta a diventare un atleta e poi una campionessa, lontano dalla sua terra di origine. Ha vinto 5 scudetti e ha giocato 53 volte nella squadra nazionale dove ha realizzando 11 reti in incontri internazionali. Era centrocampista o attaccante, ora è allenatrice di calcio.

 

SILVIA FUSELLI CAMPIONESSA DI CALCIO FEMMINILE

Lo sport le ha dato tanto ed è la sua grande passione ma in fondo è rimasta legata a Bolgheri e all’agricoltura. E’ cresciuta sulla costa toscana dei vini più famosi. 

Wanda Ferragamo la regina delle scarpe

La donna che ha guidato la Ferragamo per 58 anni trasformandola in una multinazionale quotata in borsa. Diceva <<io non ho fatto niente è tutto merito di Salvatore>>

 

Salvatore-e-Wanda-Ferragamo

Salvatore-e-Wanda-Ferragamo

di Donatella Cinelli Colombini

Ho incontrato “Magic Wanda” un paio di volte, a Firenze, in occasione di eventi dove io svolgevo il ruolo di paggio – accompagnatore di mia madre Francesca. La Signora Wanda era un mito di livello internazionale e faceva parte, con Marisa Bellisario e poche altre, dell’avanguardia femminile nelle stanze dei bottoni.
Di recente ho condiviso con sua figlia Giovanna la presenza nel Consiglio di Reggenza della Banca d’Italia a Firenze – intelligente e misurata lei, impulsiva e agitata io – e Giovanna mi ha regalato la biografia di Wanda Ferragamo spiegandomi <<è scritta da mia nipote Ginevra Visconti, quindi è un racconto, da dentro la famiglia. Per questo ha un contenuto più intimo, più profondo>>. Devo confermare, nessun scrittore, per quanto bravo, avrebbe portato il lettore nella casa e nella famiglia Ferragamo con la stessa autenticità, cogliendo anche i dettagli. <<Mia madre era una donna forte>> mi ha detto Giovanna <<non potevi andare da lei a piangere>> e io che ho avuto una madre dello stesso tipo, ho sorriso.

 

See, Feel, Taste Val d’Orcia

Letteralmente “Guarda, senti e assaggia la Val d’Orcia” bellissimo libro di Anastasia Kellermann scrittrice esordiente americana-olandese con cuore toscano

 

Anastasia-Kellermann-mostra-la-copertina-del-suo-libro-See-Feel-Taste-Val-d'Orcia

Anastasia-Kellermann-mostra-la-copertina-del-suo-libro-See-Feel-Taste-Val-d’Orcia

Di Donatella Cinelli Colombini

Presentato alla Pieve di Vitaleta fra Pienza e San Quirico d’Orcia, il libro di Anastasia Kellermann ci porta nel suo “sogno toscano” fatto di sapori e persone, luoghi da favola e tramonti mozzafiato in quella che sembra una terra benedetta da Dio per la sua misteriosa armonia fra eccellenza e semplicità, natura e arte, stile vita e di lavoro.

 

LA VAL D’ORCIA VISTA CON GLI OCCHI DI UNA AMERICANA OLANDESE CON CUORE TOSCANO

Quella che segue è la prefazione che ho scritto per il libro “See Feel Taste Val d’Orcia” e rispecchia l’importanza e la novità di questo bellissimo libro di foto e testi emozionanti.

 

Il miglior enologo 2022 è Jean-Louis Chave

Il premio si chiama Winemakers’ Winemaker, cioè Enologo degli Enologi 2022 e lo ha vinto Jean Louis Chave, il re dell’Hermitage nella valle del Rodano

 

Wine-Spectator-Jean-Louis-Chave

Wine-Spectator-Jean-Louis-Chave

di Donatella Cinelli Colombini

Chi è il miglior enologo 2022 vincitore del premio assegnato dai Master of Wine? E’ francese ma ha studiato enologia in USA prima all’Università del Connecticut e poi a UC Davis in California – e produce nella collina dell’Hermitage della Valle del Rodano.

 

JEAN LOUIS CHAVE E’ IL WINEMAKERS’ WINEMAKER 2022

Jean-Louis Chave ha ricevuto il premio “Winemakers’ Winemaker 2022” durante ProWein il 16 maggio. Iscrive il suo nome in una lista di vincitori prestigiosa che comprende Peter Sisseck (2011), Peter Gago (2012), Paul Draper (2013), Anne-Claude Leflaive (2014), Egon Müller (2015), Alvaro Palacios (2016), Eben Sadie (2017), Jean-Claude Berrouet (2018) e Angelo Gaja (2019).
Il premio, istituito dai Master of Wine nel 2011, ha avuto una sosta di due anni causata dal Covid. Celebra chi ottiene risultati eccezionali in ambito enologico. Il vincitore viene scelto da una giuria di wine makers che comprende i Master of Wine produttori e i vincitori delle passate edizioni.

