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Atteso un grande rimbalzo di vendite di vino nel 2021

Durante il Covid la percentuale di italiani che hanno fatto shopping in cantina è salita di 7 punti passando dal 54 al 61%. Ma le vendite dirette sono calate

 

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Di Donatella Cinelli Colombini

Il rafforzamento del numero degli italiani che comprano direttamente nel luogo di produzione deriva dalla crescita del turismo del vino nostrano ma anche dall’aumento della percentuale di chi, durante il lockdown ha ordinato online alle cantine passando dal 29 al 36%. In termini di valore l’e-commerce diretto è aumentato del 74%. I dati provengono da “Vino e Spirits” 2021, primo report congiunto di Mediobanca, Sace e Ipsos.
E’ giusto ragionare su quest’ultimo dato ipotizzando che i wine lovers, impossibilitati a fare le consuete visite fra botti e vigneti, si siano approvvigionati usando internet. Ma una quota di questo aumento potrebbe derivare dall’ormai generalizzata abitudine all’acquisto online. C’è stato infatti un autentico boom nei portali specializzati con uno sbalorditivo + 435%.

 

PIU’ VISITATORI ITALIANI E PIU’ E-COMMERCE NELLE CANTINE TRICOLORI

Va inoltre tenuto presente il grande aumento dei wine club e dei carrelli nei siti delle cantine. Anch’io ho reintrodotto la vendita online dopo averta dovuta bruscamente interrompere, vent’anni fa, per le reazioni furibonde di importatori esteri e distributori italiani.

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Questa volta nessuno ha protestato. Forse è successo lo stesso nelle altre cantine che hanno serenamente intrapreso la via del commercio elettronico. I tempi sono maturi e ora tutti fanno e-commerce.
E’ quindi difficile dire se la crescita dei clienti online dalle cantine dipenda dal lockdown oppure all’incremento di offerta da parte delle imprese di produzione. Un dubbio che pone qualche interrogativo sulla tenuta futura di una simile attività.

 

I VISITATORI ITALIANI HANNO COMPRATO PIU’ ESPERIENZE

Va comunque detto che nonostante la crescita dei clienti italiani le vendite dirette delle cantine italiane si sono contratte per due motivi: la mancanza di turisti stranieri, tradizionalmente più disposti a fare grossi acquisti e la presenza consistente di visitatori meno esperti e quindi anche meno disposti a comprare bottiglie importanti. Turisti che, tuttavia, hanno comprato con entusiasmo le esperienze enoiche, spostando il business delle cantine dal punto vendita alla sala da degustazione, alla scuola di cucina oppure al trekking nei vigneti con pic-nic al tramonto.