WINE HOSITALITY MANAGER (2)
IL BACK OFFICE DEL WINE HOSPITALITY MANAGER LAVORO MENO VISIBILE MA PIU’ IMPORTANTE CHE RIGUARDA LA PROGETTAZIONE, CREAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DELLE ESPERIENZE
di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Dopo la parte creativa inizia il lavoro per integrare eventuali attrezzature mancanti come per esempio le luci, verificare tutte le autorizzazioni (sanitarie, assicurative – antinfortunistiche e fiscali), caricare le nuove proposte nel sito aziendale e nei portali, formare il personale perché sia in grado di offrire esperienze avvincenti ai visitatori. Promuovere le proposte è la parte più complicata. Richiede metodo e perseveranza. Ogni cantina ha un elenco di contatti: agenzie di winery tours, tour operator, guide, associazioni, giornalisti, ai quali bisogna mandare le proprie proposte e poi chiamarli. Le stesse esperienze possono essere caricate i sui portali come Tripadvisor – Viator, Airbnb …. Lo stesso va fatto per preparare le fiere e nel follow up di B2B che avvengono alla BIT di Milano oppure nei workshop organizzati da amministrazioni regionali, Camere di commercio, Enit e altri. Rendere visibile una cantina e attrarre i visitatori è un lavoro enorme senza soste per l’intero anno. Va dalla cartellonistica stradale e geolocalizzazione ai rapporti con le strutture ricettive vicine, dalla gestione dei social media ai portali di recensioni fino alla stampa specializzata e alle guide ….
IL PUNTO VENDITA E L’AREA DEGUSTAZIONE DELLA CANTINA
In genere anche il negozio della cantina è sotto la responsabilità del wine hospitality manager e durante l’inverno viene ristrutturato e riorganizzato. Ormai questa zona, così come l’area di degustazione, viene spesso allestita da specialisti cioè da ditte che forniscono arredamenti per negozi e locali di ristorazione – bar. Tuttavia, per evitare di trasformare il punto vendita e l’area della degustazione in “non luoghi” che potrebbero essere ovunque nel mondo, è bene insistere affinché vengano usati materiali del posto, artigiani del posto e stile del posto, magari inserendo anche qualche pezzo antico autentico. Il risultato sarà meno glamour ma più autentico e convincente. L’inverno è anche il momento per posizionare i vini (in realtà si tratta di bottiglie vuote) negli espositori e negli scaffali di vendita. Un lavoro più difficile di quanto sembri perché la posizione delle bottiglie influisce sulla loro vendita in modo rilevante e il manager deve informarsi bene prima di entrare in azione. Informarsi presso l’ufficio commerciale della propria cantina e sui testi che insegnano a esporre le merci. Il listino dei vini al pubblico, invece, è redatto degli uffici Marketing-Commerciale della stessa cantina e viene studiato per non entrare in concorrenza con le enoteche della zona. Generalmente, sempre da loro, arrivano le confezioni per le bottiglie. Esse sono ormai di grande importanza al fine di aumentare le vendite e vanno distinte fra quelle cheap da dare al cliente gratuitamente come imballaggio, a quelle a pagamento che servono per dare valore al vino e a confezionarlo in modo elegante. In linea di massima il punto vendita della cantina sostiene economicamente i costi della wine hospitality e va dal 6 al 14% del fatturato totale dell’azienda ma ha una marginalità molto alta, rispetto agli altri segmenti di vendita, e sempre superiore al 30%. Sono invece ancora piuttosto marginali i ricavi delle attività di animazione cioè visite guidate, degustazioni a tema o eventi.
DOVE IL MARKETING DELLA CANTINA E LA WINE HOSPITALITY SI SOVRAPPONGONO
L’inverno, periodo in cui la mancanza di visitatori, parrebbe togliere importanza al lavoro del wine hospitality manager, invece, come abbiamo visto, è il periodo più importante perché riguarda i progetti strategici. Anche la realizzazione di depliant – flyers e altro materiale informativo, così come il rinnovamento del sito avviene in questo periodo. L’unica cosa da rimandare in primavera o nel primo autunno sono le foto degli esterni mentre il resto della documentazione fotografica e filmata viene realizzata periodicamente da professionisti esterni o anche dagli addetti al turismo.
Redazione di testi e documenti visivi sono un’area in cui l’ufficio marketing del vino e il Wine Hospitality Manager lavorano insieme mentre, nelle piccole aziende, quasi sempre, vanno a finire nelle mani di chi si occupa di turismo. Questo dipende dalla forte interrelazione fra la comunicazione social e il turismo, così come il mantenimento dei rapporti con chi è già venuto, al fine di fidelizzarlo; infatti sono sempre gli addetti all’accoglienza a comporre e fornire la mailing list all’e-commerce della cantina. Per questo la capacità di fotografare e filmare tutti i momenti della vita aziendale, compresi i visitatori, sta diventando una delle attività più importanti del servizio di wine hospitality. Non basta un buon cellulare per soddisfare questa esigenza ma serve anche una macchina fotografica e un tablet.
WINE HOSPITALITY UN LAVORO CHE CAMBIA NEI DIVERSI MESI DELL’ANNO
Chi legge penserà <<se questo è il lavoro invernale, figurati cosa succede da aprile a novembre quando arrivano i turisti del vino!>> In effetti durante la stagione turistica il lavoro diventa più frenetico ma c’è anche più personale e l’attività dei mesi precedenti porta i suoi frutti. Proprio la capacità di prevedere tutto quello che serve: le tovagliette per le degustazioni, il fornitore di super grissini artigianali, il caricamento delle nuove esperienze sui portali e l’aggiornamento dei calendari, prove delle visite e delle degustazioni guidate in italiano e inglese …. permette di offrire esperienze indimenticabili ai visitatori e trasformarli in clienti affezionati che comprano il vino della cantina per anni.
Ho insistito sull’attività invernale perché il così detto back office, quello che i visitatori non vedono, è la parte più importante e meno conosciuta dell’accoglienza turistica in cantina ma è proprio lì che i wine hospitality managers si giocano le loro carte. Guidare una degustazione turistica è relativamente facile anche se bisogna usare capacità affabulatorie non necessarie ai normali sommelier, mentre creare una wine destination è molto più difficile. Per questo la conoscenza dell’inglese e della tecnica di assaggio non bastano a un wine hospitality manager che deve avere molte competenze e molta voglia di tenersi sempre informato, perché il turismo si evolve e cambia più del vino.