Ma i giovani italiani bevono vino?

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Ma i giovani italiani bevono vino?

Trasformare il vino in sorpresa, scoperta affinchè i giovani italiani bevano vino. Insegnarlo a scuola e puntare sul fuori pasto con proposte divertenti

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I giovani italiani bevono vino? Poco e male ma si può rimediare, vediamo come.

In cinquant’anni  i consumi di vino sono calati del 70%, da 120 a 36 litri a testa. Il rapporto Istat 2016 su  “L’uso e l’abuso di alcol in Italia” mostra che negli ultimi 5 anni il passaggio da consumatori abituali a saltuari è ancora aumentato toccando il 53% dei bevitori. Questo spiega perché le cantine del Bel Paese, primo produttore mondiale con 50 milioni di ettolitri, si sono buttate sull’export e sui mercati in espansione, Usa e Cina soprattutto.  C’è poi il problema delle riscossioni, nel settore food and beverage solo il 24% rispetta i tempi di pagamento. Come dire <<faccio meno fatica a regalarti il vino!>>.

Giovani-italiani-bevono-vino-Chianti-Superiore-Violante-Gardini

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Finalmente nel 2015 la tendenza negativa sembra invertire la rotta, i consumi tornano a crescere, poco ma con segno più. Secondo i dati OIV il vino bevuto in Italia  è  +0,3%, rispetto all’anno precedente. Un piccolo dato incoraggiante che sembrerebbe confermato dai dati Iri Infoscan Census  sull’aumento delle vendite nel canale Gdo  che, da solo, è il 66% del mercato enologico interno.

Come trasformare questi timidi segni positivi in un duraturo orientamento del mercato? Sandro Boscaini presidente di Federvini, insiste sulla formazione. In effetti il personale di sala, che esce dalle nostre scuole alberghiere, ha pochissime nozioni sul vino. Questo mentre in molti altri Paesi del mondo gli studenti, specialmente durante le lauree brevi in hotellerie, frequentano i moduli WSET oppure quelli da Sommelier.

Donne-de-vino-Piemonte

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Saper abbinare cibo e vino è determinante per offrire ai clienti un’esperienza appagante al ristorante ma anche per tenere in ordine i bilanci di fine d’anno.

Quindi la formazione degli addetti alla ristorazione e al commercio è una delle chiavi determinanti. Allo stesso modo come sarebbe utile dare attuazione al progetto sulla formazione sul vino nelle suole al fine di contrastare l’abuso e affascinare i giovani con il racconto di una storia millenaria che porta a una geografia enologica diversificata in ogni piccola zona  d’Italia. Le prime esperienze, organizzate a Brescia da Pia Donata Berlucchi per ONAV, hanno dato risultati strepitosi. In effetti  anche la campagna francese sui giovani fino ai 24 anni, che incentivava il consumo responsabile di vino, è risultata più efficace dei divieti facendo calare gli abusi e aumentando l’utilizzo moderato. Dunque è forse proprio la formazione nelle scuole, come sostiene il senatore Dario Stefano, la chiave del problema.

I giovani italiani bevono vino? Il futuro del vino è nelle loro mani. I dati dell’ultimo rapporto Istat    ottimamente commentato da Wine Meridian, mostrano il vino come la bevanda alcolica meno consumata da chi ha meno di 44 anni <<il vino, infatti, si colloca dopo birra, aperitivi, amari e superalcolici. Notevoli anche le differenze di genere: gli uomini scelgono soprattutto la birra, le giovani fino a 24 anni, invece, aperitivi, amari e superalcolici>> ha scritto Fabio Piccoli nel suo blog.

Il fuori pasto attrae il 45% dei consumatori di vino che si concentrano nel Nord Est. Si tratta degli aperitivi, momenti  di consumo meglio interpretati dalle bevande alcoliche, dalla birra, da “spritz e dintorni” piuttosto che dal vino. Pessima cosa! Una situazione che potrebbe spiegare la sterzata verso calici diversi dal vino delle donne fra i 18 e i 24 anni. E’infatti ben noto come il gentil sesso privilegi i consumi extradomestici e conviviali delle bevande alcoliche – come gli aperitivi- più degli uomini.

Ecco dunque un’altra possibile chiave del problema, rendere più divertente, diversificata e modaiola la proposta del vino nei nuovi momenti di consumo fuori pasto, lavorando con barman e formazione del personale per creare intrattenimenti, sempre diversi e per questo attraenti. Proprio sul piano della sorpresa che il vino può battere gli alcolici e attrarre un pubblico sempre a caccia di novità. Parola d’ordine <<scoprimi mi farò amare!>>