Le Donne del vino vogliono più abbinamenti
Le Donne del vino puntano sugli abbinamenti: scegliere il vino con il cibo, introdurre gli abbinamenti nei menù e proporli in sala con il servizio al bicchiere
Di Donatella Cinelli Colombini
Portopiccolo Sistiana – 8 luglio- le Donne del vino fanno assaggiare 150 etichette di tutta Italia <<è la più grande degustazione al femminile mai realizzata>> ho detto alla Governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchianti che ha partecipato al taglio del nastro insieme alla madrina la scrittrice Sveva Casati Modignani.
Abbinamenti – questa è la parola d’ordine che esce dalla kermesse di Portopiccolo voluta dalla delegata friulana delle Donne del Vino Cristiana Cirielli, nello splendido centro turistico, dove 77 Donne del vino di tutta Italia hanno presentato le loro etichette di ogni regione, in una spettacolare degustazione nel Pavillon vicino al lungomare.
Il convegno <<la vite è donna>> riguardava maitre e sommelier e mi ha permesso di lanciare due proposte che rispecchiano il pragmatismo femminile nel rapporto col vino: introdurre gli abbinamenti nei menù accanto ai piatti tipici in modo da illustrare il territorio e proporli in sala con il servizio nel vino al bicchiere puntando con decisione sui giusti accoppiamenti dei sapori. Del resto, come ha detto Gianluca Castello <<i sommelier italiani sono i più bravi nel costruire gli abbinamenti, sono ricercati in tutto il mondo proprio per questa loro capacità>>. Un’arte che ha origini antiche, ha raccontato Pia Donata Berlucchi soffermandosi sulla parola sommelier insieme a Rossana Bettini Illy. Il termine nasce in Francia, in epoca napoleonica e deriva dal trasporto del vino legato alle some cioè liée. Da New York Lidia Bastianich è intervenuta <<anche qui ci sono donne sommelier e sono bravissime, ma la strada da fare è ancora lunga>>