Oggi ci sono itinerari a piedi in tantissime città italiane, nei negozi è possibile vedere “scarpe per trekking urbano” e ci sono medici che prescrivono “fare trekking orbano ogni giorno” come fosse una ginnastica dolce per combattere obesità, depressione, rischio infarto e osteoporosi. Insomma il trekking urbano è entrato nel vissuto di tante città d’arte e di tante persone.
COME NASCE IL TREKKING URBANO
Tutto è nato per caso nel 2001 mentre ero Assessore al turismo a Siena. Avevo incaricato il Centro Studi Turisticidiretto da Alessandro Tortelli di indagare sull’impatto dei 4 milioni di turisti e escursionisti sulla vita dei residenti. L’indagine individuò la zona della città capitale del gotico, più “colonizzata” dai visitatori ma, ci fece anche scoprire come i viaggiatori apprezzassero il tragitto, dal parcheggio ai maggiori monumenti d’arte, come la visita di un museo a cielo aperto.
Il trekking urbano vi aiuterà a battere il covid. Camminate all’aperto, state al sole, evitate posti affollati e indirizzatevi verso le parti meno turistiche e più intime della vostra città. Affrontate scale, saliscendi e ogni difficoltà del percorso che possa tonificare i muscoli. Intanto guardatevi intorno, fare foto e selfie, raccontate sui social la vostra esperienza e spingete altri a usare gli spazi aperti solitari come rigeneratori dell’anima e del corpo. Il trekking urbano è un modo per esplorare e scoprire le bellezze nascoste nell’immenso patrimonio delle città italiane. Rimarrete sbalorditi da un’avventuro che comincia sotto casa.
Quando battezzai con il nome trekking urbano, i percorsi sportivi che esplorano le città, era il lontano 2003 e non immaginavo che la mia nuova proposta esperienziale avrebbe aiutato la gente a resistere al Covid. Ero assessore al turismo a Siena e pensavo che il “vagabonding”, cioè le passeggiate fuori dai grandi circuiti turistici permettessero di decongestionare il turismo nelle città d’arte e combattere le malattie del nostro tempo: depressione, infarto, obesità, osteoporosi. In effetti ha proprio questi effetti; adesso moltissime destination hanno percorsi di trekking urbano per contrastare il degrado turistico e salvaguardare la salute ma ora scopriamo che il trekking urbano può avere anche un altro effetto benefico: contrasta malesseri come paura, apatia e oppressione che il covid suscita anche in chi non è contagiato.
TREKKING URBANO COME DOVE E QUANDO
Quindi partecipiamo tutti con entusiasmo alla giornata del Trekking Urbano il 31 ottobre per sperimentare i nuovi itinerari, poi continuiamo a praticarlo tutto l’anno perché le passeggiate sportive in città, a differenza di quelle in campagna o in montagna, possono essere fatte a tutte le età – dai nonni e dai nipotini – in tutti i mesi dell’anno e a qualunque ora.
Da Toscana Lovers la maestra d’arte Paola Gorelli propone ceramiche senesi ispirate a quelle senesi del Due del Trecento come in un sogno gotico mai finito
Le ceramiche gotiche conservate nei musei di Siena e Montalcino raccontano il passato ricco e raffinato della terra senese. Nel Duecento e nel Trecento la città del Palio era il centro finanziario del mondo collegato ai grandi mercati europei attraverso la Via Francigena.
LE CERAMICHE GOTICHE SENESI DI PAOLA GORELLI
Le riproduzioni delle ceramiche medioevali senesi, eseguite da Paola Gorelli, sono molto fedeli agli originali anche nella tecnica di esecuzione perché sono tornite a mano e dipinte a mano da una maestra d’arte che ha lungamente studiato il mestiere, come avveniva nelle botteghe artigiane di ottocento anni fa. Ogni oggetto è leggermente diverso dall’altro per cui ognuno è un pezzo unico, un frammento di vera tradizione.
I negozi ToscanaLoversdi Siena, Bagno Vignoni e Cortona propongono in anteprima la nuova collezione ceramica di Paola Gorelli che ha dipinto i motivi gotici senesi su oggetti d’uso quali sottobottiglie, mattonelle e portapenne.
