La prima impressione dei turisti in cantina 1
Perché l’esterno della cantina è importante per ottenere successo turistico? E’ il primo contatto visivo con la cantina e la prima impressione non si scorda mai

prima-impressione-Doc Orcia punto panoramico
di Donotella Cinelli Colombini
Chi di voi non cura il proprio aspetto prima di incontrare per la prima volta una persona importante? Questo perché tutti cerchiamo di dare una prima impressione positiva e possibilmente di mostrarci subito come siamo o persino meglio di come siamo. Ma allora perché gli ingressi delle cantine turistiche italiane sono spesso trascurati?
LA PRIMA IMPRESSIONE DELLA CANTINA E’ L’ESTERNO

Franciacorta, cantina Fratelli Berlucchi
Nella stragrande maggioranza quelli che sono sempre vissuti in campagna, persino le famiglie di antica e grande nobiltà, vivono l’ambiente agricolo in modo rilassato, lasciando alla natura molta autonomia d’azione e senza curarsi troppo dei muri a secco che crollano, i prati seccati dal sole o i cespugli cresciuti a dismisura. Io faccio mea culpa e mi metto in questa categoria.
Opposto comportamento di chi viene dalla città e ha comprato l’azienda agricola per farci una villa con cantina oppure per avere una cantina con villa. Spesso la loro prima azione è recintare, poi la creazione di prati all’inglese perfettamente rasati e verdi anche in piena estate, infine vengono piantate essenze non autoctone ma molto colorate … L’effetto è poco tipico ma decisamente attraente, e spesso i visitatori lo giudicano più positivamente rispetto allo stile “nature” dei marchesi di campagna o dei contadini DOC.
C’è tuttavia una via di mezzo che mi sembra la scelta giusta, perchè <<non avrai una seconda occasione di fare una prima buona impressione>> diceva Oscar Wilde: la stessa cosa che oggi dicono gli esperti di comunicazione. Infatti la “prima impressione” tende a radicarsi nella mente come un giudizio definitivo -positivo o negativo- rispetto al quale il nostro turista cercherà inconsciamente delle conferme. Giocarsi bene i primi 20 secondi di contatto visivo significa dunque creare aspettative positive rispetto alla successiva esperienza enoturistica. Non tenerne conto è decisamente controproducente.
COME ARREDARE L’ESTERNO DELLA CANTINA
Impariamo dai sudafricani che trasformano il viale d’ingresso delle cantine in un trionfo di ortensie fiorite oppure dai francesi che creano uno scenario molto aristocratico ed esclusivo con enormi cancelli dorati. Ovviamente ognuno ha il suo stile e la salvaguardia dell’identità dei luoghi è la prima garanzia di un duraturo successo, ma imparare dai colleghi della Regione del Capo che portano nelle cantine il 70% dei turisti, può essere una buona tattica.
Olivi secolari in Puglia, limoni in vaso in Toscana, spalliere fiorite in Liguria …. possono mostrare, insieme all’ordine e alla cura dell’ambiente, il desiderio di accogliere i visitatori mostrando il meglio della propria tradizione e di quello che siamo: cantina familiare, grande azienda, boutique winery ….
ILLUMINAZIONE
La prima impressione può essere anche notturna e quindi l’illuminazione diventa determinante. Negli ultimi vent’anni gli edifici rurali sono passati dal buio cimiteriale con poche luci sopra le porte di ingresso all’effetto “centrale nucleare” con orribile inquinamento visivo da molti chilometri di distanza al light designer con effetti quasi cinematografici sotto gli alberi o sulle pareti degli edifici. Anche su questo aspetto consiglio la giusta misura e il realismo. I visitatori provenienti dalla città sono intimoriti dal buio della campagna, per cui lasciare senza illuminazione il perimetro degli edifici o i viali da percorrere a piedi crea disagio ed accresce la possibilità di cadute. Infatti chi non è abituato a camminare sul diseguale terreno della campagna inciampa con estrema facilità. Per questo illuminare scalini, percorsi pedonali e parcheggi è indispensabile.
Ma non esageriamo! Così come è necessario posizionare le lampade in modo da ridurre l’impatto nel paesaggio, è indispensabile curare la realizzazione dei parcheggi, che sono l’infrastruttura più brutta della cantina turistica, in modo da ridurre il loro impatto nel paesaggio.