IL COLLABORATORE CHE NON GIOCA IN SQUADRA
Come si caratterizza il comportamento del collaboratore difficile e come il capo può affrontare il problema. Non sempre funziona ma conviene provare
Di Donatella Cinelli Colombini
Le caratteristiche principali del “lavativo”, del “rompiballe” che non sa giocare in squadra e crea continui problemi sul lavoro sono sette. Qui di seguito le troverete descritte. Prima di arrivare davanti ai sindacati per trattare il licenziamento, un vero leader prova a risolvere il problema in altro modo. Non parlo del braccio di ferro vecchio stile <<qui comando io o fai come ti dico o te ne vai>>. Questa è la tattica consigliata dai consulenti e dai grandi manager che mi hanno sempre detto <<costa meno la buonuscita>>.
Io invece credo che la leadership sia la capacità di ascoltare, motivare e creare insieme.
Primo passo è capire cosa c’è dietro al comportamento problematico. Poi bisogna aiutare il collaboratore a superare i meccanismi interiori che lo portano a assumere atteggiamenti controproducenti per sé e gli altri. Non è una ricetta magica non sempre, ma spesso funziona. Purtroppo richiede molto, molto tempo.
Ecco le sette caratteristiche del collaboratore problematico. Spesso la stessa persona ne ha più di una.
BISOGNO DI EMERGERE
Ha un grande bisogno di emergere. Pensa di saperne più di tutti compresa la persona che dirige. Tiene le sue competenze e le sue informazioni tutte per sé in modo da creare un centro di potere che costringe gli altri a passare attraverso di lui. Mette in dubbio gli altri, cercando di evidenziare i loro errori con il capo. Dice sempre la sua.