
Vivino: se lo usi ti dirà cosa bere
CellarTracker Snooth e Vivino questi i più forti portali di recensioni sul vino. Ma se guardiamo la classifica assoluta dei siti sul vino vince Wine Searcher

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Di Donatella Cinelli Colombini
E’ la possibilità di inquadrare la bottiglia con il telefonino e accedere immediatamente alla scheda di ogni bottiglia, con i voti e i prezzi, che ha messo il turbo a portali come Wine Searcher o Vivino.
Wine Searcher fornisce notizie in inglese, francese, tedesco, italiano, spagnolo, giapponese e cinese. A lui il gradino più alto della classifica di Cellarer 2015 sulla popolarità dei siti del vino. Un risultato sensazionale che premia il portale neozelandese contenente i prezzi di 8.948.204 bottiglie in 76,484 rivendite di tutto il mondo.

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La principale differenza fra Wine Searcher e Vivino è che il primo usa la valutazione dei wine critics più importanti di ogni Paese mentre Vivino si basa sui giudizi dei consumatori. C’è un’incredibile voglia di esprimere voti ha detto a Heini Zachariassen, fondatore di Vivino <<Ora la media è di 300 mila al giorno, con picchi di 1,2 milioni come nel giorno di Natale dell’anno scorso>>. Vivino ha un approccio molto tecnologico con i suoi utenti, anche nella proposta commerciale. E’ da qui che arriva l’ultima novità: in base alle etichette fotografate o recensite dal cliente presto egli verrà profilato e gli verranno proposte in acquisto le bottiglie adatte al suo gusto personale. Un’idea che potrebbe far presa e che ha entusiasmato persino Luciano Ferraro di “Divini” del Corriere della Sera.

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Le informazioni sul vino arrivano sempre più dal web e quindi presidiarli, in modo da essere recensiti e anzi essere ben recensiti, diventa un must per i produttori come è avvenuto per i ristoratori e gli albergatori con TripAdvisor.
Dopo la nascita di TripAdvisor la valutazione di alberghi e ristoranti è cambiata per sempre: il parere degli esperti vale molto meno di prima e i consumatori sono diventati protagonisti del giudizio. Tutti, prima di prenotare, controllano il voto di chi è già stato nello stesso posto. Ovviamente ci sono delle storture, basta vedere la differenza fra i giudizi degli stranieri che viaggiano molto e i giudizi degli italiani che viaggiano poco ma, spesso per darsi delle arie, sono severissimi. Purtroppo non tutti quelli che esprimono giudizi sono in grano di farlo e questo mette un serio punto interrogativo su quello che pubblica Trip Advisor ma sta di fatto che la sua influenza è enorme.

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Nel vino i critici sono ancora dei punti i riferimento ma i portali con le recensioni sono sempre più forti e organizzati. Si tratta, tuttavia, di una “democratizzazione” più apparente che reale. Uno studio intitolato “In vino veritas? Social influence on ‘private’ wine evaluations at a wine social networking site” condotto da ricercatori di 3 università e pubblicato su “Wine economics” nel 2014 rivelava che i giudizi espressi dai consumatori dipendevano in modo determinante dai wine critics e poi dalle prime 4 valutazioni pubblicate.
Ecco che le probabilità di manovrare i giudizi anziché calare è crescente. Del resto giudicare un vino è molto più difficile che valutare un ristorante o una camera d’albergo e dunque i giudizi dei portali di recensioni sulle bottiglie, per ora, sono meno influenti dei guru degli assaggi. C’è da aspettarsi comunque un’avanzata del web anche per la sua facilità d’uso e soprattutto un’avanzata dello shopping on line esattamente come è avvenuto per il turismo dove le OTA (On line travel agency) sono ormai le protagoniste incontrastate del mercato