PROGETTO TURISTICO PER SIENA
Prima delle elezioni amministrative e fuori da ogni candidatura, provo a disegnare un progetto visionario e ambizioso sperando che il futuro sindaco di Siena lo usi

Siena- Duomo
Di Donatella Cinelli Colombini
Vogliamo provare a trasformare la città gotica più importante del mondo, patrimonio Unesco dal 1995, sede della settima università più antica (1240), nel primo esempio di turismo culturale che crea sviluppo economico e occupazione, ma insieme preserva la città dal mordi e fuggi con il degrado che ne consegue, offre ai visitatori l’opportunità di imparare in modo divertente e interattivo?
Non è un sogno ma un progetto realizzabile, perché a Siena ci sono la dimensione giusta, le persone competenti e la fama mondiale, che creano le condizioni della fattibilità.
Perché non provarci?
Cosa potrebbe succedere se il progetto non riuscisse?
Niente, un insuccesso lascerebbe le cose come sono. La città ha ormai perso la risorsa economica del Monte dei Paschi, ha un’università e un ospedale che non hanno la capacità attrattiva di un tempo. Resta il turismo e bisogna avere il coraggio di mettere in campo un progetto innovativo perché dia slancio alle imprese e all’occupazione. Si distenda su tutta la città, in ogni mese dell’anno e con permanenze più lunghe. Non un turismo cheap, tipo costa Romagnola – grandi numeri e piccoli prezzi – ma un turismo che sia il motore economico della città, dia lavoro qualificato ai giovani, preservi gli antichi mestieri, permetta la salvaguardia del patrimonio culturale senese e renda più colti quelli che la visitano.
Mille anni di storia ci guardano, direbbe Napoleone. Siamone degni (parlo al plurale perché sono nata a Siena e adoro questa città anche se mi sento montalcinese), degni del nostro passato e artefici del nostro futuro.
LA CULTURA DIVENTA MOTORE DI SVILUPPO ECONOMICO USANDO IL TURISMO

ceramiche trecentesche senesi antenate delle produzioni dei ceramisti d’arte attuali
Il piano prevede di agganciare gli attracchi in città, cioè il prezzo dei parcheggi oppure del mezzo di trasporto (bus o treno), a due fattori: l’inquinamento del mezzo di trasporto e la partecipazione a iniziative culturali (teatro, musica, musei, conferenze, convegni o lezioni, esperienze quali un corso di cucina, una degustazione di vino, una lezione da un artigiano d’arte, un pasto didattico…registrate in un elenco comunale di esperienze consultabile online).
A quel punto i mezzi di trasporto inquinanti dovranno fermarsi lontano e i turisti del mordi e fuggi, che vogliono solo passare il tempo prendendo il sole in piazza del Campo, pagheranno tantissimo.
Sarebbero da regolare anche gli alloggi privati ad uso turistico che svuotano i centri storici, ma senza una legge è impossibile. Quindi bisogna agire su altri fronti e sostenere il movimento di opinione contrario alle agenzie che commercializzano decine di stanze e appartamenti privati.
LA CULTURA TRASFERITA MEDIANTE ESPERIENZE DIRETTE
Il mio progetto (vorrei dire sogno) richiede un imponente piano sulla cultura che dai grandi centri didattici e artistici, quali ad esempio il Siena Jazz, la Chigiana e il Franci, coinvolga anche teatri e alle sale concerti fino a toccare iniziative più semplici quali le scuole di danza dove imparare, ad esempio, i balli medioevali. Il collegamento dovrebbe essere costituito dalla creazione di esperienze culturali partecipate per turisti come, ad esempio, visitare la Chigiana con uno dei loro studenti che spiega cosa sta imparando e lo fa sentire, oppure entrare nella collezione di dischi in vinile del Siena Jazz, dove persino le copertine insegnano la storia di questo genere musicale e ascoltarli è un’esperienza rara. In altre parole trasformare il patrimonio di saperi, racchiuso a Siena, in esperienze uniche a diretto contatto con chi le vive quotidianamente.
Allo stesso modo i musei e i grandi monumenti, come Duomo – Santa Maria della Scala – Palazzo Pubblico- Banca Monte dei Paschi, dovrebbero proporre esperienze partecipate (non solo visite guidate) come l’Università, le Biblioteche e il Liceo Duccio di Buoninsegna e gli artigiani d’arte.
Un processo che musei, come quello dei Fisiocritici e dell’Acqua, hanno già in forma avanzata e necessitano solo di attualizzarsi per partecipare al progetto da protagonisti. Pensate, ad esempio, all’entusiasmo che trasmettono ai turisti i ferrovieri del Treno natura e immaginate di fare qualcosa di simile con manoscritti, incunaboli e cinquecentine all’Archivio di Stato o alla Biblioteca Comunale. Siena ha un tesoro culturale che può suscitare interesse e trasformarsi in sviluppo economico.
La cultura del cibo e quella religiosa legata a Santa Caterina necessitano di infrastrutture proprie, ma possono giocare un ruolo importante coinvolgendo numerosi luoghi di culto e tutti i ristoranti e le gastronomie che vorranno diventare luoghi di arricchimento culturale dei visitatori. Una fetta di panpepato può essere uno strumento di comprensione dei commerci medioevali e della storia di Siena-città di banchieri, quanto una tavola trecentesca. Tutto sta nel trasferire conoscenze in modo divertente, a piccole dosi, facilmente memorizzabili.
MUSEO DEL PALIO

