
Se bevi vino rosso il rischio Covid cala del 17%
2 bicchieri di vino rosso al giorno riducono la probabilità di contagio Covid del 17%, con la birra la possibilità di ammalarsi cresce del 28% e così con gli spiriti

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Di Donatella Cinelli Colombini
La prima notizia mi arriva dal Senatore Dario Stefàno che mi manda un articolo intitolato “Il virus non ama l’alcol” e fa riferimento alla scoperta dei ricercatori del Shenzhen Kangning Hospital pubblicata su Frontiers in Nutrition, secondo cui bevendo oltre cinque bicchieri di vino rosso alla settimana il rischio di contrarre il Covid calerebbe del 17%. La ricerca ha usato un database britannico UK Biobank contenente 473.957 cartelle cliniche di soggetti fra cui 16.559 risultati positivi al Coronavirus. Incrociando i dati sulle bevande alcoliche consumate delle persone esaminate, i ricercatori cinesi hanno visto che quelli che bevevano oltre un bicchiere di vino rosso al giorno avevano una probabilità nettamente inferiore di contrarre il Covid. Secondo i medici l’alto contenuto di polifenoli è alla base dell’effetto positivo che, del resto, si manifesta anche con l’influenza.

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I MEDICI CINESI SCOPRONO CHE I BEVITORI MODERATI DI VINO ROSSO RISCHIANO DI CONTAGIARSI DI COVID IL 17% IN MENO
Io sono stata diverse volte a Shenzhen e, sfortunatamente anche nel miglior ospedale della città dove mi hanno risolto in tempi da record un problema di capogiri. Ho quindi molta fiducia nei medici di Shenzhen.
La sera stessa la notizia è stata rilanciata sull’account Instagram di Wine Spectator <<Can drinking red wine reduce your risk of a COVID infection? A new study found that U.K. residents who drank 1 to 2 glasses of red wine per day had a lower chance of contracting COVID-19 than non-drinkers. White wine drinkers also benefitted, just not as much. And beer drinkers had higher rates of infection>>.
EFFETTO BENEFICO DEI POLIFENOLI DEL VINO E EFFETTO NEGATIVO DI BIRRA E SPIRITI
Il giorno dopo è il Settimanale economico del Gambero Rosso Trebicchieri a proporla ai wine lovers italiani. <<I polifenoli del vino riducono i rischi di contrarre il Covid. Il ruolo antiossidante dei polifenoli contenuti nel vino, soprattutto in quello rosso, risulta determinante per affermare che il consumo moderato di vino abbassa il rischio di contrarre l’infezione da Covid-19>>. Troviamo anche altre precisazioni sulla ricerca cinese <<bere da uno a quattro bicchieri di vino bianco o spumante a settimana riduce dell’8% tale rischio; i bevitori di birra e sidro hanno il 28% di possibilità in più di contagiarsi rispetto a chi non bene affatto, una bassa frequenza di consumo di vini fortificati (1-2 bicchieri a settimana) riduce il rischio, mentre lo aumenta un frequente consumo di superalcolici (oltre 5 bicchieri a settimana)>>.
Il vino rosso stravince su birra, superalcolici …..
Non è infatti l’alcool a determinare gli effetti benefici, perché essi non ci sono bevendo Whisky o Vodka che hanno una gradazione ancora più alta. Il vino rosso contiene delle ricchezze presenti nell’uva: i polifenoli che abbassano la pressione del sangue contrastano l’ossidazione delle lipoproteine, migliorano la funzione endoteliale e impediscono l’aggregazione piastrinica. Tutti vantaggi che bevendo troppo spariscono. Anzi aprono la porta al virus.
BENVENUTO BRUNELLO 2020 E’ UN ESEMPIO PALESE CHE LA TEORIA CINESE E’ ESTATTA
Io sono doppiamente contenta perché produco Brunello, cioè un vino rosso pieno di polifenoli per la lunga macerazione con le bucce dell’uva. Un vino che viene consumato a piccole dosi quindi è ideale per offrire il 17% di protezione in più indicata dai medici cinesi.
Il secondo motivo è che mi tolgo un sassolino dalla scarpa. Nel febbraio 2020, quando il Coronavirus fece il suo primo focolaio a Codogno, io e la maggioranza dei produttori di Montalcino eravamo a Benvenuto Brunello nei chiostri del Complesso monumentale di Sant’Agostino. Eravamo stipati per un enorme afflusso di appassionati fra cui un intero pullman proveniente dal famigerato paese della provincia di Bergamo dove stavano già mettendo le transenne della zona rossa. Una settimana dopo tutta l’Italia era chiusa in casa per il primo lockdown ma a Montalcino nessuno dei partecipanti all’evento si era contagiato. Noi scherzavamo su San Giovese che ci aveva protetto. Ma la cosa era piuttosto sorprendente vista la velocissima diffusione del virus a Codogno. Scrissi un post domandandomi se era stato il vino a salvarci e mi arrivò una diffida dalle autorità con l’intimazione a cancellare il post che poteva far credere nelle virtù antivirali del Brunello. Tolsi il post ma rimasi convinta che qualcosa fosse realmente successo.
LA RIVINCITA DEL VINO CONTRO CHI DICE CHE NON ESISTE UN LIVELLO SICURO DI CONSUMO D’ALCOL
Ora a distanza di due anni gli scienziati hanno provato che i miei sospetti erano fondati e i Brunello lovers godevano del 17% di protezione in più contro il virus. Non è efficace come il vaccino ma sicuramente aiuta.
Alla faccia della Commissione Beca (Beating Cancer) dell’Eurocamera e del testo dove si afferma che non esiste un «livello sicuro» di consumo di alcolici, mettendo in un solo calderone vino e distillati come se, a piccole dosi, il vino non fosse di aiuto ad una vita sana.