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Le 10 bottiglie di Champagne più costose 

Alcuni Champagne provengono da naufragi, altri sono coperti d’oro e di gemme, alcuni sono enormi e uno ha un NFT che lo garantisce, ma sono tutti carissimi

 

Champagne-più-costosi-al-mondo-taste-of-Diamonds

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di Donatella Cinelli Colombini

L’esclusività più esclusiva. Bottiglie da collezione e bottiglie per calici da milionari che mettono lo Champagne in cima alla lista dei vini più cari del mondo. Le bollicine francesi vivono anche di questo mito di prestigio e successo che, per ora, quelle italiane non hanno. Ma forse la riscossa è vicina: Ferrari vince, anno dopo anno, i principali concorsi enologici degli sparkling e festeggia i campioni delle gare di Formula 1 come i vincitori degli Emmy Awards.

 

DEI 10 CHAMPAGNE ATTUALMENTE PIU’ CARI DEL MONDO

La lista è tratta da The Drinks Business ed è aggiornatissima. Vi rimando al pezzo originale per tutti i dettagli limitandomi qui alle poche notizie più curiose:

 

10. 1990 Louis Roederer Cristal Brut Millesime Cuvée Methuselah $ 6.875
Serie limitata di bottiglie giganti di 6 litri che sono rimaste sui lieviti 10 anni. E’ pensata per sfidare il tempo

 

9. 1998 Dom Pérignon Rosé Jeroboam: edizione David Lynch $ 8.333
Serie di 10 esemplari di jeroboam rosati millesimati con design della confezione regalo creata dal pittore e noto regista a cui si riferisce anche la campagna pubblicitaria

 

Il miglior enologo 2022 è Jean-Louis Chave

Il premio si chiama Winemakers’ Winemaker, cioè Enologo degli Enologi 2022 e lo ha vinto Jean Louis Chave, il re dell’Hermitage nella valle del Rodano

 

Wine-Spectator-Jean-Louis-Chave

Wine-Spectator-Jean-Louis-Chave

di Donatella Cinelli Colombini

Chi è il miglior enologo 2022 vincitore del premio assegnato dai Master of Wine? E’ francese ma ha studiato enologia in USA prima all’Università del Connecticut e poi a UC Davis in California – e produce nella collina dell’Hermitage della Valle del Rodano.

 

JEAN LOUIS CHAVE E’ IL WINEMAKERS’ WINEMAKER 2022

Jean-Louis Chave ha ricevuto il premio “Winemakers’ Winemaker 2022” durante ProWein il 16 maggio. Iscrive il suo nome in una lista di vincitori prestigiosa che comprende Peter Sisseck (2011), Peter Gago (2012), Paul Draper (2013), Anne-Claude Leflaive (2014), Egon Müller (2015), Alvaro Palacios (2016), Eben Sadie (2017), Jean-Claude Berrouet (2018) e Angelo Gaja (2019).
Il premio, istituito dai Master of Wine nel 2011, ha avuto una sosta di due anni causata dal Covid. Celebra chi ottiene risultati eccezionali in ambito enologico. Il vincitore viene scelto da una giuria di wine makers che comprende i Master of Wine produttori e i vincitori delle passate edizioni.

 

“Cool kid” chi sono i giovani investitori del vino

Comprano una media di 168.000 Sterline, amano la tecnologia e le criptovalute. I Cool Kid vedono nell’investimento in vino qualcosa di colto e vicino alla natura

 

di Donatella Cinelli Colombini

Firist Growth Chateau Lafite Rothschild

Cool-kids-giovani-investitori-in-vino-Firist Growth Chateau Lafite Rothschild

Cool Kid assomiglia al nome di una rock band USA – Cool Kids-, si chiamo così anche i disturbi da ansia dei bambini. Ma in generale il nome Cool Kid indica gli adolescenti che vogliono apparire adulti trendy: occhiali da sole, trucco, atteggiamenti spacconi.
Mi ha quindi sorpreso veder definire Cool kid da TheDrinksBusiness una nuova categoria di giovani che collezionano e investono in vini pregiati. Tutto parte da uno studio, intitolato <<The Alternative Wealth Report di Cult Wine Investment>>, che ci presenta la nuova generazione di investitori in beni di lusso come molto interessata al vino, meno fredda di quella precedente che agiva per soli fini speculativi e molto più emotivamente coinvolta nella decisione di acquisto.

