Montalcino-San-Giovanni-nuovo comune

Montalcino – San Giovanni d’Asso: fusione d’amore?

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Favorevoli e contrari alla fusione fra la terra del Brunello e quella del tartufo bianco delle Crete senesi. Ma in realtà dall’unione guadagnano tutti

Di Donatella Cinelli Colombini

Montalcino-San-Giovanni-nuovo comune

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Il nuovo comune, frutto della fusione fra Montalcino e San Giovanni d’Asso, si chiamerà solo Montalcino e sarà il 37° comune italiano per estensione con seimila abitanti, circostanza questa che lo metterà al riparo da future aggregazioni coatte. Infatti, nei prossimi anni le fusioni fra comuni  saranno obbligatorie per le comunità sotto la fatidica soglia dei 5.000 residenti. Solo adesso il “matrimonio” avviene come una scelta dei cittadini e viene anzi premiato da incentivi di 200.000 + 200.000 € l’anno. Presto le cose cambieranno per i piccoli poco lungimiranti che già ora faticano a mantenere scuole, ufficio postale, farmacia …. Hanno fatto bene, dunque, i due

Montalcino-San-Giovanni-fusione-di-Tartufo-e-Brunello

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sindaci – Silvio Franceschelli e Fabio Braconi – a progettare di unire le forze. Tutto il mondo politico applaude a questa scelta che è stata approvata con il voto unanime dei rispettivi consigli comunali e dell’assemblea regionale. Quest’ultima, il 25 luglio, ha dato via alla procedura: referendum consultivo il 16 ottobre, scioglimento dei due consigli comunali il 31 dicembre, arrivo del commissario prefettizio il I° gennaio e elezione del nuovo sindaco con la tornata elettorale di primavera. Resta da vedere il sentimento della popolazione e quanto sono percepite le opportunità collegate alla fusione.
A Montalcino i sentimenti sono diversi. Favorevole la stragrande maggioranza dei cittadini e tutta la frazione di Torrenieri, avamposto di Montalcino in direzione di San Giovanni. La fusione metterebbe al sicuro la sopravvivenza delle scuole che già

San-Giovanni-d'Asso

San-Giovanni-d’Asso

adesso ricevono molti studenti dell’altro comune. Meno entusiasti alcuni produttori di vino. La frase più frequente è <<non vogliamo annacquare il Brunello>> riferita alla possibile confusione fra la superficie di Montalcino e quella della DOCG che adesso coincidono. Nella realtà non esiste nessun rischio di annacquamento visto che la superficie produttiva del Brunello non può crescere neanche di un ettaro. Ci sono poi i montalcinesi ostili a ogni cambiamento che polemizzano << chi ce lo fa fare, non abbiamo bisogno di San Giovanni>>. In teoria è vero ma in pratica l’allargamento del comune apre nuove prospettive di rafforzamento. San Giovanni d’Asso è la capitale del tartufo bianco delle Crete Senesi, uno dei tuberi più pregiati del mondo per il suo profumo fine e intenso, quasi mielato rispetto alla

Montalcino

Montalcino

punta acuta di quello piemontese. Grazie all’accoppiata con il Brunello potrebbe prendere il volo diventando un concorrente diretto per quello di Alba. C’è inoltre la prospettiva di allungare la stagione turistica e arricchire la proposta gastronomica di nuove suggestioni raffinate esattamente come avviene nelle Langhe, che di novembre hanno gli alberghi pieni. Mica male vero!
Ci sono poi le acque termali che sgorgano poco sotto San Giovanni in località Bagnacci dove c’è una grande vasca scavata nella roccia. Dopo la fusione il territorio di Montalcino potrebbe diventare più affascinante e ricco di proposte. E’ proprio la paura di spogliarsi delle feste, dei luoghi che con tanta fatica sono stati valorizzati nel corso degli anni, che spaventa invece gli abitanti di San Giovanni d’Asso. La Ragnaia di Sheppard, nel 2015 designato fra i tre giardini più belli d’Europa (Fondazione Schloss Dycke), la Giostra di Simone, Solo Belcanto e la festa dell’olio a Montisi, la mostra mercato del tartufo bianco di San Giovanni, ultima ma forse più importante la DOc Orcia … Occorre che Silvio Franceschelli, quasi certamente nuovo sindaco del nuovo comune, prenda espliciti impegni in merito e rassicuri gli abitati.
Da questa alleanza tutti si rafforzeranno e nessuno perde; win-win come dicono negli States. Ognuno manterrà anzi consoliderà i risultati raggiunti nella logica “l’unione fa la forza”. La stanchezza che attualmente caratterizza la stampa su Montalcino potrebbe finire grazie alla contaminazione Brunello-tartufo bianco e alle nuove suggestioni del territorio di San Giovanni mentre quest’ultimo ha già visto lievitare i valori di case e terreni grazie alla prospettiva di chiamarsi Montalcino.
La fusione è dunque un buon affare per tutti e solo i miopi, quelli che vedono esclusivamente a un metro di distanza, possono avere dubbi sulla reale validità del progetto. Anzi c’è da sperare che questo sia solo il primo passo verso un nuovo orizzonte futuro di ulteriori allargamenti … come dire , l’appetito vien mangiando .. e il passo successivo sia l’aggregato Valdorcia –Val d’Asso: sette comuni con simili caratteristiche e vocazione ( l’ambito 17 delineato dal PIT Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana). E’ solo un sogno ma un bel sogno … la creazione del distretto di città d’arte e eccellenze enogastronomiche più forte del mondo … speriamo!