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COMPRI L’ETICHETTA O IL VINO?

Quattro persone su cinque scelgono il vino sullo scaffale in base all’etichetta mentre la presenza di descrizioni “emotive” spinge a spendere di più

 

Montalcino-Enoteca-Bruno-Dalmazio

Montalcino-Enoteca-Bruno-Dalmazio

Di Donatella Cinelli Colombini

Il numero dei vini è diventato enorme e cresce in continuazione. Ormai nessuno, proprio nessuno, conosce tutte le bottiglie in commercio. Per questo la scelta davanti allo scaffale è sempre più influenzata dal packaging. Ad esclusione di pochi brand super noti, il resto delle etichette formano un panorama senza grandi distinzioni, oltre il prezzo, la zona di origine o il vitigno.

 

 

 

 

VIVINO E LA SCELTA DEL VINO IN BASE ALL’ETICHETTA

Vivino è la più grande piattaforma di recensioni e vendita di vino nel mondo, offre 15 milioni di tipologie diverse provenienti da 245.000 cantine diverse. Ha un sistema di crowd-sourced che personalizza i consigli di acquisto in base alle scelte precedenti di ogni membro della sua community, ma ha comunque voluto capire come scelgono i consumatori.Il sondaggio ha riguardato 1.800.000 clienti di Vivino. L’85% di loro ha dichiarato di aver scelto il vino principalmente in base all’aspetto dell’etichetta. Paul Jones di Vivino ha commentato i risultati del sondaggio mettendo l’accento sulla crescita di importanza del packaging a seguito dell’incremento del numero di bottiglie presenti sugli scaffali di vendita. Un problema che riguarda tutti i grandi assortimenti: dal supermercato, alle grandi enoteche e soprattutto l’e-commerce. Per questo The Drinks Business organizzerà nel 2023 il primo Design and Packaging Masters in cui la progettazione complessiva della bottiglia di vino viene insegnata rispetto a un mercato sempre più mondale e competitivo.

 

LA DESCRIZIONE EMOTIVA DEL VINO E LA PERCEZIONE DEL SUO VALORE

Ma non è solo il look a condizionare l’acquisto del vino: uno studio dell’Università di Adelaide sul packaging delle bottiglie australiane bianche ha indagato l’influenza delle descrizioni sulla percezione del valore e persino dell’assaggio. La ricerca pubblicata su Food Research International Australia ha mostrato che alcune spiegazioni hanno un effetto “emotivo”, cioè spingono il consumatore a spendere di più. Come aveva spiegato anche Vincenzo Russo, la presenza di descrizioni contenenti parole facilmente comprensibili e “tattili” come setoso, caldo, vellutato …. suscitano sensazioni positive e condizionano le percezioni. La novità scoperta in Australia è che l’effetto positivo riguarda sia l’esperienza del consumo che la valutazione del valore commerciale del vino.
Infine, il mio consiglio ai colleghi produttori è di porre maggiore attenzione al design delle etichette e ai contenuti delle descrizioni sul retro delle bottiglie, mentre ai wine lovers suggerisco di dare meno importanza all’apparenza e più alla sostanza.