
VINO, SALUTE E IRLANDA
L’Irlanda vorrebbe sul vino delle scritte simili a quelle sulle sigarette “pericoloso per le donne incinte” “pericoloso per chi guida” “favorisce il cancro”

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di Donatella Cinelli Colombini
Sopra ogni frase ci sarà un disegno racchiuso in uno spazio circolare che richiama il segnale stradale di divieto con il bordo rosso e la sbarra trasversale. L’immagine spiega il messaggio e evidenzia in rosso il punto critico, cioè il cervello o il fegato.
Secondo Coldiretti la presenza di messaggi intimidatori sulle bottiglie di vino potrebbe indurre un consumatore su quattro a smettere di berlo.
Quindi si tratta di un gravissimo problema per chi produce o commercializza vino.
COME L’IRLANDA E’ RIUSCITA A FAR APPROVARE LE SCRITTE CONTRO IL CONSUMO DI ALCOLICI
Il Governo irlandese ha iniziato il suo progetto sull’obbligo di scrivere messaggi dissuasivi nell’etichetta degli alcolici nel giugno 2022.
A settembre dello stesso anno a Tel Aviv l’Oms rafforzò questa strategia con l’approvazione del documento “European framework for action on alcohol 2022-2025” che prevedeva, tra le altre misure, l’obbligo di health warning in etichetta per tutti gli alcolici.
E’ seguito il voto a larghissima maggioranza del Parlamento Europeo che bocciava il Public Health Alcohol Labelling Regulations, cioè le scritte con alert sanitari per le etichette del vino.
Con una decisione sorprendente, l’esecutivo europeo non ha tenuto conto di questo voto lasciando passare i 60 giorni del “silenzio assenzo” senza fare niente. In questo modo, il 22 dicembre scorso, la Commissione UE ha dato il via libera all’introduzione dei messaggi dissuasori sulle etichette di vino e di altre bevande alcoliche vendute in Irlanda.
L’ULTIMA SPERANZA DI FERMARE QUESTA INIZIATIVA E’ NEL’WTO
Non è ancora detta l’ultima parola perché, per andare avanti con il loro progetto, gli irlandesi hanno bisogno dell’autorizzazione dell’Organizzazione mondiale del commercio -WTO. Queste scritte, infatti, sono un serio problema a livello internazionale. Hanno 60 giorni per decidere. Speriamo che non li lascino passare senza reagire.
Ora il rischio è che altri Paesi seguano l’esempio irlandese, come il Regno Unito, dove le spinte proibizioniste sono forti.
IL VINO NON E’ COME GLI ALTRI ALCOLICI
L’intento di ridurre l’abuso d’alcol è lodevole ma forse male espresso da questa azione che mette sullo stesso piano vino, birra e ogni tipo di distillato. Non si tratta della stessa cosa. Infatti il vino, fra le bevande alcoliche, è il solo che, con un consumo moderato, allunga la vita ed ha effetti benefici soprattutto sul sistema cardio circolatorio. L’unico studio scientifico contrario (Global Burden of Diseases (GBD), pubblicato sulla rivista inglese Lancet nel 2018) ha poi ritrattato ammettendo un andamento a forma di J dei grafici per cui la mortalità aumenta sia negli astemi che nei forti bevitori, mentre cala con il consumo moderato. La comunità scientifica è unanime su questo punto.
Spingendo i consumatori a non bere vino il risultato non sarebbe quello di migliorare la loro salute ma di peggiorarla.
Per questo appare davvero preoccupante che la Commissione UE abbia dato il suo via libera agli irlandesi in contrasto con il voto del Parlamento Europeo.
L’ALERT SUL VINO MI OFFENDE COME PRODUTTORE
Mi disturba pensare alla scritta “fa male alla salute” sulle mie bottiglie di Brunello anche se tutte quelle che partono per gli USA hanno già un’avvertenza simile in etichetta e questo non ha affatto impedito il loro consumo.
Altra cosa che mi disturba è leggere che il business di bevande a base di CBD, cioè Cannabidiolo, un composto presente nella cannabis, è previsto in crescita nei prossimi 10 anni, fino a raggiungere i 46 miliardi di Dollari.
Allora il CBD fa bene e il vino fa male?