ADDIO CARLO MIO UNICO GRANDE AMORE

Carlo Gardini e Donatella Cinelli Colombini

ADDIO CARLO MIO UNICO GRANDE AMORE

GRAZIE DI AVERMI AMATO SEMPRE E DI AVER CREDUTO IN ME SEMPRE, PERSINO QUANDO NON CAPIVI LE MIE SCELTE. LA MIA VITA CON TE E’ STATA PIENA DI AFFETTO

Carlo Gardini e Violante Gardini Cinelli Colombini

Carlo Gardini e Violante Gardini Cinelli Colombini

Ci siamo conosciuti quando avevo 18 anni e a 24 ti ho sposato. Mi hai regalato un affetto dolce, sconfinato e una figlia straordinaria. Mi hai aiutato a realizzare i miei sogni, anche sacrificando i tuoi. Ricordo bene quando hai lasciato Roma e l’incarico che ti piaceva tanto, per tornare a Firenze da me e da Violante. Ricordo quante volte mi hai protetto da ciò che mi faceva soffrire. Hai sempre lavorato al mio fianco con umiltà, lealtà e coraggio, senza invidiare i miei palcoscenici ma solo godendo delle mie soddisfazioni. In questi ultimi dieci anni siamo stati inseparabili, come mai prima, condividendo progetti, viaggi, fatiche, preoccupazioni e successi. Guardando le immagini nel telefono sembra la fotogallery di una favola bella: insieme nel mondo.
La tua gentilezza, onestà e generosità d’animo hanno sempre creato intorno a te una cerchia di amici che hanno continuato a volerti bene per decenni, nonostante le distanze causate dal nostro lunghissimo peregrinare per l’Italia.
Io ho avuto solo sei mesi e mezzo per dirti grazie, mentre mi dicevi un lunghissimo addio, soffrendo in silenzio e abituandomi alla

solitudine di una vita senza di te, senza i tuoi saggi consigli e senza il tuo appoggio incondizionato.

Carlo Gardini e Donatella

Carlo Gardini e Donatella

Grazie amore mio, grazie. Ti amo tantissimo, ti amerò sempre
Donatella

RINGRAZIAMENTI E RIFLESSIONI

P.s. in questi tristissimi mesi di malattia, tanti amici hanno aiutato me e Violante a sostenere Carlo che non è rimasto solo neanche un giorno. Li ringrazio tutti e sarò loro sempre grata dell’affetto che ci hanno dimostrato soprattutto Paolo, Marzia, Franco e Charon, Letizia e Stefano, Cecilia e Massimiliano, Guido e Mariele, Pier Curzio, Pasquale, Ilaria, Antonella, Carmela e Orlando, Martha e Henry e gli amici di Malta.
Un periodo durissimo e lungo in cui ho potuto vedere l’impegno di amministratori come la Vicepresidente Stefania Saccardi, le straordinarie capacità e la dedizione quasi eroica di molti medici come il neurochirurgo Guido Pecchioli, la neurologa Anna Maria Romoli e il geriatra Ippolito, che ringrazio di cuore. Ma ho visto anche l’idiozia di alcuni loro colleghi che seguono i protocolli senza capire bene cosa fanno. Ho visto la forza del sistema sanitario toscano ma anche le debolezze e le strozzature causate da disorganizzazione e lentezza burocratica. Peccato perché, usando meglio le strutture esistenti e valorizzando le risorse umane migliori, la sanità toscana potrebbe brillare, evitando a pazienti, come Carlo, di aspettare una protesi per mesi pregiudicando il loro successivo recupero, oppure di fare continui viaggi in ambulanza perché, nel centro migliore della riabilitazione toscana, il Don Gnocchi di Firenze, non c’è la Tac.