degustazione di vino

IL FUTURO DEL VINO E’ BIANCO

2023 “ANNUS HORRIBILIS” DEI VINI ROSSI CON POSSIBILITÀ DI RECUPERO PONENDO ATTENZIONE ALLE GRADAZIONI E ALLA TEMPERATURA DI SERVIZIO MENTRE I BIANCHI VANNO BENE

 

per arginare la crisi dei vini rossi bisogna abbassare la temperatura di servizio e il grado alcolico

per arginare la crisi dei vini rossi bisogna abbassare la temperatura di servizio e il grado alcolico

Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

WineNews ci propone tre articoli contemporaneamente in qualche modo connessi con il crescente successo del vino bianco: il primo è sulle enoteche dove i consumi hanno solo una leggera riduzione e vini bianchi vanno per la maggiore comprese le bollicine. Il caldo da record dell’estate 2024 ha aiutato la richiesta di bianchi fermi e in generale di vini a bassa gradazione alcolica. Certamente gli scontrini sono dimagriti ma non ci sono segnali di crisi e le tipologie che incuriosiscono maggiormente sono quelle dove il legame fra vino e territorio è più forte all’interno di una logica di sostenibilità. In altre parole l’etica produttiva conta sempre di più.

IL SECCHIELLO DEL GHIACCIO PUO’ SALVARE I VINI ROSSI

Fra le tendenze dell’estate 2024 ci sono i rossi “da secchiello” cioè gradevoli anche dopo un drastico raffreddamento, come, ad esempio la Schiava dell’Alto Adige.

Un elemento, quello della temperatura di servizio, su cui ha molto insistito Andrea Lonardi primo enologo italiano a diventare Master of Wine. A suo avviso il vino rosso ha uno dei suoi talloni d’Achille nella temperatura di servizio <<si sta affermando sempre di più questo concetto di pinosophy>> cioè quei vini rossi che assomigliano ai pinot noir e quindi sono molto morbidi anche a basse temperature di servizio.
I consumatori si stanno orientando su vini rossi stilisticamente caratterizzati da una “bevibilità fresca” e una gradazione contenuta. Continuando a puntare sui vini di grande volume i problemi cresceranno <<abbiamo visto che anche all’ultimo congresso Assoenologi il mercato tedesco prevede di diventare al 70% di bianchi e rosati, nei prossimi tre anni>>.

IL SUCCESSO DEI VINI NELL’EXPORT PASSA ANCHE DAL TURISMO 

L’ultima parte di questa analisi sul “successo bianchista” riguarda l’intervista a tre protagonisti della distribuzione dei vini di alta gamma. L’opinione unanime è di un rallentamento dei consumi contenuto. Luca Cuzziol alla guida di Cuzziol Grandi Vini e della Società Excellence, che riunisce 21 importanti nomi del settore, nota come siano proprio i vini italiani a soffrire di più nell’attuale << “tempesta perfetta” per certi aspetti: i ragazzi giovani bevono meno vino, e magari guardano di più ai cocktail; la ristorazione ha una presa di posizione sui ricarichi dei vini che un po’ rallenta le cose; la perdita di potere di acquisto degli stipendi indubbiamente non aiuta>>. Marcello Meregalli è solo leggermente più positivo e conferma la crescita dei bianchi sui rossi e quella dei vini con << con gradazioni alcoliche più basse>>. A dispetto della crisi economica <<per i vini di fascia più alta, che vanno da 50 euro in su in carta, non ci sono particolari problemi>>.
Ultima intervista a Carlo Alberto Sagna che ha confermato le osservazioni dei suoi colleghi sul progresso dei vini bianchi segnalando il ruolo decisivo del turismo rispetto ai mercati esteri del vino << secondo una stima del nostro Osservatorio, nel 2024 almeno il 34% dell’export sarà influenzato dal turismo>>.