PARLARE DI VINO ONLINE E’ ANCORA PERMESSO?
IL VINO CON IL BAVAGLIO: LA FRANCIA IN GUERRA CONTRO I WINE INFLUENCER E IL REPORT OMS “VINO&SALUTE” DETTA LE REGOLE PER I GIORNALISTI DEL VINO
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
La cosa strana è che l’attacco alla comunicazione del vino non ha eguali in altri settori, infatti è possibile promuovere carne rossa o alimenti ricchi di grassi insaturi, che sono sicuramente poco salutari, senza alcun problema. Loredana Sottile, nel suo bellissimo pezzo su “Trebicchieri” settimanale economico del Gambero Rosso, riprende le dichiarazioni di Krystel Lepresle su “Vitisphere” che parlano di una crociata proibizionista collegata a <<una lobby antialcol infiltrata a tutti i livelli delle istituzioni europee>>. Il riferimento è alla Global Alcohol Policy Alliance o all’organizzazione Movendi International, ovvero l’ex Ordine Internazionale dei Buoni Templari. <<Questa lega evangelica della temperanza, creata nel 1851, ha svolto un ruolo importante nell’istituzione del proibizionismo americano e continua a lavorare per l’avvento di un mondo finalmente libero da tutte le bevande alcoliche>>.
IL NUOVO PROIBIZIONISMO E IL DECALOGO PER LA STAMPA DEL VINO
Una descrizione che richiama immagini medioevali di caccia alle streghe e fa pensare a sette di incappucciati chiusi nelle loro convinzioni e chiuse a ogni confronto con opinioni diverse anche se comprovate scientificamente. Questo spiegherebbe perché anche le ricerche mediche, tutte concordi, nell’affermare gli effetti benefici del vino sull’apparato cardiocircolatorio, non hanno scalfito le loro convinzioni. Una delle più recenti è pubblicata sull’ americana Bmc Medical Education e mostra che tre bicchieri di vino rosso riducono del 4% il rischio di mortalità precoce. Niente da fare l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sostiene il “ No amount of alchol is safe to drink” non esiste una dose quotidiana salutare. Opinione da cui deriva anche la decisione del governo irlandese sugli “health warning” con i disegnini da mettere sulle bottiglie di vini a somiglianza di quelli dei pacchetti di sigarette.
IL REPORT DULL’ALCOL DELL’OMS
L’effetto più recente è il “Report sull’alcol” dove l’OMS detta il decalogo su come i giornalisti possono parlare delle bevande alcoliche e quindi del vino.
Viviamo in un mondo che non è abituato alla censura e tutela la comunicazione veritiera. Per questo la reazione del mondo dell’informazione al bavaglio richiesto dall’OMS sono state molto negative. In pratica l’ordine è “bisogna dire che l’alcol fa male” o quanto meno non è lecito dire che ha effetti benefici.
Le testate più disciplinate si sono trovare quindi a veri arabeschi verbali nel raccontare delle ultime indagini mediche sugli effetti del vino sull’apparato cardiocircolatorio mettendo nel testo parole come “pare”, “sembra”, “forse” per attenuare le opinioni positive e non incorrere in possibili sanzioni. Rimane da capire se questo sia corretto nei confronti dei consumatori oppure se l’OMS riuscirà a mettere il bavaglio anche agli scienziati come avveniva al tempo dell’inquisizione.
LA LEGGE EVIN E GLI ATTACCHI A DOM PERIGNON E LADY GAGA
In Francia tutto questo è complicato dalla celebra Legge Evin che da 30 anni limita la promozione e la pubblicità di vino e tabacco su radio TV e manifestazioni sportive.
Il primo a incorrere nel rinnovato rigore della legge è stato Dom Pérignon per la cuve dedicata a Lady Gaga ma subito dopo l’attacco, partito da l’Addictions France, si è concentrato sull’influencer Anna RVR (589mila iscritti sul canale YouTube e 487mila follower su Instagram) e sui suoi post del Côtes des Roses del noto brand Gérard Bertrand accusate di proporre il vino in un <<universo glamour che ricorda le vacanze, ma omettendo consapevolmente di dichiarare che l’abuso di alcol è dannoso alla salute>>.
La questione non si limita a questi due casi ma a qualunque promozione di bevande alcoliche su Instagram e Facebook. Il Tribunale di Parigi ha infatti accolto la denuncia di Addictions France, obbligando Meta Group a rimuovere 37 post relativi ad alcol e vino riconducibili a 20 influencer per un totale di 5 milioni di follower.
Data la diffusione internazionale dei social chiunque può finire nel bersaglio dell’infaticabile Addictions France ritrovandosi improvvisamente in un tribunale francese.