Pizza e birra un pessimo abbinamento
L’abbinamento birra-pizza è tutto italiano e nasce negli anni Cinquanta perché le pizzerie non potevano servire vino. Ma è tremendo meglio il vino
Di Donatella Cinelli Colombini, cantina di Brunello, agriturismo in Toscana
Pizza; un business di 100 miliardi di Euro l’anno. Gli americani ne mangiano 13 kg a testa ogni anno, quasi il doppio degli italiani (7,5kg) che forse ne consumano meno perché la accompagnano con la birra con conseguente pesantezza di stomaco. Si perché l’abbinata birra-pizza è tutta nostrana.
Qualcuno dice che è un’eredità degli antichi egizi ma la verità è meno nobile e soprattutto meno antica.
La pizza nasce a Napoli nel XVI secolo come una sorta di pane schiacciato poveramente condito e solo successivamente si arricchisce di pomodoro, alici e mozzarella. Negli anni Cinquanta, in Italia permanevano alcune limitazioni sulla somministrazione di alcolici emanate in epoca fascista. In particolare le pizzerie non potevano servire bevande con più dell’8% di alcool. Erano gli anni del boom economico con una crescita costante di guadagni e consumi. L’abbinamento pizza –birra nasce dall’arrivo nelle pizzerie di una clientela disposta a spendere di più. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il 36% degli italiani beve birra con la pizza e solo l’8% sceglie il vino.
Ma almeno fosse un abbinamento azzeccato! Invece no, fa stare anche male. Per risparmiare tempo e costi la maggior parte delle pizze ha una lievitazione accelerata che spesso continua durante la digestione e riceve un rafforzamento dai lieviti della birra con il risultato di una pesantezza di stomaco senza eguali.