 

I 5 vini più cari del mondo

La bottiglia più cara del mondo è una 6 litri The Setting Wines 2019 Glass Slipper Vineyard venduta all’asta nel novembre 2021 per un milione di Dollari

 

2° vino-più-caro-del-mondo-Romanée-Conti Grand Cru 1945 della Domaine de la Romanée-Conti

2° vino-più-caro-del-mondo-Romanée-Conti Grand Cru 1945 della Domaine de la Romanée-Conti

Di Donatella Cinelli Colombini

Viene da chiedersi il senso di questa corsa al record dei prezzi e al lusso più estremo. L’inizio del terzo millennio si è caratterizzato per  un orientamento ai vini premium generalizzato ma anche per la ricerca di cose esclusive che sembra un’ostentazione di ricchezza più che il desiderio di cose realmente preziose.
Una dinamica che ha determinato dei prezzi record inimmaginabili nelle bottiglie battute all’asta oltre all’innalzamento di tutto il segmento dei vini da investimento.

 

I 5 VINI PIU’ CARI DEL MONDO

3° vino-più-caro-del-mondo-Screaming Eagle Cabernet Sauvignon 1992

3° -fra- i- vini -più -cari-del-mondo-Screaming Eagle Cabernet Sauvignon 1992

Quella che segue è la lista delle 5 bottiglie più care del mondo proposta da The Drinks Business
1) un milione di Dollari 6 litri The Setting Wines 2019 battuto all’asta il 6 novembre 2021 a New Orleans per finanziare la Fondazione Emeril Lagasse che si occupa di dare opportunità ai migliori giovani talenti della cucina e dell’arte. Nella bottiglia c’è un Cabernet Sauvignon prodotto a Coombsville di Napa Valley dalla cantina Glass Slipper Vineyard. La bottiglia milionaria ha anche 900 sorelline più piccole (750 ml) che costano 185$ l’una.

2) 558.000$ Romanée-Conti Grand Cru 1945 della Domaine de la Romanée-Conti acquistato all’asta nel 2018 a New York. In origine erano state prodotte 600 bottiglie di questa annata che coincide con la fine della seconda guerra mondiale. Romanée Conti è la cantina più conosciuta fra le produttrici di vino da investimento e quella che è costantemente rimasta in cima alle quotazioni.

 

Sex appeal: cresce con la birra e col vino 

In Australia un’indagine rivela che consumando alcool i maschi sono più attratti dalle donne, invece in Italia sembra che il maggior effetto sia sulle donne

 

Karl Kruszelnicki-consumo-d'alcool-e-sex-appeal

Karl Kruszelnicki-consumo-d’alcool-e-sex-appeal

di Donatella Cinelli Colombini

Fra le 10 maggiori notizie 2021 sul mondo delle bevande The Drinks Business inserisce quella degli occhiali da birra.
Nella lista ci sono eventi clamorosi come la più costosa acquisizione della storia – la cantina Ste Michelle Wine Estate – pagata 1,2 miliardi di Dollari, e la maggiore fusione di Champagne del XXI° secolo con la nascita di un gruppo da 24 milioni di bottiglie (CRVC-Champagne Castelnau e Centre Vinicole-Champagne Nicolas Feuillatte). C’è anche la confutazione, da parte del The International Journal of Epidemiology, dello studio del 2018, pubblicato su The Lancet, in cui si affermava che “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol”. Studio che purtroppo è stato preso per buono dall’Unione Europea.

 

OCCHIALI DA BIRRA EFFETTO DEL CONSUMO DI ALCOL SUI MASCHI AUSTRALIANI

Ma torniamo agli occhiali da birra. La notizia non è di grande rilievo ma il video che la riguarda ha fatto il giro del mondo. Mostra il noto divulgatore scientifico australiano, Dottor Karl Kruszelnicki che spiega come l’alcol cambi il sex appeal e le relazioni fra le persone.