 

Le mogli hanno sempre ragione

Nuovo libro e nuovo successo di Luca Bianchini che questa volta si cimenta con il genere poliziesco sempre in chiave ironica e dissacratrice

Luca-Bianchini-Le-mogli-hanno-sempre-ragione

Luca-Bianchini-Le-mogli-hanno-sempre-ragione

di Donatella Cinelli Colombini

Ho sempre saputo che scrivere libri gialli è difficilissimo. Figuriamoci poi la difficoltà di scrivere un poliziesco che mette a nudo le vanità italiane!

LUCA BIANCHINI E IL SUO PRIMO LIBRO GIALLO

In fondo al libro il mio amico e ottimo scrittore Luca Bianchini ammette che si è trattato di un’impresa eroica <<ho deciso di scrivere un “giallo” in un periodo in cui si poteva viaggiare solo con la fantasia. Una sfida che non avrei mai affrontato senza l’aiuto di Agatha Christie>>.
Luca ha vinto la sfida “Le mogli hanno sempre ragione” (Mondadori pp.237 € 18,50) è un ottimo libro. E’ divertente, avvincente, capace di far sorridere delle nostre vanità e rivalutare le passioni, anche quelle nascoste. Di Agatha Christie c’è solo il finale con la riunione plenaria dei sospettati ma lo stile è italianissimo e richiama Giovannino Guareschi nel suo racconto di Don Camillo e Peppone. L’ambiente è diverso perché la saga di Polignano scritta da Luca Bianchini e iniziata con “Io che amo solo te”, è lontana da Ponteratto nella Bassa emiliana ma lo stile narrativo è simile. Luca come Guareschi e, per altri versi come Eduardo De Filippo, mette in ridicolo i vizi più diffusi di noi italiani: la vanità di sembrare più di quello che siamo, l’ipocrisia di nascondere le verità che sanno tutti, la curiosità per i fatti degli altri ….. ma anche la scarsa attenzione agli aspetti più veri e più belli della nostra personalità. Va a finire che per correre dietro alla vanagloria non dedichiamo abbastanza impegno a coltivare il talento che possediamo e che finisce per emergere quasi per caso.

DONNE DEL VINO DA TUTTA ITALIA IN CAMPANIA E A PROCIDA

Il vino è cultura – il domani del vino è ora. Con questi messaggi le Donne del Vino si sono riunite dal 10 al 13 giugno in Campania per una convention stellare

 

di Donatella Cinelli Colombini

Convention-Nazionale-Donne-del-Vino-2022-in-Campania

Convention-Nazionale-Donne-del-Vino-2022-in-Campania

Quattro giorni di degustazioni, visite nelle cantine e dei territori, convegni e incontri nel Parco del Vesuvio, nei Campi Flegrei, in Irpinia e all’isola di Procida, Capitale Italiana della Cultura 2022. Un programma talmente ricco e bello da attirare un numero di partecipanti molto superiore alle attese, suscitando la gioia e la preoccupazione in Valentina Carputo, delegata della Campania che ha organizzato la convention.

 

LA CONVENTION NAZIONALE 2022 DELLE DONNE DEL VINO INIZIA SUL VESUVIO

Il programma inizia venerdì 10 nel pomeriggio nel Parco Nazionale del Vesuvio davanti alla baia di Napoli e auno dei vulcani attivi più famosi al mondo. Il territorio è uno scrigno di biodiversità con una tradizione vitivinicola antichissima e uve autoctone come Piedirosso, Caprettone, Falanghina, Aglianico e Catalanesca. Qui visitiamo l’azienda Cantina del Vesuvio con il suo delizioso spumante e il suo spettacolare panorama. Il percorso prosegue nella cantina  Sorrentino dove ci viene servita una strepitosa cena nella vigna e riceviamo un’autentica lezione sulle buone pratiche enoturistiche.

