L’inarrestabile successo del Sassicaia
Dopo il I° posto nella classifica dei TOP 100 di Wine Spectator arrivano i 100 centesimi di Robert Parker. La stella di San Guido brilla sempre più forte

Sassicaia
Di Donatella Cinelli Colombini
Oltre che bravissimi sono gentili, non si danno arie, anzi vestono, parlano e si comportano con estrema semplicità e riservatezza, da autentici aristocratici.
E’ proprio questa austerità elegantissima in ogni particolare ma manca la più lieve traccia di ostentazione, che fa impazzire i competitori <<ma come fanno ad avere tutto quel successo senza fare assolutamente niente>>, è il commento sbalordito di tutti gli altri. Un pizzico di invidia e la parola niente che racchiude tante cose: niente sgomitamenti alla ricerca dei riflettori, niente eventi faraonici, niente libri autocelebrativi, niente sovraesposizione mediatica delle bottiglie e delle persone …. La cosa grande è solo l’incremento di valore delle bottiglie che è stato evidenziato da Liv-ex il portale del vino di lusso. Una crescita che, negli anni recenti, ha avuto performance superiori anche ai maggiori chateau francesi.

Sassicaia-Priscilla-Incisa-della-Rocchetta-con-l’Académie-internationale-du-vinfrancesi.
TENUTA SAN GUIDO A BOLGHERI
La tenuta in cui nasce il vino Sassicaia è un luogo leggendario per tanti motivi. C’è la fila dei cipressi cantato dal Premio Nobel della letteratura Giosuè Carducci “, che a Bólgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti”.
C’è la scuderia della Razza Dormello Olgiata, quella del super cavallo Ribot, uno dei più prodigiosi campioni di galoppo di tutti i tempi.
C’è la prima oasi naturalistica italiana creata da Mario Incisa della Rocchetta che fu anche primo presidente del WWF.
In questa sequenza di eccellenze c’è il vino che per primo riuscì a battere le bottiglie francesi sfidandole con il loro vitigno principe, il Cabernet Sauvignon. Era il 1978, a Londra, il critico Hugh Johnson all’epoca senza rivali per notorietà e autorevolezza organizzò, per la rivista “Decanter” la degustazione bendata dei 33 migliori Cabernet Sauvignon del mondo e, a sorpresa, Sassicaia 1975 vinse.

Meglio-il-vino-della-finanza-Tenuta San Guido Incisa della Rocchetta, Sassicaia
IL MITO DEL SASSICAIA
Un successo che sbalordì e creò il mito di questo vino che, negli anni successivi, continuò la sua strabiliante ascesa verso i vertici mondiali. Con l’annata 1985 ricevette 100 centesimi da parte di Robert Parker- Wine Advocate. Era la prima volta che il potentissimo critico americano dava il massimo punteggio a un vino italiano, premio che è arrivato col contagocce nel nostro Paese e che Sassicaia 2016 è riuscito a aggiudicarsi per la seconda volta dopo 34 anni. Nessun vino italiano ci era riuscito prima.
Ma qual è il segreto di questo vino da mito? Nasce in 86 ettari di vigna nei 3.000 della tenuta San Guido e già questo evidenzia la meticolosa scelta dei terroir. I terreni sono antichissimi –pleistocene per il conglomerato di Bolgheri e paleocene per le argille azzurre intorno a Castiglioncello – Le viti sono coltivate a mano sotto la guida di 4 agronomi <<la vigna vuole l’ombra del contadino>> ci dissero quando portai in visita i miei amici dell’Union Européenne

Graziana Grassini Sassicaia
des Gourmets.
Un ambito territoriale talmente straordinario e celebre da diventare la prima e sola DOC aziendale esistente in Italia: Doc Bolgheri Sassicaia.
L’ESEMPIO DEGLI INCISA DELLA ROCCHETTA
Fu grazie all’intuizione geniale del Marchese Mario Incisa della Rocchetta che questo terreno fu impiantato con vitigni internazionali come il Cabernet.
La cantina storica del Sassicaia, che io visitai con Giacomo Tachis tantissimi anni fa, esiste ancora, poco distante da quella attuale progettata da Agnese Mazzei, e viene usata per la maggior parte delle pratiche enologiche.
Tante donne nel mito moderno del Sassicaia: l’enologa Graziana Grassini, la Marchesa Priscilla Incisa della Rocchetta che affianca il padre Nicolò ed ha recentemente guidato la degustazione del loro vino al New York Wine Experience. Proprio il Wine Spectator premiato Sassicaia con 100/100 e poi lo ha messo in cima alla più ambita classifica del mondo quella dei TOP 100 che ogni anno mette in fila, per qualità e prestigio, le bottiglie entrate nel mercato negli ultimi 12 mesi.
Che spettacolo!
E che bell’esempio di coraggio e anticonformismo per tutte le cantine italiane!
Il Marchese Mario Incisa della Rocchetta, nel dopoguerra, fece la scelta rivoluzionaria di piantare Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc in un terreno che, fino ad allora era noto solo per i frutteti perché da ragazzino si era reso conto che certi caratteri dei rossi della zona ricordavano quelli dei vini di Bordeaux. Questo è intuito! Tutti noi produttori, abbiamo intuizioni simili almeno una volta nella vita e abbiamo paura a seguirle andando contro corrente … forse dovremmo avere più coraggio.