Vi presento Eric Kohler l’enologo di Château Lafite
Scopriamo l’uomo che crea i vini di Château Lafite Rothschild, si tratta di Eric Kohler un enologo che produce capolavori in bottiglia senza darsi arie

Château Lafite Rothschild,- direttore-tecnico- Eric Kohler
di Donatella Cinelli Colombini
Prima di parlare del suo cantiniere, mi piace raccontarvi qualche particolare di questo luogo da mito; Château Lafite ha una storia senza eguali nel vino. Alla fine del Seicento le sue vigne si unirono a quelle di Latour grazie al matrimonio di Alexander de Ségur con l’erede dell’altro Château. Ma è nel Settecento che i vini di Lafite entrarono alla corte di Versailles. Il marchese Nicolas Alexandre de Ségur era soprannominato il “Principe delle viti” e il vino Lafite divenne il “Vino del re”.
Lafite il vino del Re di Francia
La consacrazione arrivò quando Richelieu, nel 1755, venne nominato governatore della Guyenne e un medico di Bordeaux gli prescrisse il vino di Château Lafite. Al suo ritorno a Parigi Richelieu era in forma smagliante <<Maresciallo>>, gli disse il Re Luigi XV <<mi sembra che abbiate venticinque anni meno di quando siete partito>> <<Vostra maestà non sa che ho trovato la famosa fontana della giovinezza? Ho scoperto il vino di Château Lafite>>rispose il

Lafite
Cardinale. Lafite era servito da Madame de Pompadour nelle sue cene private e più tardi Madame du Barry pretese di bere solo il vino del re, come veniva chiamato il rosso di Lafite.
Altro grande estimatore dei vini di Lafite fu Thomas Jefferson, futuro presidente degli Stati Uniti che fu ambasciatore della “Repubblica degli Stati Uniti” alla corte di Versailles. Prima e durante la rivoluzione, Lafite era in cima alla gerarchia del vino ma visse un momento travagliato con frequenti cambi di proprietà. Nonostante questo nel 1855 venne classificato ufficialmente come <<il primo dei primi cru>> Premier Grand Cru (First Growth). L’8 agosto 1868 Lafite, con i suoi 74 ettari di vigneto, fu acquistato dai banchieri de Rothschild che trasformarono il castello in un’autentica reggia piena di capolavori d’arte.
Eric Kohler direttore tecnico – enologo di Lafite
Come può essere il direttore tecnico – enologo- cantiniere – di Château Lafite, uno dei più grandi vini al mondo? Si chiama Eric Kohler, ha 52 anni ed è originario di Arles in Provenza. Chi si immagina una specie di star del vino, un personaggio da palcoscenico … rimarrà deluso dalla semplicità quasi umile di questo signore che parla quasi più dei suoi collaboratori che di sé stesso.
Anche se crea uno dei vini più famosi del mondo gli articoli su di lui sono rari e la maggiore intervista è quella pubblicata da WineSearcher a firma di Tom Hyland. Ha fatto la sua prima vendemmia a Château Poujeaux nel 1989 <<È ancora un grande ricordo per me>> spiega con garbo. Pochi anni dopo fu notato da Charles Chevallier, enologo di Lafite che gli offrì di andare a lavorare con lui <<Certo, non potevo rifiutare questa grande opportunità>>. Descrive il suo lavoro con semplicità, cita i suoi più stretti collaboratori quasi fossero una cosa sola con lo Château << molti lavorano qui da diversi anni. Per alcuni di loro, il padre, la madre o addirittura il nonno lavoravano già a Lafite!>>
Anche nella descrizione delle ultime vendemmie è diretto e semplice << il 2018 e il 2016 hanno lo stesso profilo; abbiamo vissuto una primavera piovosa fino a luglio, seguita da un clima molto secco fino alla vendemmia. Queste sono condizioni ottimali a Bordeaux per un’annata eccellente>>
Eric Kohler crea capolavori in bottiglia con umiltà
La stessa chiarezza di opinioni che usa per descrivere l’atteggiamento degli opinion maker sui vini di Bordeaux <<penso che i sommelier e gli addetti ai lavori siano effettivamente più interessati ai vini migliori di quanto non fossero alla metà degli anni ’90. A quel tempo, stavano cercando nuovi vini del mondo, scoperta. Con il tempo, l’esperienza e la competenza, sono tornati a Bordeaux>>.
Un uomo con le idee chiare, uno straordinario equilibrio e una capacità di fare squadra che appare la sua carta vincente. Alla domanda sulle sfide che vuole affrontare e le sue maggiori soddisfazioni risponde << è condividere con il mio team la grande gioia di aver prodotto il vino che risulta il migliore, nelle degustazioni, dopo un’annata difficile>>