FESTA DELLE DONNE DEL VINO TOSCANE DA FERRAGAMO
LE DONNE DEL VINO DELLA TOSCANA CELEBRANO LA GIORNATA DELLE DONNE SUL TEMA “DONNE VINO E CULTURA” AL MUSEO FERRAGAMO, PER ASCOLTARE LA STORIA DI MAGIC WANDA
Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
Un modo diverso di interpretare il tema dell’anno “Donne Vino e Cultura” in occasione della Giornata internazionale delle Donne. A Firenze, nella culla del Rinascimento, Donatella Cinelli Colombini ha chiesto a Giovanna Ferragamo Gentile di accogliere le Donne del Vino Toscane a Palazzo Spini Feroni per visitare il Museo Ferragamo e ascoltare la storia di Wanda Ferragamo la donna che ha guidato per 58 anni la maison trasformandola in un colosso interazionale della moda. Due momenti capaci di dare ispirazione e trasmettere coraggio alle giovani donne che cercano modelli virtuosi da imitare.
IL MUSEO FERRAGAMO: OMAGGIO ALL’ARTIGIANATO D’ARTE CHE DIVENTA MODA, DESIGN E CREA SVILUPPO ECONOMICO
Palazzo Spini Feroni fu costruito nel 1289 sul lungarno, vicino al pozzo dove Beatrice andava ad attingere l’acqua e incontrava Dante. L’edificio fu usato come municipio quando Firenze (1865-1870) era capitale d’Italia, in tempi più recenti ha ospitato la produzione delle scarpe Ferragamo e ora contiene il Museo ad esse dedicato. Espone 1.000 scarpe, tutte diverse, tutte fatte a mano, tutte elegantissime e con tacchi molto alti. Fanno parte della collezione di 15.000 scarpe di Salvatore Ferragamo, il geniale artigiano che in California divenne il “calzolaio” delle grandi star del cinema e poi affermò, a livello mondiale, la sua ditta di accessori di lusso. A testimoniare questo spettacolare percorso c’è il tavolo da calzolaio del giovanissimo Salvatore e poi le forme per le scarpe dei grandi divi: da Marylin Monroe (con l’autografo sul piede di legno) ad Angelina Jolie.
La visita al museo e il successivo aperitivo nelle sale di Palazzo Spini Feroni, offerti da Giovanna Ferragamo Gentile, sono l’occasione per ascoltare il racconto di prima mano della vicenda umana e professionale di sua madre la “Magic Wanda” che ha guidato la Ferragamo per 58 anni, fino alla sua morte, nell’ ottobre 2018 all’età di 97 anni. Wanda Ferragamo era un mito internazionale per talento, coraggio e determinazione ma diceva <<io non ho fatto niente è tutto merito di Salvatore>>. Conosco Giovanna da anni e una volta mi disse <<mia madre era una donna forte, non potevi andare da lei a piangere>> e io, che ho avuto una madre dello stesso tipo, ho sorriso.
LA STORIA DI WANDA FERRAGAMO E’ UNA LEZIONE DI MANAGEMENT E DI LEADERSHIP
Wanda sposò Salvatore Ferragamo quando aveva 18 anni e lui 42. Salvatore era già una leggenda della moda e lei era la figlia del medico e sindaco di Bonito in Campania, luogo natale di entrambi.
Salvatore nasce povero ma con un talento imprenditoriale impressionate: a 14 anni ha un laboratorio con negozio dove lavoravano sei dipendenti, a Napoli. A 23 anni ed è già il primo “calzolaio” del mondo con un negozio a Hollywood, dove vende scarpe di lusso per milionari e divi del cinema. Per capire l’apertura mentale di quest’uomo che aveva frequentato solo le scuole elementari basta dire che andò, come auditore, ai corsi universitari di medicina per capire l’anatomia del piede e in questo modo riuscì a inventare (brevettato nel 1921) un rinforzo per distribuire il peso del corpo sull’arco plantare, per realizzare scarpe bellissime e insieme molto comode. Quando Salvatore muore, dopo una breve malattia, nel 1960, Wanda ha 38 anni e sei figli, la più grande di 19 anni e il più piccolo di 3. La Ferragamo produce a mano, su misura, le migliori scarpe del mondo e ha 10 negozi sparsi nel mondo. Wanda trasformerà la Ferragamo in una impresa che produce in serie le migliori scarpe del mondo oltre a borse, abiti, foulard venduti in 250 negozi sparsi in 45 Paesi.
La vita di Wanda Ferragamo insegna più di un manuale di management. Insegna che la chiave del successo di un leader è un mix di affetto e disciplina, incoraggiamento e rigore. Insegna che bisogna guardare con il cannocchiale e non con la lente di ingrandimento che sposta l’attenzione sui dettagli, infatti la cosa fondamentale sono gli obiettivi lontani (i sogni), pur curando i particolari, che rendono straordinario un prodotto o un punto vendita. Insegna che la creatività, è indispensabile, ma non basta senza una rete distributiva che porti i prodotti al target di riferimento.
Importantissima, la lezione sul modo di creare una squadra evitando gelosie e incoraggiando ciascuno ad eccellere in modo diverso. In questo modo, è riuscita a tenere tutti i figli in azienda e a farli andare d’accordo. Delegare, lasciare spazio alle creatività, ma controllare. Mettere la cultura prima dell’economia, avere fede in Dio e ringraziarlo costantemente. Con parole semplici e grande senso pratico, insegna come essere buoni leader mettendo le parole di Papa Francesco in termini aziendalistici <<educare non è riempire dei vasi ma accendere fuochi>>.