Come raffreddare il vino in 5 minuti

4 modi per raffreddare una bottiglia calda in 5 minuti quando arrivano ospiti imprevisti. E ancora come togliere la macchia di vino rosso dal tappeto

 

Donatella Cinelli Colombini

Macchie-di-vino-rosso-Christian-Smith

Macchie-di-vino-rosso-Christian-Smith

Christian Smith ci presenta i 4 metodi in un divertente video pubblicato su The Drinks Business ed il risultato è sorprendente.
Le bottiglie sono ad una temperatura di circa 24°C e Christian Smith effettua la dimostrazione pratica dei 4 metodi davanti alla telecamera, controllando il risultato con un termometro digitale. Il tutto risulta spassoso anche per la bravura del conduttore.

 

ECCO I 4 METODI PER RAFFREDDARE IL VINO VELOCEMENTE

I metodi sono: immergere orizzontalmente la bottiglia chiusa in una vaschetta di acqua salata e ghiaccio. In alternativa è possibile versare il liquido in una busta di plastica e immergere quella in un bagno freddo. Poi abbiamo la tradizionale glacette piena di molto ghiaccio e poca acqua in cui mettere la bottiglia verticalmente. Questo sistema ha l’inconveniente noioso di obbligare a ruotare continuamente la bottiglia. Ultimo metodo, più sexy, riguarda l’aggiunta di frutti di bosco congelati nel bicchiere dello spumante o dello Champagne. Lamponi e mirtilli non annacquano il vino ma modificano aromi e sapori.
Il controllo finale rivela che l’ultimo è il solo sistema veramente efficace per far scendere la temperatura del vino a 10°C in pochissimo tempo. Il video è divertente e istruttivo anche perché insegna ad abbassare la temperatura dell’acqua salata con il ghiaccio.

 

Il sorpasso: i maggiori consumatori di vino sono donne

Nel 2021, per la prima volta in Italia, il numero delle donne consumatrici abituali di vino ha superato quello degli uomini con il 55%

 

storico-sorpasso-delle-consumatrici-del-vino-donne

storico-sorpasso-delle-consumatrici-del-vino-donne

di Donatella Cinelli Colombini

Questa è la notizia comunicata da Pierpaolo Penco, Italy Country Manager di Wine Intelligence in occasione di Vinitaly Special Edition come dato più rilevante dell’Osservatorio UIV.
Una pink revolution che trasforma il mercato enologico italiano tradizionalmente dominato dagli uomini e pone al centro un nuovo protagonista con esigenze e predilezioni completamente diverse.
Spesso mi chiedono <<c’è differenze fra assaggiatori maschi e femmine? Le donne sono veramente più brave?>> Rispondo sempre che il giudizio tecnico sul vino non dipende dal sesso ma dalla capacità di analisi sensoriale della persona che assaggia.

 

LE DONNE HANNO MAGGIORE CAPACITA’ DI ANALISI SENSORIALE
storico-sorpasso-delle-consumatrici-del-vino-donne

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Ma in realtà la percentuale di donne con queste caratteristiche è maggiore dei maschi. A dirlo è Deborah Parker direttore associato del UK Sensory Science Tasting and Research Centre di Westerham nel Kent. Si tratta di un laboratorio sensoriale che studia approfonditamente le caratteristiche dei prodotti di consumo, li “profila” e propone come modificarli in base al gusto dei consumatori. Per scegliere le persone ammesse al corso per analisti sensoriali c’è un test iniziale sui sapori fondamentali: salato, dolce, amaro, acido e saporito (umami), <<solo il 10-15% della popolazione ha le caratteristiche per far parte di panel di assaggiatori>> ha detto la Parker a The Drinks Business <<e le donne risultano sempre le più dotate>>.
Ovviamente non sarà la maggiore percentuale di donne con grande talento degustativo a cambiare il mercato del vino italiano – i vini buoni rimarranno buoni sia che vengano assaggiati da donne che da uomini – bensì la diversità nello stile di acquisto e di consumo al femminile.
Cominciamo dal look. Le donne pongono più attenzione all’estetica delle bottiglie, prediligono colori come rosso-viola e pastello mentre la preferenza maschile va verso i colori blu e verde ed intensi, come ci ha insegnato l’esperto di neuromarketing Vincenzo Russo.

