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Cina o non Cina nell’export del vino?

Gli esperti dicono di puntare sul gigante asiatico, invece io credo che la Cina sia un mercato adatto solo a cantine molto grandi oppure molto prestigiose

Export di vino in Cina

Export di vino in Cina

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne
Vorrei iniziare raccontandovi due episodi. Un paio d’anni fa quello che era allora il nostro importatore in Cina venne a farmi visita con due assistenti. Durante la degustazione notai che lui guardava assiduamente il telefonino. <<Controlla la borsa>> pensai, ma curiosa come sempre, feci finta di servire l’acqua e girai intorno al tavolo arrivando alle sue spalle. Guardava un film pornografico. Qualche mese dopo la moglie molto ricca, che finanziava la sua ditta, chiese il divorzio e la compagnia di importazione chiuse i battenti. Evidentemente alla signora, i filmini a luci rosse, non piacevano.

Vinexpo-

Vinexpo

Il secondo episodio riguarda Romano Prodi che negli scorsi anni ha dedicato molto tempo e molti viaggi allo studio della Cina. Durante un affollatissimo convegno ad Arezzo spiegò le possibilità di business con il gigante asiatico concludendo con questa frase << negli affari con i cinesi non dovete chiedervi se prenderete una batosta ma “quando” prenderete una batosta>> . In pratica i cinesi sono abilissimi e hanno codici di comportamento diversi dai nostri per cui, alla fine, noi finiamo nei guai.

I migliori clienti del vino sono on line per metà sono donne

Spendono in media 14€ in più a bottiglia, comprano più spesso, sono più competenti e più internazionali di chi acquista vino in modo tradizionale

Violante Gardini a Shanghai

Violante Gardini a Shanghai

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Il profilo del compratore di vino on line arriva da Vente-privee.com (riproposto da WineNews)  un colosso dell’e-commerce con 18 milioni di rapporti in tutto il mondo e 30 milioni di wine business nel 2012. Il settore , a loro parere, è ancora agli inizi e sembra destinato a un’enorme  espansione.

Il  wine lover che sceglie nelle enoteche virtuali compra e consuma cioè non acquista per mettere le bottiglie in cantina. E’ meno fedele e più internazionale (preferisce vini italiani, francesi e spagnoli ma anche Sudafrica e Cile) e spende di più  anche quando il vino è da regalare (9€). Questa propensione agli acquisti costosi dipende forse dalla possibilità di confrontare il prezzo con tutto il resto dell’offerta mondiale per cui chi compra è sicuro di fare un buon affare. Il cliente di vino on line ama soprattutto i vini rossi e nella metà dei casi (49%) è donna. In questo canale di vendita il gentil sesso è presente molto più che fra gli acquirenti tradizionali dove scende al 35% di chi compra.  Ancora una volta le donne wine lovers si confermano consumatori evoluti e capaci di utilizzare le nuove tecnologie.