 

Ribera del Duero in Spagna l’eldorado del vino europeo

Cronaca del viaggio nella Ribera del Duero con l’Académie Internationale du Vin per scoprire la regione dove investimenti, prezzi e qualità si moltiplicano 

 

Ribera-del-Duero-Castillo-de-Peñafiel-Donatella-Cinelli-Colombini-Carlo-Gardini

Ribera-del-Duero-Castillo-de-Peñafiel-Donatella-Cinelli-Colombini-Carlo-Gardini

di Donatella Cinelli Colombini

Il Symposium du Printemps è l’occasione per riabbracciare i membri dell’Académie Internationale du Vin dopo la sosta Covid. Si tratta di produttori spesso molto famosi come la Master of Wine Fiona Morrison, enologi, esperti ….. i soci spagnoli sono molto numerosi ed è per questo che i viaggi nella Penisola Iberica sono piuttosto frequenti: Maria José Lopez de Herdia Montoya della celeberrima Vinia Tondonia, Juan Carlos Lopez de la Calle di Artadi, il rivoluzionario del vino Rioja, Carlos Esteva Grewe di cui ho visitato le spettacolari cantine tre anni fa…..

CON L’ACADEMIE INTERNATIONALE DU VIN NELLA RIBERA DEL DUERO

Quest’anno il viaggio è nella Ribera del Duero dal I° al 3 giugno. Io e mio marito Carlo Gardini arriviamo nell’aeroporto di Madrid con le immense volte ad onda progettate da Richard Rogers, trovandolo completamente vuoto. Siamo in anticipo di un giorno sulla convention ma in tempo per rinnovare la visita del centro storico e riassaggiare la mia adorata paella. Compriamo anche una statuina portafortuna da mettere nel presepio: la posa è poco elegante ma la tradizione vuole che i soggetti siano riprodotti mentre fanno i loro bisogni.
La Ribera del Duero è attualmente la punta di diamante delle denominazioni iberiche e si estende nelle regioni di Castiglia e Leon; occupa la parte settentrionale dell’Altipiano più antico e più vasto della Penisola Iberica, la Meseta. Il 60% del patrimonio artistico spagnolo è in questa area. La D.O.C. (in Spagnolo “Denominación de Origen”) Ribera del Duero si estende per circa 21.000 ettari vitati, su 60 Comuni della Provincia di Burgos, 19 di Soria, 4 di Segovia e 20 di Valladolid.

 

Chi è Lamberto Frescobaldi Presidente UIV

Eletto all’unanimità, guiderà l’Unione Italiana Vini per i prossimi 3 anni. Il Marchese fiorentino, capo di una delle più prestigiose griffe del vino italiano

 

LambertoFrescobaldi-GuidoFolonari,-SilvanaBallotta

LambertoFrescobaldi-GuidoFolonari,-SilvanaBallotta

di Donatella Cinelli Colombini

A prima vista sembra un lord inglese ma se parla viene fuori l’accento americano perché ha studiato a Davis in California, l’università più famosa del mondo per il wine business dove ha mandato anche suo figlio. L’aspetto anglofilo è abbastanza comune a tutta l’aristocrazia fiorentina che, anche nell’abbigliamento, sembra sempre reduce da un soggiorno al castello di Balmoral in Scozia. Ma pochi hanno l’orgoglio di dire, come i genitori di Lamberto, di essere stati invitati al matrimonio di William e Kate – e non sedendo in fondo all’abbazia di Abbazia di Westminster ma nelle prime file, fra quelli che hanno solo sangue blu nelle vene.

 

FRESCOBALDI NOBILI, BANCHIERI, VIGNAIOLI FIORENTINI

In effetti Lamberto ha 30 generazioni di Frescobaldi alle spalle con una storia familiare di banchieri e vignaioli. La produzione di vino fu iniziata nel Trecento da Berto Frescobaldi che lasciò ai figli terre e vigneti.

Matrimonio fra le vigne toscane

La raffinatezza informale della campagna toscana per chi sogna un matrimonio unico e allietato da grandi vini. Alla Fattoria del Colle: storia, natura e allegria

 

 

di Donatella Cinelli Colombini

Sposarsi in Toscana, fra le vigne BIO di Chianti e dell’Orcia DOC, il “vino più bello del mondo”. Davanti al meraviglioso paesaggio delle Crete Senesi e della Valdorcia. Sembra un film, ma invece è realtà.
In una fattoria del Cinquecento rimasta intatta nel tempo, con giardini storici, sale monumentali, cantina e ristorazione. Quasi un piccolo borgo rurale dove le antiche case dei contadini sono state trasformate in camere e appartamenti per i turisti (106 posti letto) e sono arredate con mobili antichi autentici che trasmettono calore e intimità.

