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PROPOSTE PER IL VINO DOLCE TOSCANO

Enoturismo, abbinamenti alternativi, prezzi più alti …… Il 28 ottobre da Donatella Cinelli Colombini, le proposte delle Donne del Vino sui vini dolci toscani

Gianni Fabrizio con Donatella e Violante Cinelli Colombini e i 12 vini dolci delle Donne del Vino

Gianni Fabrizio con Donatella e Violante Cinelli Colombini e i 12 vini dolci delle Donne del Vino

Nella magica cornice della Fattoria del Colle di Trequanda, ospiti di Donatella Cinelli Colombini, che presentava il suo nuovo super Passito, 12 Donne del Vino della Toscana hanno offerto in assaggio i loro vini dolci e hanno proposto sette punti chiave per rilanciare il Vin Santo e gli altri vini dolci toscani.

 

VINI TOSCANI DOLCI CON GRANDE STORIA: ALEATICO, VIN SANTO, MOSCADELLO

Vini portati sulla costa Toscana dai greci in epoca preistorica, come l’Aleatico. Vini conosciuti e apprezzati fino dal Rinascimento come il Vin Santo. Oppure vini già esportati a Parigi e Londra nel 1685 come il Moscadello di Montalcino di cui scrive Francesco Redi.
Vini con un glorioso passato che vanno preservati e valorizzati esattamente come uno scavo archeologico oppure una chiesetta medioevale lungo la via Francigena perché sono parti della stessa civiltà e della stessa storia. Ma come riuscirci un’epoca in cui la paura di ingrassare, i limiti imposti dal codice della strada, lo stile di vita e i gusti alimentari allontanano i consumatori dai vini dolci in tutto il mondo?

 

Ecco le 7 proposte delle Donne del Vino toscane esposte durante la degustazione guidata dal giornalista Gianni Fabrizio.

 

7 PROPOSTE PER RILANCIARE I VINI DOLCI TOSCANI

Gianni Fabrizio - Roberto Scalacci Donatella Cinelli Colombini Dolce Toscana 2023

Gianni Fabrizio – Roberto Scalacci Donatella Cinelli Colombini Dolce Toscana 2023

– Il Vin Santo e gli altri vini dolci vengono venduti soprattutto nel luogo di produzione grazie loro storytelling che affascina i visitatori. Quindi, se da un lato sarebbe auspicabile la creazione di un “itinerario di vini dolci toscani” che ne incentivi la conoscenza e le vendite. Dall’altro la particolarità del loro sistema produttivo, la rarità e la territorialità di questi vini rafforzano l’appeal turistico delle cantine rispetto a un viaggiatore sempre più attratto da ciò che è raro e autentico. Infatti, come ha ben sottolineato Roberto Scalacci, presente in rappresentanza della Regione Toscana e dell’assessore all’Agricoltura Stefania Saccardi, il Vin Santo può essere prodotto solo in Toscana e quindi costituisce un’esclusiva di questa regione.
– Il Vin Santo soffre per l’abbondante presenza nel mercato di bottiglie a basso costo probabilmente prodotte con sistemi diversi da quelli tradizionali. Questi vini costituiscono una concorrenza sleale e allontanano i consumatori dalle tipologie migliori. Su questo punto le donne del Vino hanno chiesto, in coro, un intervento istituzionale.
– I grandi vini dolci toscani sono prodotti in piccolissime serie di qualche migliaio di bottiglie ogni anno. Il loro volume complessivo non arriva alla massa critica sufficiente a giustificare azioni di marketing sia regionali che individuali. Da un punto di vista della comunicazione potremmo dire che non ha voce
– Vista l’impossibilità di aumentare i volumi, a causa dei costi e delle difficoltà dei processi produttivi, l’unica strada percorribile è aumentare i prezzi di vendita, anche per rendere più credibile l’eccezionalità dei vini. Per quanto riguarda il Vin Santo la resa massima dall’uva al vino finito, previsto dal disciplinare, è il 35%, ma tutte le Donne del Vino hanno dichiarato di stare fra il 15 e il 20%. Già questo elemento, oltre al processo produttivo manuale, genera costi di produzione enormi.
– Il packaging andrebbe resto più attuale e più attraente rispetto a nuovi target quali i giovani oppure i collezionisti. Inoltre dovrebbe tenere presente che spesso il vino dolce e da regalo.
– Il gusto dei consumatori sta cambiando e si sta orientando su vini meno dolci. Sarebbe dunque auspicabile tenerne conto
– Le modalità di consumo dei vini dolci potrebbero variare spostando la loro proposta fuori pasto o come apericena, in abbinamento con formaggi erborinati e stravecchi, preferibilmente della stessa zona, in modo da offrire un’esperienza territoriale. Altra alternativa potrebbe essere con il paté di fegato dei crostini neri o con i risotti. Infatti, escluso in UK, l’uso di concludere il pasto con dessert e vini dolci sta sparendo quasi ovunque nel mondo.

