CONTADINI, TRATTORI E APPLAUSI
VEDERE I TRATTORI CHE VANNO VERSO ROMA FRA GLI APPLAUSI DELLA GENTE MI FA PIANGERE DI COMMOZIONE E INTANTO NOI VIGNAIOLI DIVENTIAMO CUSTODI DEI NOSTRI TERRITORI
Di Donatella Cinelli Colombini #winedestination
I trattori che sfilano sugli Champs-Élysées e quelli con il tricolore che vanno verso Roma, fra gli applausi della gente, segnano un cambiamento enorme nel sentimento popolare verso il popolo delle campagne e l’agricoltura in generale. Infatti, quella degli agricoltori non è la sola protesta in questo periodo travagliato ma è l’unica con cui le persone comuni hanno solidarizzato.
I TRATTORI NELLE CITTA’ DI TUTTA EUROPA FRA GLI APPLAUSI DELLA GENTE
E’ il riconoscimento del ruolo sociale di chi produce gli alimenti e, fin ora, era solo e schiacciato dalle logiche delle multinazionali che costruiscono profitti producendo dove costa meno e trasportando le merci dove pagano di più. Una situazione che l’Europa ha gestito male, creando regolamenti complicatissimi con troppi vincoli e ora rischia di desertificare le campagne italiane.
Il nostro Paese non ha le immense pianure dove è possibile lavorare con le macchine controllate dal satellite e neppure una legislazione permissiva sui pesticidi. Pasticci come quello della mucca pazza, i formaggi killer (listeria), o dei polli e uova alla diossina … sono avvenuti all’estero perché l’agroalimentare italiano è super controllato e famoso nel mondo proprio per la sua salubrità. Un pregio che ha un costo che spesso grava sulle spalle degli agricoltori. I profitti rimangono nella catena di trasformazione e commercializzazione per cui i contadini guadagnano poco o niente anche quando i consumatori pagano prezzi salati.
Fin ora gli agricoltori erano soli, ora hanno capito che possono unire le forze ed hanno il sostegno della gente.
Immagino la commozione di quelli che andavano verso Roma con i trattori vedendo sui marciapiedi la gente che applaudiva e i sindaci con la fascia tricolore a sostenerli.
Sono passati vent’anni ma sembra un secolo fa. Mi ricordo che durante una giunta comunale a Siena, chiesero la mia opinione e io, sentendomi poco competente, dissi << di queste cose ne sapete più di me, io sono una vignaiola>> e uno degli altri assessori ribatté <<ma dai, non ti buttare così giù>>. Voleva essere una frase gentile ma io rimasi basita perché per me “vignaiola” era una parola nobile, riguardava un lavoro di cui andare fieri e invece, per una persona di città, equivaleva al livello più basso della scala sociale. Quando ero giovane a scuola ripetevano la frase <<se non hai voglia di studiare vai a zappare la terra>> e i figli dei contadini erano discriminati persino quando andavano a ballare in discoteca.
Ora la gente guarda con altri occhi alla campagna e non solo come luogo dove andare in vacanza. Che bello!
FIVI LANCIA LA CAMPAGNA PER IL RICONOSCIMENTO DEI VIGNAIOLI COME SENTINELLE DEI LORO TERRITORI
Chi cura le vigne spesso ci abita. I vignaioli sono dunque custodi dei loro territori, presenze che contrastano lo spopolamento, lavoro che argina l’erosione e non abbandona la terra facendo crescere il rischio idrogeologico e i conseguenti straripamenti dei corsi d’acqua nelle città.
Per questo Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), sta promuovendo la campagna “Vignaioli custodi del territorio” e raccoglie firme presso tavoli allestiti nelle piazze e online, per sostenere il progetto di legge che riconosce all’agricoltore il ruolo di “sentinella” del territorio in cui opera. Il provvedimento, insieme all’istituzione della Giornata nazionale dell’agricoltura, è stato licenziato a luglio dal Senato e approvato in tempi record dalla Camera dei Deputati, per cui appena sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale diventerà legge. L’azione di FIVI mira a far recepire questa norma dalle regioni in modo da tradurre le parole in fatti. Come sappiamo infatti l’agricoltura è materia regionale.
In cinquant’anni, tra il 1961 e il 2010, la superficie coltivata italiana è passata da 270.000 chilometri quadrati a 170.000, cioè è diminuita del 40%. Campi che sono stati abbandonati con un enorme degrado paesaggistico e un netto aumento del rischio di frane e alluvioni. Infatti, lo scorso anno, il numero di questi episodi è cresciuto del 22%.
L’iniziativa normativa di FIVI ha lo scopo di aumentare la possibilità di azione degli agricoltori rimuovendo le norme che impediscono loro, ad esempio, di curare strade e terrazzamenti. I vignaioli riuniti in questa sigla sono quelli che seguono la produzione del vino dalla vigna fino alla bottiglia, quasi sempre risiedono sulla loro terra e vogliono essere legittimati ad agire assumendosi l’onere e ottenendo il riconoscimento dell’opera di salvaguardia che fanno.