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Perché mangiare in ristoranti storici ha più sapore

I 64 ristoranti italiani di antica tradizione hanno nomi celebri: La Bersagliera a Napoli i Dodici Apostoli a Verona Savini a Milano l’Osteria del Bai a Genova

Dodici Apostoli Verona

Dodici Apostoli Verona

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
Luoghi in cui la tradizione la mangi, la vedi e la abiti …. Insomma un fascino impalpabile che assomiglia a quello dei teatri, dove aleggia lo spirito degli artisti che ci hanno lavorato. Questi ristoranti sono popolati dal ricordo di grandi chef e di clienti celebri, ogni piatto ha una storia che lo distingue e lo rende unico. In alcuni casi, come la focaccia al formaggio di Manuelina di Recco, i piatti sono proprio nati li. Per questo mangiarci fa entrare nel mito. E’ insomma un’esperienza che rimane impressa nella memoria anche quando la cucina non è da stella Michelin ( ma Del Cambio ce l’ha) e la gestione è cambiata decine di volte.

Ristorante_Savini_Milano

Ristorante_Savini_Milano

Il nostro viaggio nei ristoranti storici parte da un delizioso articolo del blog dissapore e prosegue nell’annuario dell’Associazione dei locali storici d’Italia che mi arriva ogni anno da un vecchio e caro amico, Enrico Guagnini.
La maggior parte di questi ristoranti sono dell’Ottocento ma tre affondano le loro radici fino al Quattrocento: l’Antica locanda del Mincio (1407) a Valeggio, l’Onkel Taa di Parcines in provincia di Bolzano (1430) e l’Albergaccio a San Casciano Val di Pesa (1450). Tutti e tre hanno storie incredibili, nella locanda si fermò Napoleone nel 1796 quando cacciò gli austriaci al di là del Mincio. Nel ristorante Museumstube Bagni Egart Onkel Taa ci sono le tinozze per acqua termale in cui fare il bagno mangiando come usava nel medioevo, qualcosa che attrasse qui anche l’Imperatrice Sissi e Francesco Giuseppe d’Asburgo. Infine l’Albergaccio si chiama anche Tavernetta Macchiavelli perché l’autore del Principe vi dimorò durante il suo esilio fuori da Firenze.