 

PASSITO DI TRAMINER DI DONATELLA CINELLI COLOMBINI PER PROVARE UNA NUOVA MODALITA’ DI CONSUMO

Quest’ultima proposta è particolarmente cara a Donatella Cinelli Colombini che ne ha dato una dimostrazione pratica con il suo nuovo Passito 2018 BIO. E’ prodotto con uve Traminer in sole 364 piccole bottiglie custodite in scrigni azzurri e munite di un certificato simile a quello delle opere d’arte. Si tratta di un vino ottenuto da un appassimento naturale e voluto dal marito di Donatella, Carlo Gardini che è stato servito insieme a tre formaggi, premiati nei concorsi internazionali, scelti da Andrea Magi DeMagi: gli erborinati Superbia di Bufala, Puffarello di Pecora e il Maledetto Toscano. A fine pasto invece è stato proposto l’abbinamento più tradizionale con il dolce “Vibrazioni dell’aria” creato appositamente dal campione del mondo Rossano Vinciarelli.

 

I VINI DOLCI DELLE DONNE DEL VINO TOSCANE IN DEGUSTAZIONE

• Badia a Coltibuono Vin Santo DOC 2013
• Banfi Florus Moscadello di Montalcino DOC Vendemmia Tardiva 2019
• Capezzana Vin Santo di Carmignano DOC Riserva 2016
• Castello di Querceto Vin Santo del Chianti Classico DOC 2018
• Castello Sonnino Red Label Vin Santo del Chianti DOC 2015
• Dei Vin Santo di Montepulciano DOC 2016
• Donatella Cinelli Colombini Passito da uve Traminer Aromatico IGT Toscana 2018
• Fattoria Aldobrandesca Aleatico Sovana DOC Superiore 2022
• Fattoria Le Pupille Passito Solalto IGT Toscana 2019
• Tenuta di Artimino Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012
• Tenuta Il Corno Vin Santo del Chianti DOC 2004
• Villa di Vetrice Vin Santo del Chianti Rufina DOC 2005

 

CHI SONO LE DONNE DEL VINO TOSCANE

L’associazione Nazionale Le Donne del Vino è nata a Firenze nel 1988, è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Le Donne del Vino sono 1150 tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. Il gruppo toscano è composto da 94 socie coordinate da Donatella Cinelli Colombini e, nel 2023, ha organizzato un’iniziativa sul vetro leggero, organizzato corsi sul vino nelle scuole, raccolto fondi per il contrasto alla violenza di genere e ospiterà il 35° anniversario dalla fondazione con un evento dedicato alla cultura. La Presidente Nazionale è la produttrice campana Daniela Mastroberardino. Altre info sul sito e sul blog: www.ledonnedelvino.com e per la Toscana nell’account Instagram https://www.instagram.com/donnedelvinotoscana/?hl=it