Uva biologica: il vino batte quello tradizionale
Su una scala di 100 punti i vini da uva biologica ne ottengono 4,1 in più rispetto a quelli da agricoltura tradizionale e 5,6 centesimi in più i rossi
Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne
L’analisi è pubblicata sul Journal of Wine Economics ed è firmata da Magali Delmas, professoressa nella prestigiosissima università californiana UCLA University of California Los Angeles, che si vanta di avere, fra i suoi laureati, 13 Premi Nobel e 261 medagliati alle Olimpiadi. Insomma una grande università nello Stato americano che produce il 90% del vino a stelle e strisce, ogni ricerca proveniente da quel contesto va considerata con tutto il rispetto e questa non fa eccezione.
L’analisi riguarda i giudizi di 74.000 vini prodotti tra il 1998 ed il 2009 da 3.842 cantine californiane (rappresentativo di una produzione totale di oltre 3 miliardi di bottiglie), espressi dai tre giornali USA più importanti: Wine Advocate-Robert Parker, Wine Enthusiast e Wine Spectator. Tutti questi ratings sono espressi in centesimi.
Il risultato dell’analisi mostra che i vini ottenuti da uve biologiche o biodinamiche hanno di media 4,1 punti in più rispetto a quelli ottenuti da vigneti coltivati in modo convenzionale. Il vantaggio cresce ancora per quanto riguarda i vini rossi con + 5,6 punti rispetto alle bottiglie ottenute da vigneti non eco compatibili. Per i bianchi invece la differenza fra le due tipologie è solo di 1,3 centesimi.
Apparentemente dunque l’uva prodotta senza pesticidi è migliore. Non sappiamo ancora se anche il vino biologico ha le stesse performance, infatti i limiti sull’uso dei solfiti nella vinificazione e nella maturazione del vino possono costituire un problema. I solfiti agiscono da disinfettanti e preservano il vino; sono particolarmente importanti nel caso di lunghe maturazioni in botte come per i grandi rossi
invecchiati. Per questo i maggiori esperti affermano che produrre vini biologici con lunghi invecchiamenti in botte è quasi impossibile se non al prezzo di rovinare la nettezza degli aromi. Il Professor Luigi Moio va oltre affermando che solo i bianchi aromatici possono essere prodotti in modo biologico senza mettere a rischio la finezza dei profumi. Queste perplessità sono molto diffuse fra i wine lovers e la stessa Magali Delmas ammette, nel suo articolo che <<the general customer sentiment that eco-labeled wines are of lower quality>> i clienti generalmente ritengono che il vino biologico sia di qualità inferiore.
L’auspicio è che questo studio spinga un maggior numero di viticultori a pratiche eco compatibili per produrre uve migliori oltre che più sane.