Il Tempio del Brunello
Il museo che fa vivere le emozioni dei grandi rossi di Montalcino e dà una cornice prestigiosa , aggiornata e glamour al Brunello trattandolo come un’opera d’arte

Tempio-del-Brunello-Montalcino
di Donatella Cinelli Colombini
Il Tempio del Brunello usa le parti gotiche dell’antico convento di Sant’Agostino, nel cuore di Montalcino, per offrire ai wine lovers di tutto il mondo, un’esperienza emozionante sul vino e sul territorio. Soluzioni architettoniche e tecnologiche molto moderne sui muri medioevali che sovrespongono la doppia anima di Montalcino: quella antica e quella attuale. Due motivi di grande orgoglio che si esaltano a vicenda.
OPERA LABORATORI E IL TEMPIO DEL BRUNELLO

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Opera Laboratori, è forse la più grande impresa culturale italiana, e sicuramente quella che ha saputo meglio interpretare il concetto moderno di museo come spazio da vivere, dove i viaggiatori acquisiscono informazioni anche attraverso un’esperienza emotiva e coinvolgente.
BRUNELLO COME OPERA D’ARTE
Colpisce la volontà di rispettare l’offerta turistica delle cantine, degli agriturismi e di quanti, nel territorio, offrono visite con degustazione, lezioni di cucina, ricerca del tartufo e altre esperienze dirette della civiltà locale. Colpisce il rispetto di certe regole, anche a rischio di complicare la comprensione dei messaggi. Il territorio di Montalcino è infatti descritto nella sua attuale dimensione comprensiva del municipio di San Giovanni d’Asso anche se non fa parte del territorio di produzione del Brunello.
Così come colpisce il ruolo protagonista affidato al territorio, raccontato dalla visita aerea dei luoghi attraverso la visione a 360 gradi, attraverso le terre esposte accanto ai paesaggi vitati e attraverso i colori che permettono di creare immagini da ricevere online.
TEMPIO DEL BRUNELLO E LE EMOZIONI DI UN GRANDE VINO VANNO IN SCENA
Il risultato espositivo è più spettacolare che esperienziale con parti di grande suggestione quando i dipinti medioevali legati alle vigne e al vino vengono proiettate sulle pareti in pietra e gli archi a ogiva. La parte in cui il visitatore è più attivo sono nella zona di degustazione dove l’interattività offre autentiche chicche con il tavolo da degustazione che apre le schede del primo Master of Wine italiano Gabriele Gorelli oppure la parete mobile che mostra l’evoluzione del colore del vino fino a 75 anni di età.
ALLESTIMENTI DI GRANDE DESIGN E GRANDE TECNOLOGIA IN AMBIENTI GOTICI
L’ambientazione nel complesso monumentale di Sant’Agostino crea un contesto di altissimo livello al Tempio del Brunello. Ci sono la grande Chiesa trecentesca, i due chiostri, il Museo ricco di una spettacolare collezione di scultura lignea policroma, tavole di Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti e il meglio di Bartolo di Fredi…. Accanto a queste testimonianze del passato, la zona museale dedicata al Brunello apre una prospettiva verso il futuro. Arredi, tecnologie, materiali, effetti sonori e visivi reggono il confronto con le strutture espositive più evolute e importanti di Chicago, Londra, Zurigo, Oslo. In altre parole se invece che il Tempio del Brunello fosse la collezione privata di un miliardario con opere di Andy Warhol, Jackson Pollock oppure Mark Rothko, forse avrebbe un allestimento dello stesso tipo ma sicuramente non più bello.
Tratta il vino come un’opera d’arte e abitua ad un maggiore rispetto chi lo produce e chi lo consuma.
Quindi trovo azzeccatissima la scelta dei curatori di Opera Laboratori che insieme al Consorzio del Brunello, Arcidiocesi e Comune, hanno voluto questo progetto.
PICCOLI CONSIGLI E GRANDE COMMOZIONE
Prima di chiudere due note: una dispettosa e l’altra nostalgica. Qualche concessione alla comprensibilità va fatta mettendo didascalie o elementi che aiutino il visitatore a distinguere Montalcino da Camigliano o Montisi come le terre delle diverse zone della collina montalcinese.
Mi ha fatto un immenso piacere vedere mia madre Francesca Colombini nei video sulle voci del Brunello. Ascoltare le sue parole, come quelle di Franco Biondi Santi, serve da monito alle nuove generazioni perché si impegnino a difendere e migliorare il patrimonio di valori e saperi che arriva dalle vecchie generazioni.