Gilbert & Gaillard International Challenge vno da 2,5€ vince una medaglia d’oro

VINO DA 2,5€ VINCE AL CONCORSO ENOLOGICO

Gilbert & Gaillard International Challenge vno da 2,5€ vince una medaglia d'oro

ALL’INTERNATIONAL CHALLENGE GILBERT & GAILLARD, IMPORTANTE CONCORSO DI HONG KONG UN VINO DA 2,5 EURO HA VINTO LA MEDAGLIA D’ORO. LE GARE SONO ANCORA CREDIBILI?

 

 

 

 

 

 

Gilbert & Gaillard International Challenge vno da 2,5€ vince una medaglia d'oro

Gilbert & Gaillard International Challenge vino da 2,5€ vince una medaglia d’oro

Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination

I concorsi del vino non sono come le gare olimpiche con cronometri o sistemi elettronici che danno l’assoluta certezza dei risultati. I vini vengono giudicati in modo bendato da gruppi di 5-10 giurati misti per professione e nazionalità: giornalisti, enologi, sommelier, buyer … I giurati mettono in bocca il vino una sola volta e poi lo sputano perché devono assaggiare 40-50 bottiglie ogni mezza giornata. Io ho fatto il giurato in un concorso internazionale una sola volta ed ho degustato 250 vini in tre giorni. In queste condizioni i vini con spiccata personalità vengono penalizzati e emergono quelli potenti, armonici e anonimi … cioè quelli “fatti per il mercato”. Non meraviglia quindi che un vino di bassissima fascia sia riuscito a ottenere una medaglia d’oro.
Ma vediamo con precisione come si è configurata questa beffa degna del Decamerone di Boccaccio.

COME I GIORNALISTI BELGI DI “ON N’EST PAS DES PIGEONS” HANNO COSTRUITO LA BURLA

La trasmissione “On n’est pas des pigeons” della Radio Télévision Belge Francophone (RTBF) compra nel supermercato Delhaize un vino da 2,50 Euro. Poi costruisce la sua un’identità falsa con un’etichetta raffinata e un nome altisonante Château Colombier in Côtes de Sambre e Meuse (Vallonia). A quel punto i giornalisti belgi iscrivono il vino al concorso indetto dalla rivista Gilbert & Gaillard (gruppo Vinipresse), pagano la quota di partecipazione e lo spediscono a Hong Kong.
Il vino taroccato vince una medaglia d’oro e viene descritto in modo lusinghiero nel sito web del concorso: “dolce, nervoso e ricco in bocca con aromi giovani e puliti che promettono un bel complessità. Evoluzione su spezie fini e un tocco di fuliggine. Molto interessante”.

E’ SOLO IL CONCORSO GILBERT & GAILLARD CHE VA CAMBIATO OPPURE TUTTI I CONCORSI ENOLOGICI

I giornalisti del programma “On n’est pas des pigeons” letteralmente “non siamo piccioni”, hanno commentato la vicenda puntando l’indice accusatore sul concorso Gilbert & Gaillard e alla sua mancanza di rigore nel distribuire medaglie. Da un certo punto di vista l’accusa è legittima; i concorsi asiatici sono noti per dare troppe medaglie mentre le competizioni enologiche europee, soggette alle norme OIV, sono molto più selettive. Dall’altro lato, purtroppo, è proprio il meccanismo dei concorsi che andrebbe rivisto per adattarsi a un mercato sempre più lontano dal concetto idealistico di “perfezione qualitativa” e sempre più attratto dalla diversità e dall’espressività che emoziona chi beve. Avanza una nuova sensibilità che non vuole giudicare tutti i vini con lo stesso metro, come avviene nelle degustazioni bendate. Per questo la burla perpetrata dai giornalisti belgi richiama alla mente la celebre fiaba del bambino che dice “il re è nudo” quando nessuno aveva il coraggio di dirlo anche se il re era nudo davvero. I criteri di giudizi vanno rivisti per considerare il vino come una vera opera d’arte.