Massimo Garavaglia e il Ministero del turismo da costruire
Quella di Massimo Garavaglia somiglia alla “Mission Impossible” del celebre film. Il turismo al collasso e il suo Ministero con pochissimi uomini e mezzi
di Donatella Cinelli Colombini
Come sappiamo il Ministero del Turismo fu soppresso a seguito di un referendum nel 1993. E’ rimasto un dipartimento quasi sempre associato al Ministero dei Beni Culturali salvo il breve periodo in cui avvenne un trasferimento all’Agricoltura piuttosto burrascoso con molti dipendenti che non accettavano di cambiare ministero e altri episodi che ridussero la già modesta attività degli uffici. Da quasi trent’anni le risorse e le competenze sul turismo sono state assunte dalle regioni. Un frazionamento che ha indebolito il brand Italy sui mercati mondiali ed ha aumentato i costi.
UN MINISTERO TUTTO DA COSTRUIRE
Quindi Garavaglia avrà a disposizione alcuni uffici con poco personale, all’interno del MIBAC guidato da Dario Franceschini.
C’è da sperare che almeno qualche funzionario molto forte in marketing turistico ci sia perché il neo Ministro non ha competenze in materia e farà fatica a entrare in una materia complessa e in continua evoluzione.
Per avere un’idea delle dimensioni enormi di questo comparto, il business turistico mondiale era, nel 2019, 1300miliardi mentre quello del vino 200. Il turismo è un settore con players enormi e muove investimenti giganteschi.
Per rendersi conto della situazione in cui opera il Ministro Garavaglia basta aprire i siti nazionali del turismo Italia.it e Visititaly.eu ….. ma poi non mettetevi a piangere.
CHI E’ MASSIMO GARAVAGLIA
il nuovo Ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha 53 anni e due lauree, una in Economia e Commercio all’Università Bocconi e l’altra in Scienze Politiche alla Statale di Milano. E’ stato sindaco di Marcallo con Casone, deputato e poi senatore, il più giovane della storia della Repubblica Italiana. Nel 2013, per un breve periodo, è stato Assessore regionale al Bilancio della Regione Lombardia. E’ stato Viceministro dell’Economia nel governo Conte.
Da questo curriculum si deduce una buona competenza economica ma, purtroppo, nessuna esperienza sul turismo. Un problema vista la struttura del suo Ministero e la dimensione dei problemi che dovrà fronteggiare.
Infatti il turismo è il settore più colpito dalla pandemia. In Italia, prima del covid, arrivavano 64,5 milioni di turisti esteri all’anno che si sono dimezzati nel 2020 con un azzeramento dei viaggiatori statunitensi, canadesi, brasiliani, giapponesi, cinesi cioè dei segmenti più ricchi.
NEL RECOVERY PLAN MANCANO LE RISORSE PER IL TURISMO
Il compito del Ministro Garavaglia è riattivare questi flussi ma c’è un ulteriore problema: nel “Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” meglio conosciuto come “Ricovery plan” non c’è neanche un riferimento a mare, montagna, termale, enogastronomia … niente solo una frase che cita le strutture ricettive. Nella sezione dedicata a “Turismo e cultura 4.0” che consta di 7 pagine, si parla di musei, chiese, industria del cinema e centri storici anche nelle zone rurali.
Quindi il Ministero del turismo ha davanti un problema enorme ma è quasi senza portafoglio. Mi chiedo come farà visto che nel 2018 Expedia Group e Booking Holding hanno investito complessivamente 10,6 miliardi di dollari in campagne online e sono pronti a mettere in campo cifre simili appena il grande business ripartirà.