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Vino, il valore creato nella vigna si perde per strada

La Bocconi promuove vigneti e cantine italiane ma boccia il marketing e la comunicazione del vino. Il dopo Expo promette bene per il padiglione vino

Rea, Acuri, Boscaini, ICE, Zonin, Bocconi SDA

Rea, Acuri, Boscaini, ICE, Zonin, Bocconi SDA

Di Donatella Cinelli Colombini vignaiola di Brunello

Cronaca di una mattinata in prima fila soffrendo nell’ascoltare una diagnosi ben nota sul vino che ancora non ha una cura.
Il Professor Andrea Rea “wine management Lab” della SDA Bocconi descrive la situazione del vino italiano come un sorriso storto. Il lato della bocca in cui si crea maggior valore è la vigna e la cantina. Sul lato opposto della bocca c’è la parte in cui questo valore va perduto. Purtroppo, noi italiani siamo più bravi a produrre uva e vinificarla che nelle strategie di mercato e comunicazione e dunque la bocca non ha un bel sorriso, bensì una

Taste of Italy Expo

Taste of Italy Expo

smorfia perché al consumatore non riusciamo a portare la stessa percezione di valore che abbiamo fabbricato nella vigna.
Brutto ma vero.
Anche se in questo momento le condizioni per giocare una partita vincente ci sono: i consumatori millennials che hanno trent’anni o giù di li, amano il piccolo e diverso, per cui la parcellizzazione del vino italiano in migliaia di etichette cessa di essere un problema e diventa un’opportunità come ha giustamente osservato Domenico Zonin Presidente Unione Italiana Vini.

Il racconto di un miracolo di vino: Cantine aperte

Ecco come inventai l’evento che ha portato al successo il turismo del vino in Italia: 9 maggio 1993 operazione “Cantine aperte”

Cantine aperte Montalcino Casato Prime Donne

Cantine aperte Donatella Cinelli Colombini al Casato Prime Donne

E’ una storia quasi incredibile con una sequenza di colpi di fortuna che capitano una volta nella vita.

L’antefatto a Cantine aperte è un’indagine effettuata fra i soci VIDE – Viticultori Italiani di Eccellenza – associazione di cantine di alto profilo che mi aveva chiesto un’azione di PR senza un budget di investimenti, una cosa che richiede quasi la bacchetta magica.

Inventai un questionario e lo feci riempire ai visitatori delle aziende VIDE. Con mia sorpresa scoprii che era la prima indagine mai effettuata in Italia sui turisti del vino. Dopo averlo elaborato non sapevo però come interpretarlo e, con la mia consueta faccia di bronzo, telefonai all’Università Bocconi, il più reputato ateneo di economia in Italia.  Secondo colpo di fortuna, l’incontro con la Professoressa Magda Antonioli Corigliano che letteralmente si innamorò dell’argomento e tirò fuori, dai miei dati, il primo identikit dei turisti del vino.