 

Distillatore di Whisky per un giorno

Airbnb propone di diventare distillatori di whisky per un giorno nella Annandale Distillery partecipando alla rivitalizzazione delle Lowlands la Scozia meridionale

annandale distillery-Distillatori-di-whisky-per-un-giorno-con-Airbnb

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di Donatella Cinelli Colombini

Le cantine che pensano basti un grande vino per attrarre turisti, quelle che continuano a offrire solo la visita con la spiegazione dei sistemi produttivi della propria denominazione seguita da un piccolo assaggio, quelle che puntano sui grandi architetti e sugli chef stellati magari stranieri ….. comincino a preoccuparsi. Il turismo futuro ha tre parole chiave: diversità, partecipazione, etica.

DIVERSITA’, PARTECIPAZIONE, ETICA PAROLE CHIAVE DEL NUOVO TURISMO

Parole che racchiudono molti messaggi ma che oggi vorrei spiegarvi con un esempio. Airbnb, è la OTA (online tourist agency) diventata un colosso internazionale proponendo soggiorni alternativi a casa dei residenti e favorendo i viaggi più a contatto con le comunità locali. Ebbene questo mega tour operator commercializza anche esperienze e recentemente ha proposto la possibilità di diventare distillatore di whisky per un giorno.

annandale distillery-Distillatori-di-whisky-per-un-giorno-con-Airbnb

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DISTILLATORI DI WHISKY PER UN GIORNO CON AIRBNB

La notizia ha fatto il giro del mondo ed io l’ho letta su The Drinks Business. Riguarda la distilleria scozzese Annandale Distillery a Dumfries e Galloway durante la prossima estate e comprende un soggiorno di due notti nel cottage all’interno della distilleria oltre a una cena nello storico Globe Inn di Dumfries. Nell’insieme è qualcosa di “unico, coinvolgente ed esclusivo”.
Per la verità c’è di più. La proposta turistica è inserita nel “mese del whisky scozzese” promosso da una vasta campagna di comunicazione sulle visite dei Lowlands scozzesi cioè nella parte meridionale della Scozia, quella che si traversa andando nelle Highlands a caccia di prestigiosi Single Malts.

Il vino BIO è migliore ed ora c’è la prova

I giudizi dei tre principali giornali del vino USA su 200.000 vini francesi e californiani dimostra in modo inequivocabile che quelli biologici sono più buoni

 

di Donatella Cinelli Colombini

Magali Delmas--analisi-sui-punteggi-ottenuti-dai-vini-bio-e-biodinamici

Magali Delmas–analisi-sui-punteggi-ottenuti-dai-vini-bio-e-biodinamici

Ho trovato la notizia in The Drinks Business in un articolo di Lauren Eads ma la fonte è accademica e non giornalistica. Anzi proviene da due reputatissime università: l’UCLA, Ateneo della California dove Magali Delmas, è docente all’Institute of the Environment and Sustainability e il KEDGE Business School di Bordeaux in cui è professore di economia Olivier Gergaud.

 

I VINI OGANICI CALIFORNIANI BATTONO I VINI DA AGRICOLTURA CONVENIONALE DEL 4%

Nel 2016 i due studiosi avevano confrontato i giudizi ottenuti da 74.000 vini californiani sui 3 super giornali del vino: RobertParker/Wine Advocate, Wine Spectator e Wine Enthisiast. La differenza fra i vini biologici e quelli ottenuti da produzioni convenzionali era del 4,2%. Un’enormità se consideriamo che il punteggio è un centesimi e che la differenza fra un rating di 89 e uno di 93 è abissale. Significa passare dal buio alla visibilità commerciale perché la linea dei 90/100 è invisibile ma ha effetti enormi, per esempio sui monopoli canadesi che chiedono questo punteggio minimo per ammettere i vini ai tender cioè alle gare per essere acquistati.