Dopo la battaglia di Montaperti del 1260, la capitale del Brunello era un centro economico di prima grandezza con vasche da concia e produzioni di cuoio, fornaci per le ceramiche, enormi conventi e ospedali. Montalcino era infatti al prima zona salubre oltre le paludi maremmane infestate dalla malaria. La Repubblica di Siena costruì il Palazzo dei Priori proprio nel centro cittadino nella seconda metà del Duecento. Si trattava di un edificio in pietra slanciato e ben proporzionato che tutt’ora è orgoglio del popolo del Brunello. Nelle intercapedini del tetto i costruttori misero vasi di ceramica rotti che furono ritrovati durante i restauri del Novecento e costituiscono uno delle maggiori collezioni di ceramica gotica.
l terzo negozio Toscana Lovers apre nella più statunitense delle piccole città d’arte toscane: Cortona proponendo un artigianato esclusivo e raffinato
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Cortona la città di Jovanotti, di Under the tuscan sun scritto da Frances Mayes, di Luca Berrettini detto da Cortona oppure Luca “fa presto”. Cortona città etrusca e rinascimentale, città salotto con un corso – Ruga piana- pieno di negozi eleganti e una campagna intorno che pullula di ville e fattorie trasformate in residenze di lusso di milionari USA.
Toscana Lovers a Cortona è di fronte alle scale al Palazzo Comunale e propone il meglio dell’artigianato toscano come i due negozi precedenti: quello di Piazza Indipendenza a Siena, a due passi dalla piazza del Palio e quello di Bagno Vignoni unico centro termale medioevale ancora intatto. Anche a Cortona i prodotti in vendita vengono dalle botteghe di maestri d’arte dove la creatività moderna si unisce a una manualità antica. Un assortimento creato da Carlo Gardini e sua moglie Donatella Cinelli Colombini in anni di ricerche fra gli artigiani capaci di interpretare le tendenze attuali. Niente souvenir e niente oggetti
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vecchio stile bensì frammenti di Toscana vera, oggetti esclusivi, qualche volta unici, da usare, indossare e regalare.
Ecco i coltelli di Scarperia. Scarperia è uno dei luoghi con la più antica e prestigiosa produzione di “lame taglienti”; coltelli da tavola con manico in corno, ma anche coltelli da collezione che durano per secoli e, come i gioielli, passando da una generazione all’altra, diventano sempre più preziosi come piccoli capolavori destinati al mercato antiquario.
Sposare è l’attività più strana e divertente che ho fatto da assessore al Comune di Siena. Penso che vi incuriosisca e vi racconto i matrimoni più buffi
matrimoni- l’ultimo celebrato da Donatella a Siena
Il matrimonio civile dura 15-25 minuti a seconda del numero dei discorsi di parenti e amici ma soprattutto della necessità di tradurre perché l’atto è in italiano e quindi, con le coppie straniere, ci vuole l’interprete. A Siena gli assessori sposano una settimana ciascuno e, in primavera e in estate, celebrano anche 6-7 matrimoni al giorno.
Generalmente la sposa entra nella sala per ultima, al braccio del padre. L’attesa è quasi sempre breve per le straniere e lunga per le italiane. Ovviamente ci sono delle eccezioni e una in particolare mi è rimasta impressa. A Siena i matrimoni avvengono nel palazzo pubblico, uno degli edifici gotici più belli del mondo. La sala per i matrimoni è quella del Concistoro con uno spettacolare soffitto affrescato da Domenico Beccafumi (1529-35). Si trova all’interno del Museo Civico per cui in un ambiente pieno di dipinti. Una mattina dovevo sposare una coppia
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italoamericana ma la sposa tardava molto, ma proprio molto. Gli invitati cominciarono a alzarsi e uscire, poi rientravano e chiamavano gli altri. Alla fine uscii anch’io per capire il motivo di quel trambusto e trovai i parenti degli sposi davanti a una tela raffigurante San Sebastiano trafitto dalle frecce. Chiesi <<perché questo quadro vi interessa tanto?>> e loro << non sapevamo che anche qui ci fossero stati gli indiani!>> mi risposero serissimi. All’inizio non capii ma poi l’idea che le frecce gli avrebbero fatto pensare ai pellerossa in Italia mi sembrò divertentissima. Risi così tanto che ebbi molta difficoltà a celebrare le nozze con la necessaria compostezza.