 

MATRIMONIO TRA LE VIGNE PER CHI AMA LA NATURA, LA STORIA E I GRANDI VINI

matrimoni-toscana-grandi-vini-come-set-fotografici-per-gli sposi-alla-Fattoria-del-Colle

matrimoni-toscana-grandi-vini-come-set-fotografici-per-gli sposi-alla-Fattoria-del-Colle

Il matrimonio alla Fattoria del Colle è per chi ama la natura e i grandi vini. Vuole una festa di nozze romantica e di stile toscano. Ha voglia di qualcosa di elegante e insieme informale in cui tutti siano a loro agio.

Per chi ama il sapore della cucina tipica ma anche la raffinatezza e poi vuole ballare, scatenandosi o lasciandosi cullare dalla magia delle notti d’estate in campagna ….
Nell’estate 2022 sono ancora disponibili alcune date infrasettimanali mentre è quasi tutto libero il calendario 2023. Ovviamente le nozze organizzate dal lunedì al giovedì hanno il vantaggio di un costo minore (10% e oltre sia sulla festa che sui pernottamenti). Non è male, come scelta, anche Donatella Cinelli Colombini si è sposata di giovedì!

 

MATRIMONI CIVILI, SIMBOLICI O RELIGIOSI MA NON CATTOLICI

Alla Fattoria del Colle sono possibili cerimonie civili, riti religiosi non cattolici e cerimonie simboliche.

Voglia di natura: vini senza mani

Come e perché un crescente numero di produttori di tutto il mondo sceglie di produrre “senza mani” al naturale con poco o nessun intervento umano

 

Bernard Bohn-Alsazia-vini-senza-mani-con-poco-intervento-dell'uomo

Bernard Bohn – Alsazia – vini senza mani con poco intervento dell’uomo

Di Donatella Cinelli Colombini

Cresce la paura per ciò che è manipolato dalla chimica e dalla tecnologia. Negli ultimi anni la sete di profitto unita agli errori degli “scienziati” hanno fatto disastri di dimensioni enormi, mucca pazza al primo posto, mettendo a rischio la salute dei consumatori.
Da questo e da una nuova consapevolezza che collega le scelte alimentari alla salvaguardia della propria salute e dell’ambientale del pianeta, nasce l’orientamento dei consumi verso il bio/biodinamico e il localismo inteso come i km 0, le tradizioni delle nonne, le verdure di stagione e in generale, per quanto riguarda gli italiani, la predilezione per i prodotti nazionali.

 

VINO SENZA MANI E RICERCA DELLA NATURALEZZA E DELLA TIPICITA’

Nel vino due sono le tendenze più forti: la diversità e la naturalezza. Due concetti che spesso si allacciano uno all’altro a volte, ma non sempre, con buoni risultati perché l’aspirazione a una “natura amica” che fa tutto da sola, almeno per il vino, è solo un sogno romantico.

Chris Brockway di Broc Cellars- vini fatti con pochissimo intervento umano

Chris Brockway di Broc Cellars- vini fatti con pochissimo intervento umano

In realtà più rispetti la natura e più lavoro devi fare o, come dice il californiano Chris Brockway di Broc Cellars <<ci vuole molto lavoro per fare poco>>.
Tuttavia la “vendemmia senza mani” è sempre più di moda e Vicki Denig ha raccolto molto opinioni per Wine Searcher. C’è chi come l’alsaziano Bernard Bohn dice che <<Se un winemaker non ha una mentalità “senza mani” diventa come un pittore che fa solo copie di uno stesso quadro>>, per cui la scelta sarebbe fra un vino commerciale e uno pieno di caratteri autentici e diversità.

 

LA RINUNCIA AGLI INTERVENTI UMANI ACCRESCE IL LAVORO

Quello del “vino senza mani” è un mondo senza regole codificate da leggi o regolamenti (salvo quelli francesi sui vini naturali), dove ogni produttore ha le sue convinzioni, ma alcuni elementi sono uguali per tutti: uve BIO, minime manipolazioni in vinificazione e nessuna aggiunta salvo poco zolfo.
Come ho detto prima i così detti “vini senza mani” per arrivare all’eccellenza, richiedono tanto lavoro e grandissima maestria. Per questo Tomoko Kuriyama a Savigny-les-Beaune, di Chantereves, spiega che <<quando si lavora con il lievito indigeno, si ha meno sicurezza>>, anche se per lei l’aumento delle variabili e dei rischi rende la vinificazione ancora più eccitante perché l’impronta del terroir diventa più forte e per questo rinuncia anche al controllo della temperatura.
Decisione questa che sta trovando consensi così come la rinuncia alla filtrazione.