Crate Fourth Wave Wines

VINO SENZA ETICHETTA E IL PACKAGING DIVENTA PIU’ SOSTENIBILE

Crate Fourth Wave Wines

UNA RIVOLUZIONE CHE PARTE DA UNA BOTTIGLIA AUSTRALIANA SENZA ETICHETTA CON VETRO E SCATOLA RICICLATI E FA RIFLETTERE SULLA NECESSITA’ DI PACKAGING PIU’ SOSTENIBILI

vino senza etichetta Crate Fourth Wave Wines Australia

vino senza etichetta Crate Fourth Wave Wines Australia

 

 

Di Donatella Cinelli Colombini

Il vino si chiama Crate cioè cassa ed è prodotto da Fourth Wave Wines. Si tratta di un Shiraz della zona di Barossa che è commercializzato dalla cantina di produzione in confezioni da 6 bottiglie al prezzo totale di 59,95 Dollari.

 

 

 

CRATE UN VINO ESEMPIO DI SOSTENIBILITA’

Un vino come tanti, potremmo pensare, proveniente da una cantina che distribuisce anche vini importati da Francia, Spagna e Italia come Maretti presente nel portafoglio con i suoi Chianti, Barolo, Langhe rosso e Nebbiolo, Soave e Pinot Grigio.
La cosa che ha reso celebre Crate è che il suo packaging super minimalista e ultra ecologico: non c’è niente. La bottiglia è in vetro scuro ed è completamente nuda. La capsula bianca e il tappo contengono tutte le informazioni previste per legge: marchio, uvaggio, regione di provenienza, annata e codice a barre e QRcode con altre informazioni. Il vetro e cartone di Crate sono riciclati e su quest’ultimo è scritta la frase <<Our planet matters more than our packaging >> il nostro pianeta conta più del nostro imballaggio. Anche il vino ha un contenuto etico e proviene da piccoli vignaioli con una logica di sostenibilità sociale.

DENOMINATION AGENZIA DI COMUNICAZIONE CHE RIVOLUZIONA IL PACKAGING DEL VINO

Un approccio radicale dunque, ma sviluppato in un modo talmente sorprendente che ha fatto il giro del mondo e Crate, vino che altrimenti sarebbe passato inosservato, è diventato famoso. Come non ricordarsi di una cosa così semplice e così strana come una bottiglia completamente nuda?
Il packaging è stato studiato da Denomination, un’agenzia di grafica con sedi a Sidney, Londra e San Francisco. E’ specializzata in sostenibilità, con clienti del calibro di Penfolds, la più celebre e celebrata cantina australiana. A giudicare da Crate si tratta di un’agenzia di enorme talento. In pratica ha lavorato su due fronti i valori e il rinnovamento inventando un packaging rivoluzionario.
Commentando la notizia WineNew fa notare che il rapporto GlobalData mette in evidenza come il mercato del vino sia in crescita al ritmo del 6% l’anno fra il 2021 e il 2026 e sia pronto ad investire in sostenibilità. L’obiettivo possibile è quello di 300 tonnellate di imballaggi e un risparmio del 50% dell’impronta carbonica di ogni bevanda. Sembra incredibile ma, in effetti, sono i contenitori del vino e i trasporti quelli che incidono maggiormente sul consumo di CO2 del nettare di Bacco che mettiamo nel bicchiere.
Ecco che l’esempio di Crate, oltre a stupire e a far sorridere, dovrebbe anche far riflettere.