Capitano spesso situazioni esilaranti. Un’altra volta ero al sesto matrimonio della giornata e cominciavo a trovare alienante la ripetizione del rito quando mi arriva davanti una sposa piccoletta con un vestito a tubino e un cappello enorme che la faceva assomigliare a un fungo. In quei casi riuscire a mantenersi seri è difficilissimo.
Da “Toscana Lovers” a Siena e Bagno Vignoni il vostro shopping diventa una caccia al tesoro ricca di sorprese fatte a mano con maestria e tradizione
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Prodotti tipici dell’artigianato toscano e prodotti life style creati con manualità per rinnovare la tradizione. Con la cortesia e la competenza che ci contraddistinguono, vi aiuteremo a scoprire i caratteri tipici e la storia dell’artigianato toscano e italiano. Una storia antica, colta e piena di personaggi creativi.
Se volete portare a casa e nel vostro cuore un pezzo autentico della Toscana prendetelo dalle mani dei nostri artigiani e cercate qualcosa di esclusivo che non si può trovare in nessun altro posto al mondo.
“Toscana lovers” è una tappa obbligata per i turisti più raffinati. Ogni stagione arrivano nuovi prodotti fatti secondo la tradizione in piccoli laboratori artigiani toscani . Oggetti esclusivi, spesso diversi uno dall’altro come i coltelli di Scarperia, i tessuti e le sciarpe fatti a telaio, le ceramiche life style, le sciarpe, gli oggetti in legno di olivo, i saponi con essenze naturali …… oltre, ovviamente, ai vini di Donatella Cinelli Colombini e suo marito Carlo Gardini provenienti dalle cantine del Casato Prime Donne di Montalcino e della Fattoria del Colle di Trequanda.
A fianco delle eccellenze dell’artigianato toscano ci sono alcune ceramiche siciliane, dei monili in vetro veneziani, le tele umbre.
STORIA DEI NEGOZI TOSCANA LOVERS Toscana lovers Siena si trova a pochi metri da Piazza del Campo nella Nobile Contrada
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dell’Oca; poco lontano c’è la casa dove, nel 1347, nacque Santa Caterina. Siamo quindi nel cuore medioevale di Siena dove si incrociano i tre Terzi (le tre parti) della città. L’edificio che ospita il negozio era originariamente un convento, poi, come tutto il rione di Fontebranda, fu utilizzato per le botteghe artigiane e per il commercio. E’ qui che Nello Bianchini aveva il suo negozio di pellami all’inizio del Novecento. Da Nello il negozio passò alla figlia Lelia e da lei al figlio Carlo Gardini che è nato nell’appartamento al piano di sopra. Carlo ha sposato Donatella Cinelli Colombini e insieme, nel 2006, hanno creato “Toscana lovers” un negozio dedicato ai prodotti di artigianato toscano d’eccellenza e di grande tradizione.
Dagli Etruschi a Wine Spectator, la Toscana insegna a fare il vino e detta le regole della qualità
di Sara Mazzeschi
Andrea Pisano Noè e le origini del vino
La storia del vino si intreccia con quella della civiltà umana fin dagli albori, non a caso Sapere e Sapore, Cultura e Coltura, Vita e Vite hanno la stessa radice etimologica. Alcune leggende, spesso legate al Cristianesimo, vogliono l’uva come frutto proibito al posto dell’anonima mela ed un passo della Genesi racconta di come Noè, passato il Diluvio Universale, avesse piantato una vite e bevuto il succo fino ad ubriacarsi. Bibbia a parte, in Toscana e più precisamente vicino ad Arezzo, sono stati ritrovati fossili di Vitis Vinefera di oltre 2 milioni di anni fa.
A testimonianza che il vino di eccellenza proviene sempre dalle stesse zone, a Montepulciano esiste un documento del 789 dC che sancisce il lascito di una vigna alla Chiesa e a Tenuta Capezzana, nella zona del Carmignano, è conservato un contratto di affitto della fattoria, con vigneti ed ulivi, datato 804 dC.
