I fratelli Cotarella a Orvieto con vino e tango
4° edizione di Orvieto tango festival che si unisce a WE LOVE Taste UMBRIA evento nell’evento. Sono invitata da Riccardo Cotarella
Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Brunello, Casato Prime Donne
Una città d’arte fra le più belle del mondo: Orvieto con la sua cattedrale che sembra lo scrigno gotico del Giudizio universale di Luca Signorelli, il pozzo di San Patrizio con la sua scala senza fine, la città sotterranea, la fortezza dell’Albornoz … e intorno i vigneti di un vino bianco che vuole tornare al vertice.
Un’impresa titanica che ha due paladini giganti: Riccardo e Renzo Cotarella. Riccardo è il presidente degli enologi italiani e mondiali – Union Internationale des Oenologues- oltre che consulente di cantine fra cui le più glamour d’Italia. Renzo è l’Amministratore Delegato di Antinori il gruppo enologico più prestigioso fra i big d’Italia. Insieme hanno
la cantina Falesco ora ribattezzata Cotarella e affidata alle figlie Dominga, Enrica e Marta. Cugine formidabili al pari dei padri.
Ed ecco che la riscossa dell’Orvieto parte con una serie di eventi di statura internazionale che, in estate, arricchiscono gli appuntamenti già esistenti come Orvieto Tango Festival. Convegni, banchi d’assaggio, cooking show e scuola di cucina per bambini, masterclass su birra, vino e olio. Le star, ed è proprio la parola giusta, sono gli chef stellati fra cui la senese Katia Maccari del Patriarca di Chiusi. E intanto tango, tango, tango con sei coppie di ballerini di fama internazionale e una sovraesposizione mediatica formidabile su televisivi, giornali e social networki….. We love taste Umbria, i Cotarella fanno sempre le cose in grande.Renzo è più formale ma la forza del suo carattere è evidente dallo sguardo sempre vigile e diretto. Riccardo ha più calore << A Do’ ma come
stai?>> è l’inizio cordiale delle sue telefonate. Lui non fa chiamare dalle segretarie, quando ti deve parlare, telefona personalmente. Visti da vicino i fratelli Cotarella sembrano le due parti della stessa giornata: solare e allegra quella di Riccardo, notturna e riflessiva quella di Renzo.
Riccardo Cotarella è nato nel paese di Monterubiaglio provincia di Terni nel 1948 Renzo sei anni dopo a Castel Viscardo. Entrambi enologi hanno fondato nel 1979 la cantina Falesco a Montefiascone con il progetto di recuperare i vitigni autoctoni del territorio.
Mentre Renzo scala la gerarchia dirigenziale nell’Antinori fino a diventare il braccio destro del Marchese Piero, Riccardo crea una società di consulenza con 60 clienti fra le
cantine più importanti d’Italia.
<<Io produco vino in molte parti del mondo e posso dire di conoscere il panorama internazionale; in pochi luoghi nascono dei vini bianchi complessi, armonici, fini come quelli di Orvieto>> dice Renzo senza nascondere che c’è anche un pizzico di “sapore di casa” nel suo giudizio ma <<abbiamo sprecato troppe occasioni>> dice con amarezza costatando la distanza che separa il distretto enologico Orvietano da Brunello, Barolo o Bolgheri <<eppure non è difficile fare lo stesso basta copiare da chi ha avuto successo>>. E’ l’effetto paralizzante dei contrasti il male di Orvieto. Un male oscuro che i fratelli Cotarella hanno cercato di contrasare promuovendo una serie di iniziative dove produttori, governo locale, intellettuali …. dialogano proponendo soluzioni per il rilancio del territorio e del vino.
Io sono a uno di questi appuntamenti nel trecentesco Palazzo del Capitano, con Renzo Cotarella a parlare di Marketing e territorio insieme a Nerina Di Nunzio, direttrice dello IED di Roma e splendida moderatrice, Mario Morcellini commissario dell’Autorità garante delle comunicazioni, Guido Barlozzetti scrittore, Giulia Di Cosimo dell’ Azienda “Argillae” e i sindaci di Orvieto e Ficulle.
Porto la voce delle Donne del vino, sommessamente ma con orgoglio, le presento come l’avanguardia di una nuova agricoltura più internazionalizzata, diversificata, attenta all’ambiente e indirizzata ai prodotti di qualità. I dati che emergono dal sondaggio effettuato nel 2016 nelle cantine delle socie sono estremamente positivi:
INTERNAZIONALIZZAZIONE
24% di vino italiano viene esportato mentre il 74% nelle cantine delle DDV sono oltre questa soglia e più della metà vende oltre il 50% del suo vino all’estero
QUALIFICAZIONE
38% media dei vini DOC/DOCG sul totale della produzione enologica italiana nelle imprese delle Donne del vino i DOC/DOCG sono il 69%
RISPETTO DELL’AMBIENTE
11,8% media nazionale dei vigneti BIO – biodinamico e in conversione sul totale del vigneto italiano per le Donne del vino produttrici la quota è del 27,4%
DIVERSIFICAZIONE PRODUTTIVA
5,2% media nazionale delle aziende agricole con agriturismo in Italia (1.600.000 imprese agricole 22.238 agriturismi) le Donne del vino produttrici hanno diversificato l’attività nel 20-30% dei casi