I pregiudizi sul vino
Molti produttori si chiedono perché, anche innalzando molto la qualità del loro vino, spesso non vengono premiati dai critici. I perchè dei pregiudizi sul vino e i consigli
Di Donatella Cinelli Colombini
A volte i produttori che non vedono riconosciuti i loro sforzi pensano le cose peggiori.
Specialmente quando hanno vinto premi, oppure hanno ottimi rating da parte di importanti esperti stranieri … La prima reazione del wine maker è pensare ad un giudizio poco obbiettivo e persino distorto <<tanto premiano sempre i soliti>>.
Le circostanze più frequenti in cui si verifica questo problema sono due: l’anonimato e il pregiudizio sul vino.
OGNUNO TROVA NEL BICCHIERE QUELLO CHE SI ASPETTA DI TROVARCI IN BASE AL PREGIUDIZIO
In entrambi i casi, il problema è l’aspettativa, in altre parole il pregiudizio. Quando il vino appartiene ad una denominazione o ad una zona senza reputazione, l’esperto non si aspetta una grande qualità.
Così come il vino che nei primi assaggi ha deluso o si è caratterizzato con troppa acidità o troppo legno.
I nostro produttore frustrato pensa <<ma come mai non si accorge che il vino è cambiato e soprattutto della sua ottima qualità?>>
Quello che avviene non dipende né dalla correttezza e neanche dalla competenza dell’assaggiatore. Lui è in buona fede.
E’ la parte più istintiva del suo cervello che fa resistenza a cambiare idea.
IL NEUROMARKETING E L’INFLUENZA DEI PREGIUDIZI E DELLA VISTA SUL GUSTO
Vincenzo Russo nelle sue lezioni di neuromarketing ci insegna che la percezione del gusto è fortemente influenzata dalle aspettative e dagli altri sensi, soprattutto dalla vista che è il senso dominante ed impegna la metà delle cellule del cervello.
In altre parole quello che l’assaggiatore sa di un vino e le sue precedenti esperienze sono in grado di agire sul Sistema Limbico (emozioni) e sulla Corteccia Prefrontale (piacere) del suo cervello condizionando il gusto. Alla fine sentirà nel bicchiere quello che si aspetta ci sia.
Si, ma c’è anche altro. Il BIAS cognitivo.