 

Olivier Gergaud-analisi-dei-unteggi-ottenuti-dai-vini-bio-e-biodinamici

Olivier Gergaud-analisi-dei-unteggi-ottenuti-dai-vini-bio-e-biodinamici

I VINI BIO FRANCESI BATTONO I VINI DA AGRICOLTURA CONVENZIONALE DEL 6% E I BIODINAMICI DELL’11%

Delmas e Gergaud hanno ripetuto l’analisi nel 2021 su 128.000 vini francesi e ancora una volta le bottiglie con certificazione biologica o biodinamica sono risultate quelle con punteggi più alti. Anzi il distacco è aumentato: 6,2% in più per i BIO e 11,8% in più per i biodinamici. Altra cosa notata dai due studiosi è l’importanza della certificazione. Non basta dichiarare il proprio amore per la natura, senza la fogliolina verde il punteggio era più o meno lo stesso dei vini ottenuti da agricoltura convenzionale.
Proprio su questo punto l’articolo di Delmas e Gergaud pubblicato sulla rivista Ecological Economics, rivela un risvolto curioso e imprevedibile.
Molte cantine che praticano agricoltura BIO non certificano la loro scelta oppure la certificano ma la tengono segreta perché ritengono che la cattiva reputazione dei vini organici possa danneggiarli commercialmente. In effetti, fino a qualche anno fa, molti vini “naturali” avevano difetti e puzze più che evidenti.

 

STOP AI DIVIETI, I PICCOLI ECCESSI FANNO BENE

Godere moderatamente piccoli piaceri, come sesso e vino, per vivere felici. Un libro dell’ex Presidente dell’Istituto francese del cancro David Khayat

 

David Khayat: basta divieti, il benessere è nei piaceri moderati

David Khayat: basta divieti, il benessere è nei piaceri moderati – Fattoria del Colle – Vitello Tonnato con rosè

di Donatella Cinelli Colombini

I divieti nuocciono gravemente alla salute, questo il messaggio di Arrêtez de Vous Priver, cioè “Smettete con le privazioni”, che arriva da David Khayat, ex presidente francese del National Cancer Institute.
Un’opinione che ha scatenato vivaci polemiche e prese di posizione fortemente favorevoli come Le Figaro che elogia il suo <<messaggio positivo e liberatorio>>.
Secondo Khayat è meglio essere indulgenti con sé stessi che sentirsi in colpa per ogni piccolo godimento perché questo accresce l’autostima. Il divieto costante e prolungato, che arriva dall’OMS, dai governi e da alcuni medici è in realtà <<dannoso per la mente, mentre fa poca differenza per il corpo>>.

 

Basta divieti - tordi finti e Brunello di Montalcino

Basta divieti – tordi finti e Brunello di Montalcino

DOPO IL LOCKDOWN BISOGNA RITROVARE L’EQUILIBRIO ANCHE IN PICCOLI PIACERI

Una ventata di allegria dopo mesi di reprimende per i 2kg di peso in più assunti durante i lockdown, quando il cibo ha avuto un ruolo “consolatorio” rispetto alle angosce, alla solitudine e soprattutto alla prigionia in casa. Ora che possiamo uscire bisogna fare ogni giorno attività fisica all’aperto, prendere il sole e ossigenarsi. Questi sono i primi e più importanti rimedi e prevenzioni contro il Covid visto che dovremo convivere per anni con questo virus.

Questa è la mia ricettina per mantenersi sani, ma torniamo a David Khayat e alla sua visione permissiva del benessere. A suo avviso i possibili danni causati da un sacchetto di patatine, da una fetta di prosciutto o da un bicchiere di vino … sono stati amplificati da <<medici raramente molto bravi>> secondo una visione “igienista” della società. Soprattutto in questo periodo deprimente è <<indispensabile smettere con i divieti>>.