Qualità gastronomica e Toscana vanno a braccetto come il pane col pomodoro, il cacio con le pere, il Vin Santo con i cantuccini. È proprio la qualità la carta vincente della Toscana che, con 26 prodotti certificati DOP e IGP, 465 prodotti alimentari tradizionali e 23 presidi Slow Food, richiama sempre più turisti stranieri e italiani nelle tavole imbandite dei ristoranti della regione. 2.875 gli esercizi di ristorazione premiati da Trip Advisor e la leadership nazionale con 533 esercizi premiati Hall of Fame (ovvero i 5 volte vincitori consecutivamente dei certificati di eccellenza). Insomma in fatto di ristorazione e gastronomia la Toscana è una vera fuoriclasse. Ma qual è il segreto di questo successo? Sicuramente la presenza sul territorio di aziende medio-piccole che curano con molta attenzione l’intera filiera e la possibilità per i ristoranti di poter accedere a cibi genuini e prodotti vicino al luogo di consumo, rendono l’offerta toscana quasi imbattibile. La ricchezza della produzione regionale è poi affiancata a location spettacolari, panorami mozzafiato e a quell’autenticità che hanno esportato il sogno-toscano in tutto il mondo.
Le 16 torri di San Gimignano vegliano sui filari di Vernaccia, il vino bianco che migliora invecchiando e sa di pietra focaia
di Sara Mazzeschi
San_Gimignano e vigne di vernaccia
Ricordo bene la mia prima degustazione orizzontale, a Siena l’Enoteca Italiana aveva riunito nelle esclusive sale sotteranee molti produttori di San Gimignano e per me, appena uscita dal 2°corso AIS, era un’incredibile occasione per conoscere meglio il vino bianco toscano per eccellenza, la Vernaccia Docg. Che delusione! Al sesto assaggio già i vini mi sembravano tutti uguali ed in più la beffa, quel bianco asciutto dal retrogusto amarognolo e minerale proprio non “andava giù”! Ho impiegato un po’ di tempo e numerosi bicchieri per apprezzarlo ed oggi, come spesso accade nel mondo del vino, non solo ho cambiato idea ma ne sono diventata un’appassionata estimatrice, soprattutto della versione Riserva.
Che sia per un week end o per un soggiorno più lungo, la Toscana vi regalerà emozioni uniche. A pochi Km dalla Fattoria del Colle troverete scorci mozzafiato resi famosi da colossal holliwodiani o spot pubblicitari e angoli nascosti e incontaminati dove un’esplosione di colori vi accecherà.
Il Chianti Classico , vino rosso della Toscana tra i più famosi, non è poi così “classico” anzi, quest’anno 300 candeline per lui ma in realtà è una Docg giovane e alla moda
Di Sara Mazzeschi
Chianti Classico Collection 2016
Lo scorso febbraio si è svolta a Firenze “Chianti Classico Collection”, presentazione delle nuove annate ed occasione per festeggiare un compleanno importante, 300°annivesario dall’emanazione del bando di Cosimo III de Medici che fissò, per la prima volta nella storia, i confini delle zone di produzione del Chianti. Aveva capito l’importanza di tutelare un vino che secoli dopo sarebbe diventato il Chianti Classico e per questo creò anche delle Congregazioni di Vigilanza, veri e propri antenati dei Consorzi che oggi controllano e promuovono le denominazioni. Nel 1932 viene
Mappa Chianti Classico
aggiunto il suffisso “classico” proprio per distinguere quei Comuni, tra Siena e Firenze, delimitati nel 1716 da Granduca di Toscana.
Il Consorzio del Chianti Classico è prodotto oggi con uve Sangiovese per almeno l’80%, nel restante 20% possono andare altri vitigni a bacca rossa – dal 2006 sono state vietate uve bianche – sia autoctoni come Canaiolo o Colorino sia internazionali come Merlot e Cabernet. La produzione media annua si aggira sui 270 mila ettolitri che in termini di bottiglie equivale a circa 35 milioni, vendute in oltre 100 Paesi. Questo vino ha caratteri simili a quelli del Chianti ma più eleganti e raffinati, i profumi che lo contraddistinguono richiamano giaggiolo, mammola e frutti di bosco, grazie poi ad un affinamento in legno di minimo 11 mesi (24 per la Riserva), note speziate e balsamiche rendono il rosso toscano particolarmente complesso ed armonico.
