DONNE DEL VINO E VETRO LEGGERO
“Lo faccio ma non lo dico” cantine costrette ad usare il vetro leggero senza comunicarlo per non avere contraccolpi commerciali in Italia. L’analisi di Marta Galli
8 giugno, le Donne del Vino Toscane, guidate da Donatella Cinelli Colombini, sono alla Vetreria Etrusca di Montelupo Fiorentino ospiti della famiglia Bartolozzi, per parlare di bottiglie di vetro leggero per il vino. Il convegno è stato aperto dai saluti della Vicepresidente e Assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi e l’Assessore Stefania Fontanelli del Comune di Montelupo Fiorentino. E’ seguito un pranzo alla Torre Frescobaldi, sede del Museo del Fiasco toscano e poi la visita alla Fattoria Dianella ospiti di Veronica Passerini d’Entreves.
LA RIDUZIONE DEL PESO DEL VETRO E LA SOSTENIBILITA’ DEL VINO
L’uso del vetro leggero è fondamentale per la sostenibilità del comparto enologico perché la produzione di ogni chilogrammo di vetro equivale all’emissione di 2,7 chilogrammi di CO2.
Il progetto è stato ideato dalla sommelier Paola Rastelli e realizzato da Marta Galli Direttore Operativo dell’Osservatorio sulla sostenibilità nei settori del vino e turismo del vino dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano e discendente di una celebre dinastia di produttori di Amarone de Le Ragose. L’analisi qualitativa 2023 prosegue un primo questionario somministrato nel 2021 dal quale emergeva una sensibilità ambientale molto diffusa fra le produttrici italiane.
L’analisi presentata a Montelupo Fiorentino verrà riproposta a Milano il 30 giugno e ha riguardato 22 interviste a Donne del Vino produttrici di Veneto e Toscana. Conferma la diffusa volontà di contribuire alla riduzione dell’impronta carbonica del vino e mostra come la scelta dell’utilizzo del vetro leggero sia sempre accompagnata dalla presenza di certificazione BIO o Sostenibile. La capacità di comunicare le proprie scelte ambientali è invece meno generalizzata ed è migliore nelle aziende grandi (sopra 50 milioni di fatturato), con particolare riferimento ai mercati scandinavi e anglosassoni. Purtroppo in Italia diventa quasi irrilevante. Da noi l’utilizzo di vetro leggero porta anzi uno svantaggio competitivo per la cantina produttrice.
I FALSI MITI CHE OSTACOLANO LE CANTINE NELL’USO DEL VETRO LEGGERO
Interessante l’esito dell’analisi sui “falsi miti” riguardanti il vetro leggero: lascia passare la luce e questo rovina la qualità. Il vino nelle bottiglie di vetro leggero ha una vita più breve. L’azienda ha voluto risparmiare nel packaging …. Tutte fake news che associano il peso del contenitore all’importanza del contenuto e spiegano la reazione negativa di molti operatori e consumatori italiani. Per questo il peso del vetro sale quando viene usato su vini super premium come Brunello o Amarone. Questo spiega il sentimento di molte cantine che si sentono un po’ sole di fronte alle scelte ambientaliste e chiedono una «consumer education» che passi da giornali, guide e consorzi, al fine di veder premiati i propri sforzi nella sostenibilità.
Altro problema riguardante il vetro leggero riguarda il minor numero di formati, circostanza che talvolta costringe a modificare il look delle bottiglie.
Per le cantine l’impegno sull’ambiente è visto soprattutto come un dovere etico e non tanto come un’opportunità perché ha un costo economico e, per alcune pratiche come l’uso del vetro leggero, non ha una certificazione conosciuta come la fogliolina BIO per cui non ottiene un ritorno commerciale.
LE PROPOSTE UE PER RIDURRE GLI IMBALLAGGI E SOPRATTUTTO IL VETRO
Il contenimento del peso delle bottiglie, il riciclo del vetro e l’indicazione in etichetta del corretto processo di smaltimento, sono fra le proposte europee per ridurre l’impatto ambientale della produzione del vino. Ad esse si sta affiancando il riuso delle bottiglie usate con un progetto che prevede, entro sette anni, una quota fra il 5 e il 10% di bottiglie riusate fra quelle immesse nel mercato europeo. La percentuale dovrebbe salire fino all’80% entro il 2040.
Rispetto a quest’ultimo progetto le opinioni delle produttrici sono molto caute e vengono evidenziate le grosse difficoltà soprattutto riguardo alla tappatura. Infatti, anche ammettendo un’omologazione dei vetri a pochi formati e l’allestimento di un circuito di recupero e sanificazione delle bottiglie usate, è difficile immaginare l’assenza di differenze fra i colli dei contenitori fatti da vetrerie diverse. Difformità che potrebbero creare seri problemi ai premium wine e ai vini da invecchiamento.
CHI SONO LE DONNE DEL VINO
Le Donne del Vino sono un’associazione senza scopi di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi oltre 1050 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. Il gruppo toscano è composto da 85 socie. La Presidente Nazionale è la produttrice campana Daniela Mastroberardino. Altre info sul sito e sul blog: www.ledonnedelvino.com