 

I 6 ANIMALI DA VIGNA

Parto da un articolo di Lucy Shaw per The Drinks Business sui 10 animali più utilizzati nelle vigne mondiali e vi propongo i miei 6 animali per le vigne italiane

 

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di Donatella Cinelli Colombini

Il portale inglese come sempre è una fonte di ispirazione, vi consiglio di consultarlo spesso. The Drinks Business ci propone le 10 bestie che, in qualche parte del mondo, aiutano l’uomo a mantenere le vigne in perfetto equilibrio.

In successione troviamo oche, pipistrelli, pecore babydoll, cani, maiali, cavalli e muli, api, armadilli, uccelli rapaci e polli.
Togliamo di mezzo i pipistrelli che dopo averci regalato il coronavirus mi risultano oltremodo antipatici. Mi sembra meglio non favorirne la loro proliferazione e soprattutto un’eccessiva contiguità con l’uomo.
Anche i cani non mi sembrano una buona idea. In Spagna vengono utilizzati dei terrier per dare la caccia a topi e ratti. Da noi potremmo usare dei pastori maremmani per allontanare cinghiali e caprioli. Unico problema è l’aggressività di questi cani che, senza una rete, potrebbero aggredire anche le persone. Ma una volta messa la rete è inutile prendere un cane per proteggere l’uva perché gli ungulati non potrebbero entrare.

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animali-nelle-vigne-oche

Escludiamo i maiali. In Australia usano un cordone speronato alto per cui i piccoli maiali Kunekune non arrivano all’uva ma le razze suine italiane sarebbero perfettamente in grado di arrivare all’uva. Per quanto riguarda gli armadilli, lasciamo perdere, oltre al problema di trovarli c’è poi l’inconveniente che mangiano l’uva.

Ed ecco la mia lista di 6 animali da vigna italiana:

 

OCHE NEI VIGNETI

In Cile la tenuta Cono Sur ha oche e nel complesso 1.000 uccelli nei vigneti per mangiare i parassiti.

 

Sommelier italiani: grandi vittorie e grandi sconfitte internazionali

Matteo Montone miglior giovane sommelier del mondo 2019 e debacle italiana ai campionati del mondo a squadre dei sommelier con l’ultimo posto

Campionato-del-mondo-a-squadre-sommelier-2019-sommelier-italiani-ultimi

Campionato-del-mondo-a-squadre-sommelier-2019-sommelier-italiani-ultimi

Di Donatella Cinelli Colombini

In sintesi i fatti sono questi: il 12 ottobre nel Castello di Chambord in Francia si è svolta la settima edizione del concorso a squadre per Sommelier a cui hanno partecipato le equipe di 27 Nazioni del mondo e la squadra italiana, per il secondo anno consecutivo, è arrivata ultima.

MATTEO MONTONE MIGLIOR GIOVANE SOMMELIER DEL MONDO

18 ottobre a Londra l’italiano Matteo Montone ha vinto il titolo mondiale Chaîne des Rôtisseurs young sommelier of the year gareggiando sotto la bandiera britannica.
Due eventi quasi concomitanti ma con esito opposto fanno riflettere sulle competenze dei sommelier del vivaio italiano. Evidentemente il talento naturale non manca e

Matteo-Montone-campione-mondiale-giovani-sommelier

Matteo-Montone-campione-mondiale-giovani-sommelier

le basi formative sono buone. Infatti, girando per il mondo, è facile trovare connazionali che si occupano del servizio del vino nei più importanti locali di Oslo, Londra, Toronto… oppure campioni del calibro di Paolo Basso che ha vinto il titolo di miglior Sommelier del mondo ASI nel 2013 concorrendo per la Svizzera.
Ma il punto è proprio questo, come mai i nostri Sommelier dispiegano le ali e volano alto solo quando vanno all’estero? Il caso di Matteo Montone è esemplare, lui è nato a Milano ed è diventato sommelier in Italia nel 2012 ma l’anno dopo è partito per la Gran Bretagna. Nel 2015 è arrivato settimo nella gara per miglior sommelier italiano.
Commentando il concorso per il miglior giovane sommelier del mondo The Drinks Business fa notare che negli ultimi 10 anni i professionisti del servizio del vino che operano in UK hanno sempre conquistato il primo o il secondo posto. Quest’anno il secondo è stato Jonathan Eichholz dagli USA seguito dall’australiano Andres Aragon al terzo posto. 