Non è una capitale, né un’isola in mezzo al Pacifico, né una metropoli. Trequanda era addirittura la stazione ferroviaria più piccola d’Europa, adesso dismessa. Situato su un colle che domina tutta la vallata intorno, è un piccolo borgo medievale scampato miracolosamente all’industrializzazione e all’omologazione che spesso comporta il turismo di massa. Trequanda negli anni si è fatta conoscere per il suo olio extravergine di oliva eccellente e senza pesticidi e per la produzione di terrecottefamose in tutto il mondo. Non meno importante la sua posizione: nel cuore della Toscana, immersa tra le Crete Senesi e la Val d’Orcia e a pochissimi Km dalla Val di Chiana. Trequanda guarda uno scenario maestoso. Trequanda ha ricevuto il prestigiosissimo riconoscimento Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, marchio di qualità turistico-ambientale conferito ai piccoli comuni dell’entroterra italiano che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità.
Per essere così piccolo, Trequanda possiede un ricettario davvero ricco e interessante. Donatella Cinelli Colombini ha raccolto ben 40 ricette originarie di Trequanda, chiedendo direttamente alle massaie del paese. La cucina trequandina è caratterizzata da cibi poveri e da lunghissime cotture e ha come suo punto di forza l’uso del pane (ovviamente sciocco, senza sale) e l’olio extravergine di oliva. All’Osteria di Donatella la chef Roberta propone molti di questi piatti tipici locali come il peposo dei fornaciai o il picchio pacchio, per far conoscere la gastronomia del territorio e le eccellenze di questo piccolo borgo. Dalla veranda dell’Osteria di Donatella si può ammirare Trequanda che si erige su una collina, molto suggestivo soprattutto la sera.
L’olio extravergine di Trequanda è sicuramente uno dei migliori del mondo. Una vera e propria eccellenza! Gli oliveti sono spontaneamente biologici perché, grazie all’altitudine in cui si trovano, non vengono attaccati dalla micidiale mosca olearia. In più la raccolta è manuale ed avviene quando le olive sono ancora acerbe e attaccate alla pianta. Tra ottobre e novembre gli oliveti vengono coperti da reti verdi che servono ad accogliere le olive staccate manualmente dagli alberi, reti ben diverse da quelle che si vedono nel resto d’Italia in cui si attende che le olive cadano a terra naturalmente. I coglitori di oggi, così come i nostri nonni un tempo, “brucano” le olive arrampicati sulle scale e le trasportano al frantoio entro la giornata. La straordinaria qualità di questo olio risedie proprio nella naturalezza dei processi produttivi. È infatti abbastanza normale qui avere qualche olivo, giusto per fare un po’ di olio da consumare in casa e ritrovarsi nel fine settimana in famiglia o con gli amici a cogliere le olive, magari dopo una panella e un buon bicchiere di vino. Ogni anno a Castelmuzio si tiene la Festa dell’Olio Novo, per l’occasione vengono organizzate degustazioni di olio extravergine e altri prodotti tipici, e visite guidate ai frantoi della zona.
Terrecotte-di-Petroio
“Vai a Petroio, lì te lo fanno su misura!” Ecco cosa si dice quando qualcuno non riesce a trovare l’amore ed è di gusti difficili. Petroio è una frazione di Trequanda e si distingue da molti secoli per la produzione di articoli in terracotta. Orci, cassette da fiori e vasi, tutti decorati a rilievo con disegni tramandati dal ‘400. Questa attività artigianale è dovuta principalmente alla bontà dell’argilla che si trova in questa zona e con molta probabilità è tramandata dall’epoca etrusca.
Uno degli aspetti più entusiasmanti del mio lavoro a Fattoria del Colle è il tempo che passo in cantina o in giro per la struttura con i turisti. Sia qua che a Casato Prime Donne a Montalcino è davvero bello mostrare a inesperti o appassionati wine lovers dove produciamo e affiniamo Chianti, Doc Orcia e, nel caso dell’altra azienda, Brunello.
Ho sempre pensato che far conoscere alle persone ciò che sta “dietro” ad una bottiglia, quanti sforzi e decisioni difficili portano – si spera – ad un vino di alta qualità, è l’aspetto più importante del mio parlare e raccontare, per questo sono sempre contenta quando leggo curiosità nelle facce di chi mi segue e quando mi vengono fatte domande . Va detto, non c’è limite a ciò che mi è stato chiesto, ogni volta che penso di aver sentito tutto arriva un ragazzino sveglio o un professore che solleva gli occhiali per guadarmi meglio e…resto senza parole!
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