I DONI DELL’ENOTURISMO AL VINO ITALIANO (2)
15 milioni di visitatori delle cantine italiane da trasformare in destinatari delle offerte. I winery Hotel come vetrina dell’enologia italiana. Vediamo come

WINERY-HOTEL-STOCCOLMA-SOFIA-RUHNE
di Donatella Cinelli Colombini
Durante il covid, l’obbligo di prenotare l’esperienza in cantina, ha creato l’abitudine a fissare in anticipo la visita con degustazione. Un tempo lo facevano solo i gruppi ma ora si tratta di un comportamento diffuso anche fra i turisti privati. Spesso il contatto è online mediante il cellulare o il PC e questo permette di registrare messaggi e e-mail del cliente con una procedura abbastanza veloce. Altro strumento per ottenere i contatti del visitatore è l’offerta del WiFi gratuito in cantina in cambio di una liberatoria alla registrazione.
Con gli stranieri che si fanno spedire il vino a casa ottenere i contatti è ancora più facile. Ovviamente bisogna ottemperare alle norme sulla privacy e possibilmente profilare il cliente in base a ciò che compra. Due elementi che, fin ora, frenavano la raccolta dei contatti a causa della reazione negativa dei clienti in fila davanti alla cassa. Forse bisogna aggirare l’ostacolo, usare i sistemi descritti sopra, ma anche usare meglio gli strumenti di pagamento: collegare la cassa al lettore del codice a barre delle bottiglie e digitare gli indirizzi mail dei clienti. Il CRM profilerà il visitatore e svilupperà i contatti successivi.
DAL NEVERENDING ALLA VENDITA ONLINE AI CLIENTI ATTRAVERSO IL CRM
Ed ecco l’importanza del “neverending” cioè di quel sentimento di affetto che lega il turista ai luoghi e le persone che incontra durante il viaggio e con le quali vuole mantenere un legame quasi a prolungare l’esperienza, la vacanza dopo essere tornato a casa. Il legame affettivo con la gente del vino è decisamente più forte rispetto a quello ispirato da compagnie aeree oppure catene alberghiere. Lo dimostrano i dati forniti dalla Silicon Valley Bank. Essi mostrano come i messaggi provenienti dalle cantine USA vengono aperti nel 37% dei casi e spesso originino un clic sul sito (17%). Questo significa che le probabilità di trasformare l’enoturista in cliente affezionato sono altissime. Per riuscirci il CRM – Customer Relationship Management, è indispensabile, sia che il rapporto continui tramite l’iscrizione a wine club aziendale che a una newsletter mensile.
WINERY HOTELS – URRBAN WINERY

Roberta-Garibaldi-e-Donatella-Cinelli-Colombini-agli-Stati-Generali-del-Turismo-2022
La moda dei “concept hotel” cioè degli alberghi a tema è ormai fortissima. Ne vengono costruiti di tutti i tipi e sempre più audaci. Parte dal bisogno di differenziarsi all’interno dell’offerta ricettiva, di collegarsi alle motivazioni di viaggio e di creare emozioni capaci di fidelizzare la clientela.
Il tema vino è molto presente. Secondo i dati di Roberta Garibaldi presentati agli Stati Generali del Turismo (Chianciano 2022) il 48% dei vacanzieri italiani desidera pernottare in un hotel a tema ‘cibo e vino’.
Nell’ottobre scorso AirBnB ha comunicato che la camera con “vista vigne” è fra le più richieste. Il gigante del pernottamento non convenzionale ha introdotto la categoria “vigna” fra le opzioni di scelta la scorsa primavera ed i risultati sono stati eccellenti. Nella classifica europea delle destinazioni più amate, la Toscana è terza dietro a isole Baleari e Catalogna, il Veneto è nono. Fra le città primeggia San Gimignano patria della Vernaccia, seguita da Greve in Chianti e poi dal Garda. Ancora dalla Toscana: Montepulciano al 4° posto e Montalcino al 10°.
La ricettività non convenzionale cresce di numero e di tipologia: botti trasformate in camere, bubble room simili a igloo trasparenti per avere l’impressione di dormire nel vigneto, case sugli alberi ….
Ma il maggiore apporto dell’enoturismo al vino scaturisce da situazioni simili al Winery Hotel di Stoccolma. Si tratta di un albergo a tema che contiene una piccola cantina attrezzata di tutto punto e aperta ai visitatori. Produce vino con l’uva trasportata dalla tenuta Terreno in Chianti Classico con un camion refrigerato. Si tratta di una proprietà della stessa famiglia Ruhne che possiede l’hotel.
Il Winery Hotel costituisce un’esposizione permanete del vino italiano in Svezia e soprattutto del Chianti Classico. Una vera cantina toscana che viene mostrata a scolaresche, aspiranti sommelier, semplici wine lovers. Per ora la viticultura svedese è solo agli esordi e quindi il Winery Hotel costituisce la prima opportunità di vedere il processo produttivo del vino senza uscire dalla Scandinavia.
La urban winery che si trova all’interno dell’albergo è una riproduzione in piccolo delle cantine del Chianti Classico e avvicina il consumatore svedese ai vini Toscani come nessuna azione di comunicazione riesce a fare per cui andrebbe sfruttata meglio anche a livello consortile e istituzionale.