Siena-Duomo-di-notte
Ho lasciato fuori il Museo del Palio, benché lo consideri l’elemento più forte dell’intera proposta, perché non so quanto i senesi siano disposti a raccontare e far capire ai turisti la civiltà delle contrade. Un museo che, per motivi di spazio, può essere realizzato solo al Santa Maria della Scala. I Magazzini del Sale, infatti, sono troppo piccoli per far entrare 50 persone ogni 15-20 minuti e finanziando l’intero sistema culturale delle città. Penso a un museo che spieghi come il Palio non sia folklore ma storia viva, medioevo vivo e che gli aspetti più appassionati, troppo spesso sovraesposti dai media, vadano visti come una componente di autenticità. Il Palio è una cosa unica che va guardata con rispetto e capita, perché fa parte delle radici comuni della civiltà europea.
A mio avviso è possibile renderla comprensibile all’esterno senza banalizzarlo e intaccare la sua integrità ma so che non tutti la pensano come me. Anche riguardo ai cavalli. Sarebbe opportuno che i visitatori sapessero come vengono trattai a Siena, invece che in sport come il salto a ostacoli.
MUSEO DEL PANFORTE E DEI DOLCI SENESI
Allo stesso modo credo sia giusto realizzare un museo del Panforte e degli altri dolci senesi a Romana sotto la Facoltà di Lettere, usando la farmacia arredata da Agostino Fantastici e i locali seminterrati dove c’è ancora un antico mulino. Siccome il Museo della Liquirizia, in Calabria, attrae più di quello dei Bronzi di Riace, penso che il Museo del Panforte potrebbe decentrare il turismo senese rivitalizzando anche la parte sud della città dove i negozi di vicinato fanno fatica a sopravvivere.
PERCORSO DI SANTA CATERINA
Per la zona Nord di Camollia penso al percorso di Santa Caterina. Dovrebbe, a mio avviso, partire dall’ingresso della città, collegandosi alla Francigena e ai pellegrinaggi medioevali. Ovviamente il cuore di questa proposta dovrebbe essere San Domenico, il Santuario, Fontebranda, Duomo e il Santa Maria della Scala. Chi arriva a Siena per motivi di fede, e sono tanti soprattutto ispanofoni, dovrebbe ripartire con una migliore comprensione della Santa patrona d’Europa e della religiosità medioevale. Possibilmente bisognerebbe proporre un’esperienza di rigenerazione interiore che dia benessere e motivazione ai viaggiatori (anche atei o di altre religioni). Mi riferisco a preghiera e meditazione, ma anche al lavoro pratico al servizio del prossimo, come quello che serve alla Caritas o alla mensa dei poveri di San Girolamo.
RINUNCIARE O PROVARE A VINCERE. SIENA DEVE SCEGLIERE SE GOVERNARE IL SUO FUTURO O SUBIRLO
Chi legge queste note penserà a un progetto troppo grande, troppo diverso, troppo pionieristico per essere accettato e realizzato in una città conservatrice come Siena. Una città che sembra restia a ogni cambiamento.

Siena-Pecci-Orto-medioevale
Forse è vero. Ma per tornare a primeggiare Siena può usare solo il turismo. Smettere di subirlo, facendosi consumare giorno per giorno da migliaia di mordi e fuggi, cominciare a gestirlo e a usarlo per creare ricchezza, è possibile. Parlo di imprese e posti di lavoro a Siena (non di affitti e di rendite) e ricchezza interiore per chi viaggia.
Potrebbe non riuscire?
Si. Anche chi va alle Olimpiadi dopo essersi allenato soffrendo per mesi, rischia di perdere. Ma chi non ci prova ha già perso.
E’ facile?
No richiede la volontà e la convinzione di migliaia di persone a imparare e trasmettere cultura. Dai camerieri agli addetti ai cinema, ai musei …. Ma farebbe di Siena il primo esempio al mondo di una città intera trasformata in laboratorio didattico della propria civiltà. Della cultura che crea salvaguardia e sviluppo economico diffuso sul proprio territorio.
Insomma Siena vuol tentare di vincere o essere sicuramente perdente?
Vi sembro una romantica sognatrice? Quando ho iniziato a promuovere il turismo del vino in Italia, nel 1993, c’erano 25 cantine aperte al pubblico. Oggi sono 25.000 e l’enoturismo ingenera un business di 2,5 miliardi. Se altri cominciano a sognare insieme a me, i miei sogni si realizzano. Come il trekking urbano.