A ONLY WINE ANCHE LE DONNE DEL VINO
A CITTÀ DI CASTELLO – ONLY WINE, L’INIZIATIVA CONSACRATA AI GIOVANI E ALLE PICCOLE CANTINE DIVENTA IL PALCOSCENICO DELLE DONNE DL VINO DOMENICA 23 APRILE
Di Donatella Cinelli Colombini
Only Wine è il salone nazionale dei giovani wine maker e delle piccole cantine che si svolge da 10 anni, ogni aprile, a Città di Castello.
Oltre 5.000 metri quadri di area espositiva a disposizione di 150 cantine che presentano circa 900 etichette diverse. Quasi un festival dedicato al “piccolo ma bello”. Gli espositori hanno 3 requisiti: un titolare nato dopo il 1982, ottimi vini e un’azienda con meno di 15 anni di storia oppure con meno di 7 ettari di vigneto.
Gli operatori e il pubblico di Only Wine sono talent scout a caccia di novità in bottiglia. Il loro entusiasmo li accomuna agli espositori così come la voglia di sperimentare, che costituisce il drive dell’intero evento.
I VINI DA MERENDA DI FRANCESCO SAVERIO RUSSO
Un ruolo particolare, a Only Wine 2023, viene attribuito ai “vini da merenda”. Le bottiglie con queste caratteristiche, riconoscibili da speciali bollini, sono state selezionati da Francesco Saverio Russo, celebre esperto e wine critic. Si tratta di una nuova tendenza mondiale e riguarda “vini leggeri” dal sorso particolarmente agile. Il loro assaggio costituisce una vera esperienza delle nuove frontiere dell’enologia.
CHIARA GIORLEO E LE DONNE DEL VINO
Domenica alle 16 vanno in scena le Donne del Vino con un talk show condotto da Chiara Giorleo, giornalista, straordinaria assaggiatrice e wine educator WSET.
Il punto di partenza sono dei numeri che parlano chiaro: le donne rappresentano la maggioranza degli addetti e dei manager nell’ambito marketing e comunicazione (80%), commerciale (51%) e turismo (76%), e corrispondono al 66% delle prenotazioni di esperienze in cantina, comprano più vino degli uomini e non solo.
Con me c’è anche la delegata delle Donne del Vino dell’Umbria Chiara Comparozzi e insieme cerchiamo di rispondere a 3 domande: <<c’è ancora così bisogno di chiarire e sottolineare il ruolo delle donne nel vino?>> Purtroppo si, è bene far vedere quanto siamo brave. Se quest’anno per la prima volta, il valore dei vini premium esportati dall’Italia ha superato quello dell’export del vino commodity lo dobbiamo soprattutto alle donne che stanno diventando sempre più determinanti nel settore commerciale delle cantine ed hanno girato il timone rispetto al passato e al tempo delle cisterne.
Tuttavia esiste ancora un gap negativo per le donne, sia nei salari che nella progressione di carriera. Per fortuna, è più ridotto rispetto ad altri comparti economici per cui speriamo di essere noi del vino a sfondare il tetto di cristallo e raggiungere per prime la piena parità.
Una cosa su cui dobbiamo invece lavorare è l’ingresso nella stanza dei bottoni: le donne dirigono un terzo delle imprese del vino italiane ma nei consigli di amministrazione dei consorzi dei vini DOC e DOCG sono il 10%.
L’APPORTO DELLE DONNE AL MONDO DEL VINO
<<Qual è il plus dell’apporto femminile in cantina e, in generale, nel settore vino?>> In cantina e fra gli iscritti all’associazione enologi, le donne sono il 14% ma sembrano molte di più perché le loro bottiglie vincono molti premi e sono molto visibili: le titolari delle prime 3 cantine italiane fra i top 100 del Wine Spectator nel 2022 sono tre donne: mia madre, Albiera Antinori e Elisabetta Geppetti. Le wine maker dei vini italiani di maggior successo fra i collezionisti internazionali – Sassicaia e Masseto – sono donne: Graziana Grassini e Eleonora Marconi.
In generale le aziende del vino dirette da donne sono più indirizzate all’export, più attente all’ambiente, più concentrate su vini DOC-DOCG e anche più diversificate (ricettività, ristorazione, enoturismo), rispetto a quelle maschili. In qualche misura rappresentano delle tipologie di imprese più attuali e forse per questo hanno retto meglio durante le recenti crisi economiche.
QUALI SONO LE FIGURE EMERGENTI NELL’UNIVERSO FEMMINILE DEL VINO?
<<L’Associazione Nazionale Donne del Vino nasce negli anni ’80 e soprattutto con produttrici, oggi siamo oltre 1000 e ricopriamo figure diverse: com’è evoluta l’associazione negli anni, come si è sviluppata? E, come sta incidendo sul discorso di genere nel nostro settore, che impatto ha avuto negli anni a tuo parere>>
E’ vero oggi stanno emergendo nuove figure femminili. Il maggior cambiamento è fra i comunicatori del vino. Le wine blogger e le food blogger sono la stragrande maggioranza di chi scrive di enogastronomia online. Fra i corsisti Wset e Sommelier le donne sono il 40%. Alcune delle assaggiatrici che recensiscono i vini italiani per i grandi giornali del vino USA sono donne: Monica Larner Alison Napjus e Danielle Callegari.
Questa avanzata delle donne fra gli opinion maker del vino coincide con la diffusone dei concorsi enologici con giuria femminile (i più noti sono Sakura in Giappone e Feminalise in Francia) e la crescita numerica delle donne fra i turisti del vino e fra i compratori/consumatori di vini premium. Non meraviglia dunque che, fra le Donne del Vino, ci sia un numero crescente di sommelier, giornaliste, blogger, comunicatrici, wine educators, commerciali del vino ….. Secondo me il loro impatto nell’associazione e nel mondo del vino è positivo perché riescono a trasmettere meglio degli uomini <<perché un vino è fatto in un determinato modo>> e, attualmente, la storia e i valori etici di una bottiglia interessano più del <<come è fatta>>.