Lo chef Jamie Oliver in tribunale per fallimento

Jamie Oliver lo chef idealista, salutista e innamorato dell’Italia, il divo TV dei fornelli fra i più pagati al mondo sull’orlo della bancarotta

Jamie-Oliver-chef-più-ricchi-del-mondo

Jamie-Oliver-chef-più-ricchi-del-mondo

Di Donatella Cinelli Colombini

Mi è sempre piaciuto per il suo aspetto anticonformista e scanzonato ma anche per la sua battaglia in favore dell’alimentazione sana dei bambini junk food = Junk kids, che tradotto in italiano significa cibi spazzatura uguale bambini spazzatura. Grazie a lui molte scuole in UK e in USA hanno migliorato le mense. Una battaglia di cui è stato portavoce anche al Salone del Gusto di qualche anno fa.

JAMIE OLIVER DA SECONDO CUOCO PIU’ PAGATO DEL MONDO AL FALLIMENTO

Al culmine del successo aveva 40 ristoranti in Gran Bretagna e quasi altrettanti in giro per il mondo. E’ arrivato ad essere il secondo chef più pagato del mondo … Poi,  soprattutto in UK, le cose hanno cominciato ad andare male e sono cresciuti i debiti stimati dal Sun, all’inizio del 2018, in oltre 70 milioni di Sterline.

Jamie Oliver ha provato a rifinanziare la società con 3 milioni di sterline dal suo patrimonio personale, ma non è bastato, così come non è bastata la chiusura di alcune sedi della catena Jamie’s Italian.

Jamie Oliver

Jamie Oliver

Ora arriva la domanda di insolvenza – che corrisponde al nostro “portare i libri in tribunale”-  che riguarda 23 ristoranti dove lavoravano 1.300 persone sotto le insegne Jamie’s Italian, Barbecoa e Fifteen.  Un disastro che segue il fallimento di altre catene britanniche come Carluccio’s, Prezzo, Giraffe e Ed’s Easy Diner. Secondo The Drinks Business quello di Jamie Oliver non è da ricondurre alla Brexit, come ha dichiarato il celebre chef, quanto piuttosto a un cambio di gusto degli inglesi che si orientano sui locali di consumi esperienziali invece che sui ristoranti classici.

I ristoranti e la ristorazione a casa: chi vincerà?

Home restaurant, take away, street food …. Sopravviveranno i ristoranti? FIPE chiede regole uguali per tutti ma il vero nemico dei ristoranti è l’home delivery

Di Donatella Cinelli Colombini

Giovanni-Rallo-Nicola-Minunno-Fattoria-del-Colle-Ristorante

Giovanni-Rallo-Nicola-Minunno-Fattoria-del-Colle-Ristorante

Il problema non è solo italiano: << restaurant sector is undergoing a period of sustained metamorphosis>>, leggo in un interessantissimo articolo di The Drinks Business 

che spiega come, a fronte di un forte aumento della spesa alimentare, la ristorazione tradizionale sia in affanno a causa della crescita degli home delivery che portano, sempre più velocemente  a casa, pranzi sempre più competitivi rispetto a quelli cucinati dagli chef. E’ una sfida che si gioca sull’uso di internet e sulla velocità delle consegne, ma anche sull’innalzamento della qualità dei preparati. Una sfida che ha modificato persino la dimensioni delle cucine domestiche.

Se gli inglesi hanno messo gli occhi sul problema a seguito dello choc del fallimento dei ristoranti di Jamie Oliver, anche da noi in Italia 80 chef stellati sono scesi in campo con una lettera manifesto diretta ai due vicepremier e al Ministro dell’agricoltura-turismo Gian Marco Centinaio. La partita riguarda un comparto di 300.000 imprese, 85 miliardi di fatturato e 43 miliardi di valore aggiunto all’anno per 1 milione di occupati.

