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SOLO 1 ITALIANO SU 3 RICONOSCE IL MARCHIO BIOLOGICO

IL BIO HA PREZZI DI PRODUZIONE PIU’ ALTI DEL CONVENZIONALE E QUESTO LO RENDE MENO VENDIBILE MENTRE MUTUI E INFLAZIONE SVUOTANO LE TASCHE DEGLI ITALIANI

 

 

FOGLIA-BIOLOGICO

FOGLIA-BIOLOGICO SOLO 1 ITALIANO SU 3 LA RICONOSCE

di Donatella Cinelli Colombini #winedestinatio #biologico 

In Francia il Biologico è in crisi: calano i consumi del 4% e un bel numero di cantine rinunciano alla certificazione. Apparentemente invece, il settore BIO dell’agricoltura italiana è in salute. Le imprese certificate sono 92.000 pari al 18,7% del SAU (Superficie agricola utilizzabile). Siamo quindi molto vicini al 25% fissato dal progetto UE “Farm to fork” per il 2030. Sono ancora più vicini all’obiettivo sono i vigneti che hanno la fogliolina verde. Essi coprono 135.667 ettari pari al 21% del totale. Nel 2022 sono cresciuti del 5,9%. Noi siamo in questa quota virtuosa dal 2018.

L’INFLAZIONE SPINGE IL CARRELLO DEGLI ITALIANI VERSO ALIMENTI MENO CARI E MENO BIO

Tuttavia i problemi non mancano: le piogge 2023 hanno messo l’agricoltura biologica in grave difficoltà. I costi di produzione, più alti rispetto all’agricoltura convenzionale, scoraggiano l’acquisto dei prodotti biologici in un momento in cui l’infezione, i tassi dei mutui e il caro carburanti, hanno letteralmente vuotato le tasche degli italiani. Al Sana, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale – BolognaFiere, settembre 2023 sono stati presentati i dati più recenti. I punti principali mi sembrano due: il 14% delle famiglie italiane ha ridotto il valore della sua spesa alimentare comprando prodotti meno cari. Il risultato è che le vendite dei prodotti biologici hanno smesso di crescere  e l’aumento del 9% in valore, registrato negli ultimi 12 mesi, non è altro che l’effetto dell’inflazione sui costi di produzione. L’agroalimentare biologico italiano ha un giro d’affari superiore agli 8 miliardi di Euro l’anno di cui 4,5 in Italia e 3,6 all’export.

L’orto domestico è buono la fettina di vitello no

La nuova logica dell’alimentazione rispettosa dell’ambiente premia cibi e vini che non inquinano con gas, liquami, pesticidi… sotto accusa la carne di bue 

Alimentazione-sana-orto-della-Fattoria-del-Colle

Alimentazione-sana-orto-della-Fattoria-del-Colle

Di Donatella Cinelli Colombini

C’è una nuova etica del cibo che coinvolge un crescente numero di persone nei Paesi più sviluppati: per salvare il pianeta bisogna mettere nel piatto solo quello che è ecosostenibile. Ecco che gli alimenti che la lunghezza dei trasporti (il famoso km 0) il carbon footprint, l’utilizzo o l’inquinamento dell’acqua … diventano elementi che discriminano ciò che è buono da ciò che è cattivo per l’ambiente.

I CIBI ECO FRIENDLY

Nella lista dei meritevoli ci sono gli alimenti fatti artigianalmente e ancora meglio in casa,

alimentazione-sana-passato-di-ceci-con-olio-extravergine

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quelli ottenuti dagli scarti come l’olio prodotto facendo esplodere con il freddo le molecole delle bucce di arancia, sperimentato all’Università di Pisa. Poi ci sono le alternative alla carne di bue come l’hamburger di barbabietola o la carne cresciuta in laboratorio dalle cellule staminali che arriva da Israele, oppure gli insetti, per chi ha lo stomaco di mangiarli. Promosso anche il pesce povero dei nostri mari nella stagione della pesca, i legumi tradizionali che, oltre tutto rigenerano il terreno dove crescono, pere, mele e patate che consumano poca acqua e possono essere prodotti in autentiche oasi naturali.

I CIBI POCO ECO FRIENDLY

Nel banco degli imputati c’è anche il vino  Prosecco , per la sua grande produzione, insieme alla carne di bue, i pesci di importazione oppure quelli che impoveriscono le coste come i gamberetti di allevamento, i cereali OCM e coltivati con pesticidi, l’olio di palma presente anche nelle merendine.