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Storia e leggenda del Chianti

Pochi territori hanno lo stesso mito del Chianti. E’ una delle 10 parole italiane più conosciute nel mondo e ha una storia nobile come tutti i grandi vini

 

Chianti Classico Revolution indosso a Sara e Diletta

Chianti Classico Revolution indosso a Sara e Diletta

Di Donatella Cinelli Colombini

Il Chianti, un territorio di boschi, castelli e borghi fortificati con un passato guerriero di contese fra Siena e Firenze. Le due ricche città di banchieri che, nel medioevo, prestavano denaro a re e papi avevano qui le loro vigne migliori come ci mostra l’affresco con “Gli effetti del buono e cattivo governo” dipinto da Ambrogio Lorenzetti nel 1337-9 nel Palazzo Pubblico della città del Palio. Le colline del Chianti sono quasi coperte di vigne “fitte” cioè senza altre colture a intercalare i filari. Un esplicito segno della vocazione di quel terreno nella produzione del vino.

Chianti-Rocca di Staggia SI IMG_7456

Chianti-Rocca di Staggia

Un territorio in cui c’erano briganti ma anche corti quasi principesche come (nel XII secolo) la rocca di Staggia oppure conventi come Abbadia Isola poco distante da Monteriggioni, che aveva una cantina, dove ancor oggi è possibile vedere un tino da vinificazione in muratura.

Non vorrei deludervi, ma il vino migliore di quel territorio era originariamente bianco, anche se prodotto da uve a bacca rossa.  Come ci ha spiegato lo storico  Gianfranco Pasquali <<fino al XII secolo il vino importante era solo bianco, come in epoca romana. L’uva veniva prima torchiata e poi fatta fermentare . I contadini invece vinificavano le uve rosse con le loro bucce in modo da ottenere prima il vino e poi il “vinello” facendo rifermentare le vinacce con l’acqua. Sono nel XIII-XIV secolo si diffuse la vinificazione in rosso grazie alla scoperta del processo che permetteva di ottenere rossi più gradevoli>>.

 

Chianti Classico ma non troppo

Il Chianti Classico , vino rosso della Toscana tra i più famosi, non è poi così “classico” anzi, quest’anno 300 candeline per lui ma in realtà è una Docg giovane e alla moda

Di Sara Mazzeschi

Chianti Classico Collection 2016

Chianti Classico Collection 2016

Lo scorso febbraio  si è svolta a FirenzeChianti Classico Collection”, presentazione delle nuove annate ed occasione per festeggiare un  compleanno importante, 300°annivesario dall’emanazione del bando di Cosimo III de Medici che fissò, per la prima volta nella storia, i confini delle zone di produzione del Chianti. Aveva capito l’importanza di tutelare un vino che secoli dopo sarebbe diventato il Chianti Classico e per questo creò anche delle Congregazioni di Vigilanza, veri e propri antenati dei Consorzi che oggi controllano e promuovono le denominazioni.  Nel 1932 viene

Mappa Chianti Classico

Mappa Chianti Classico

aggiunto il suffisso “classico” proprio per distinguere  quei Comuni, tra Siena e Firenze, delimitati nel 1716 da Granduca di Toscana.

Il Consorzio del Chianti Classico è prodotto oggi con uve Sangiovese  per almeno l’80%, nel restante 20% possono andare altri vitigni a bacca rossa – dal 2006 sono state vietate uve bianche – sia autoctoni come Canaiolo o Colorino sia internazionali come Merlot e Cabernet.  La produzione media annua si aggira sui 270 mila ettolitri che in termini di bottiglie equivale a circa 35 milioni, vendute in oltre 100 Paesi.  Questo vino ha caratteri simili a quelli del Chianti ma più eleganti e raffinati, i profumi che lo contraddistinguono richiamano giaggiolo, mammola e frutti di bosco, grazie poi ad un affinamento in legno di minimo 11 mesi (24 per la Riserva), note speziate e balsamiche rendono il rosso toscano particolarmente complesso ed armonico.