Il vino, la fortuna e la scaramanzia
Esistono dei vini che portano fortuna o almeno dei comportamenti scaramantici riguardanti il vino? Si ci sono e non solo in Italia
Di Donatella Cinelli Colombini
Il vino, la fortuna e la scaramanzia. La cosa certa, quella che tutti conoscono, è l’esistenza di comportamenti anti iella che riguardano il vino: soprattutto, porta male, versare il vino con la mano sinistra “alla traditora” come fece Giuda nell’ultima cena. In certe regioni meridionali è considerato persino offensivo.
Anche versare il vino con la mano rivolta verso il basso è sconveniente. Il connotato negativo di questo gesto nasce tanti secoli fa quando, nelle corti, i sicari uccidevano con il veleno nascosto dentro l’anello. Allora facevano cadere la polvere assassina nel bicchiere girando verso il basso la mano che versava il vino.
Ci sono invece gesti che portano fortuna come quello di rovesciare qualche goccia di vino, durante un brindisi augurale, intingerci le dita e toccarsi dietro le orecchie. E’ un rito che dovrebbe far diventare ricchi.
Ma le tradizioni che legano il vino alla fortuna non sono solo italiane: in Spagna è tradizione (dal 1909) mangiare 12 chicchi d’uva gli ultimi 12 secondi dell’anno, uno dietro l’altro in modo da cominciare il nuovo millesimo con la bocca piena d’uva. Questo dovrebbe portare prosperità nei 12 mesi successivi, se non si rimane strozzati subito. Un altro rito propiziatorio legato al capodanno arriva dalla Germania. Allo scadere della mezzanotte bisognerebbe essere travestiti, mangiare dolcetti a forma di maiale di marzapane rosa e bere Feuerzangenbowle, una bevanda fatta di vino rosso, spezie, bucce d’arancia e rum.