PORTOGALLO PAESE DEL SUGHERO
Daniela Mastroberardino guida le Donne del Vino alla scoperta del Portogallo del vino e del sughero, di cui è il leader mondiale. Un Paese antico che rinasce
Di Donatella Cinelli Colombini
Il Portogallo del vino delle Donne del Vino. Il viaggio inizia nel peggiore dei modi con la cancellazione del volo per Francoforte in un aeroporto di Firenze dove gli inconvenienti di viaggio sono ormai una normalità. Infatti alla sera, quando finalmente saliamo su un aereo verso Lisbona, il volo è un’ora in ritardo e sfuma anche la prospettiva della cena tipica.
AMORIM E IL SUGHERO
Nonostante questo, il viaggio con le Donne del Vino è un successo. Merito delle organizzatrici Paola Bosani, Francesca Poggio e Cristiana Cirielli e soprattutto di Carlos Veloso dos Santos di Amorim Cork Italia che è il vero regista del programma. E’ lui che ci porta nel bosco di querce da sughero spiegando come la decortica, che avviene ogni 9 anni, sia un’attività del tutto sostenibile e ormai molto tecnologica per l’uso di sensori che guidano le seghe in modo da non far del male agli alberi. Amorim è il leader mondiale del sughero con 508 miliardi di tappi venduti nel mondo di cui oltre 600 milioni venduti in Italia. Visitiamo poi la fabbrica circondata da cataste di sugheri che all’interno vengono bolliti e poi lavorati. Anche qui colpisce la tecnologia.
Ogni pezzo di sughero è analizzato e diviso in base al suo spessore e alle sue caratteristiche interne perché basta un’annata troppo piovosa, troppo secca o un attacco di parassiti per alterare la consistenza del legno e modificare il suo destino; i peggiori diventano rondelle per spumante e i migliori monopezzo per i grandi rossi da invecchiamento. Le Donne del Vino escono da questa esperienza letteralmente stregate dal sughero e da Amorim. Il pranzo a base di maialino nero è il tocco finale.
CANTINE, BACCALA’ E COIMBRA
Il viaggio continua nello spettacoloso vigneto, piantato su un letto di ciottoli di fiume, della cantina Felua (gruppo Roullier). Ritorno a Lisbona e cena alla Casa dell’Alentejo, un ex bordello divenuto casa della cultura e poi ristorante con cortile moresco e sale interamente ricoperte di mattonelle dipinte a formare immagini di persone e architetture. Il cibo non fa impazzire ma la location è spettacolare.
La tappa successiva è Obidos, un paese medioevale circondato da mura dove un sapiente restauro ha creato un villaggio pieno di negozi di artigianato tipico. Vediamo fare le polpette di baccalà, il pane e compriamo le famose acciughe. Un’organizzazione turistica impeccabile e divertente. A pranzo la tipica fagiolata con seppie ci entusiasma.
Impariamo che Portogallo deriva dalle parole Portus e Cale, due insediamenti che originariamente si trovavano sui due lati del fiume Duero dove ora sorge la città di Porto.
Il Portogallo ha 10 milioni di abitanti concentrati nelle città di Lisbona e Porto. La campagna è poco popolata ma piena di cicogne che nidificano anche sui tralicci dell’elettricità. Visitiamo la Caves Sao Joao, dove producono spumanti con lunghe gallerie sotterranee con pupitre e stive di bottiglie. La serata è a Coimbra, l’antica capitale reale sul fiume Mondego con la terza più antica università del mondo. Dopo una salita da alpinisti verso la città vecchia assaggiamo il miglior baccalà mai mangiato.
LA CANTINA DI AMORIM E QUELLE DEL PORTO
Ultimo giorno da turisti con la visita della cantina Quinta da Taboadella di proprietà di Amorim, un progetto audace che intende fare da locomotore per tutta la zona del Dao. Si tratta di un territorio dove la viticultura ha un enorme potenziale ancora da scoprire. Si trova in una valle di vigneti con antichi edifici restaurati per creare la foresteria e una cantina progettata da uno dei maggiori architetti portoghesi, Carlos Castanheira, noto per l’uso di materiali naturali. In effetti la struttura è perfettamente integrata nel paesaggio e, all’esterno, è rivestita di losanghe di sughero con bellissimo effetto decorativo. La bottaia è visibile da una passerella sospesa che sembra una navicella su un mare di barriques. I vini sono ottimi.
Porto offre panorami spettacolari sul fiume Duero e sugli edifici religiosi di dimensioni enormi. Le cantine Graham’s sbalordiscono con i loro giganteschi tini e le grandiose cataste di barili di Porto. La cena è una squisita versione di alta cucina portoghese con il baccalà ancora una volta protagonista.
Il viaggio si conclude con le Donne del Vino entusiaste e il dono a Carlos Veloso dos Santos di una bottiglia di Porto Graham’s del 1974 in segno di amicizia e riconoscenza. Il 1974 è l’anno della rivoluzione dei garofani che portò la democrazia in Portogallo ma anche l’anno di nascita di sua moglie.