PER NON MANGIARSI IL FUTURO – PETIZIONE DI 80 CHEF STELLATI

La richiesta è di dare regole uguali a tutti e il titolo sembra quello di un film horror “ Per non mangiarsi il futuro”.  Sul banco degli imputati le <<scelte politiche incentivano settori che effettuano di fatto somministrazione, senza essere sottoposti alle stesse regole che si applicano alla ristorazione e ai pubblici esercizi in generale. Ci riferiamo agli operatori del settore agricolo, ai circoli privati, al terzo settore, ai negozi di vicinato, agli home restaurant, allo street food etc. >>

La Pineta di Zazzeri- conle-Donne-del-Vino

La Pineta di Zazzeri- conle-Donne-del-Vino

A loro avviso chi non è un pubblico esercizio sfugge a una griglia di regole che fanno lievitare i costi: corsi di formazione, dimensioni dei locali, servizi igienici …. Una situazione che ingenera concorrenza sleale che impoverisce le attività di ristorazione costringendole a chiudere per poi, in certi casi, riaprire magari reinventandosi come street food o home restaurant.

I RISTORANTI CHIEDONO REGOLE UGUALI PER TUTTI QUELLI CHE FANNO SOMMINISTRAZIONE

Alla fine la richiesta è <<non chiediamo meno regole: chiediamo che vengano applicate le stesse regole per la stessa professione, anche a tutela e a salvaguardia dei 10 milioni di clienti che ogni giorno frequentano i Pubblici Esercizi>>.

Non si sta ripetendo, in altra forma, lo scontro fra Taxi e NCC che ha poi penalizzato i servizi offerti ai clienti con danni rilevanti alle prospettive turistiche di tutto il Paese. In questo caso c’è la volontà di salvaguardare la concorrenza a vantaggio della clientela ma con regole del gioco uguali per tutti.

Cani contro la puzza di tappo

L’idea è semplice ma funziona: se i cani trovano tartufi e droga, allora possono individuare anche il sughero contaminato da TCA -e i cileni li addestrano-

TNCoopers- cane-anti-puzza-di-tappo

TNCoopers- cane-anti-puzza-di-tappo

Di Donatella Cinelli Colombini

La cooperativa cilena TN Coopeer della città di Chilen a Curacaví ha addestrato cinque cuccioli – Ambrosia, Odysé, Moro, Mamba e Zamba – per trovare TCA, TBA e altri composti che inquinano il sughero e se presenti nei tappi, danno al vino un orrendo sentore di segatura. Si tratta di molecole che in realtà non hanno odore, ma viceversa inibiscono l’olfatto cioè bloccano le parti del sistema nervoso che  consentono di percepire le sensazioni piacevoli. Di fatto rendono imbevibile il vino delle bottiglie tappate con un sughero contaminato.

CAUSE E RIMEDI CONTRO LA PUZZA DI TAPPO

In tempi recenti sono stati fatti enormi investimenti per sconfiggere il terribile “odore di

Cane-addestrato-dalla-polizia

Cane-addestrato-dalla-polizia

tappo”. L’origine del problema pare sia l’erbicida (Glifosato) usato nel terreno in prossimità delle querce da sughero da cui sono estratte le cortecce che servono per produrre i tappi. Per questo le fabbriche che lavorano il sughero destinano la parte inferiore delle plance per scopi diversi dai tappi da vino. Aziende come Amonim hanno un naso elettronico  NDtech®, costituito da un gascromatografo che analizza velocissimamente i tappi senza rallentare il processo produttivo.  Purtroppo il prezzo dei tappi certificati è altissimo e può essere sostenuto solo nei vini molto cari.

Un investimento di 10 milioni di Euro da parte di Amorim e dall’altro lato i cinque cuccioli cileni.

La notizia diffusa da Wine Spectator e poi da The Drinks Business ha fatto il giro del mondo creando un grande entusiasmo, infatti offre una soluzione a buon mercato in grado abbattere il costo dei tappi sicuramente senza difetti.