Cantine turistiche cambiano dopo il covid 1
4 le principali novità e 4 parole chiave: esperienza, digitale, cambio di target e ambientalismo. Primo punto l’offerta enoturistica fotocopia deve finire
Di Donatella Cinelli Colombini
Tante novità in parte già evidenti e, in certi casi, appena visibili, che tuttavia richiedono un immediato adeguamento dell’offerta enoturistica da parte di chi vuole riconquistare i flussi e il successo che aveva prima del covid.
CAMBIARE L’ACCOGLIENZA TURISTICA PER TORNARE AL SUCCESSO
L’alternativa, per chi non cambia, è apparire come qualcosa di vecchio, “déjà vu” e non più adeguato rispetto ad un visitatore che esce dalla pandemia profondamente diverso: ha un nuovo profilo, nuovi bisogni, nuovi modi per cercare e prenotare le visite in cantina.
Sotto molti aspetti quello che, per le cantine turistiche, oggi appare immediatamente necessario, era già una tendenza a cui dare una risposta prima del covid; l’epidemia ha solo accelerato in pochi mesi l’evoluzione della domanda che sarebbe comunque avvenuta in cinque o dieci anni. La difficoltà di adeguarsi a questo scenario modificato, nasce dalla crisi che il coronavirus ha creato nelle cantine sotto forma di difficoltà commerciali. Una problematica forte soprattutto nelle piccole imprese e in quelle distribuite principalmente nell’HORECA.
Altro elemento critico è il turismo che colpisce le imprese del vino sotto più aspetti: nella vendita diretta e nel sottoutilizzo delle strutture di ristorazione e pernottamento costruite negli ultimi trent’anni come integrazione dei redditi agricoli o come complemento alla propria impresa.
Un quadro complicato che tuttavia va affrontato con coraggio e tempestività cercando di mediare fra le esigenze del target enoturistico attuale, costituito soprattutto da italiani, e quello futuro che, come tutti speriamo, avrà un carattere più internazionale, a somiglianza di com’era prima del 2020.
Dividerò l’argomento in 4 capitoletti: noia e scoperta come cambia l’offerta enoturistica, innovazione e last minute come cambia la ricerca delle cantine, donne e enoturisti per caso come cambia il target, ambiente e overtourism come cambiano i valori.
NOIA E SCOPERTA, COME CAMBIA L’OFFERTA ENOTURISTICA
Le cantine italiane aperte al pubblico erano 25 nel 1993 e quasi trent’anni dopo sono diventate 30.000. Questo ha originato un’assoluta necessità di differenziarsi, infatti se le prime 25 aziende potevano soddisfare i visitatori spiegando i processi produttivi e offrendo un assaggio del proprio vino, un’offerta simile apparirebbe noiosa e poco attraente, nelle condizioni attuali.
Ma purtroppo proprio così che si è configurata l’offerta enoturistica, come una fotocopia. La stragrande maggioranza delle cantine turistiche propone la stessa visita standard e questo ha diffuso la convinzione che <<uffa, sono tutte uguali>> spingendo più di un turista con propensione enogastronomica a scegliere l’escursione nell’ovile delle pecore con caseificio, invece di un tour fra le botti.