I piccoli mercati del vino diventano quelli più grandi
Dal 2004 al 2011 le esportazioni mondiali di vino sono cresciute del 43% in valore e del 33% in quantità grazie soprattutto ai nuovi mercati
I nuovi piccoli mercati d’importazione pesano per il 22% del totale del vino che gira per il mondo ma stanno crescendo e acquisiscono importanza rosicchiando i grandi mercati tradizionali che, dal 2004 al 2011 hanno perso il 10% della loro quota. Questo, in sintesi, il risultato dell’indagine effettuata da un team di ricercatori delle Università di Napoli Partenope e Federico II di cui ha fatto parte Eugenio Pomarici, persona che conosco e stimo da anni (“VQ” luglio 2012 pp. 18-25).
Per chi ama il vino di alta gamma l’aspetto più interessante dell’indagine riguarda il segmento dei vini imbottigliati che per il 40% è acquistato dai grandi Paesi importatori storici (Germania, UK , USA). Il loro business è aumentato solo del 6% in sette anni mentre i Paesi nuovi importatori sono cresciuti del 303 % accaparrandosi il 23% del fatturato totale. Insomma un velocissimo boom!
Inoltre sommando il giro d’affari dei piccoli mercati “storici” e dei nuovi, si ottiene un totale (53,5 %) di oltre la metà del business complessivo delle bottiglie. Situazione che di fatto li mette in posizione dominante. Come dire i piccoli hanno ormai una marcia in più!