Ciao Daniel e grazie
Daniel Thomases ci ha lasciato questa mattina. Grandissimo assaggiatore del vino italiano ne è stato un portabandiera competente e appassionato
di Donatella Cinelli Colombini
Mi mancheranno le sue risate, l’accento americano del suo italiano – fiorentino, il suo parlare sotto voce che poi salivano di tono
all’improvviso quando si arrabbiava.
Daniel Thomases era, come Gino Veronelli, un uomo di enorme cultura con la passione per la terra e i vignaioli. Daniel si era laureato in lettere a Harvard, l’università che ha sfornato 75 vincitori di Premi Nobel, e insegna soprattutto a pensare con profondità, un’attitudine che poi resta per sempre. Per questo, arrivando in Italia, Daniel si è avvicinato al grande Gino e come lui ha mescolato cultura e coltura ma anche fermezza nelle convinzioni, arrabbiature esplosive e giocondità goliardica nel raccontare gli aneddoti.
DANIEL THOMASES GRANDE PALADINO DEL VINO ITALIANO NEL MONDO
La sua capacità di volare alto per poi fermarsi a guardare i particolari da vicino hanno fatto di Daniel Thomases un interprete molto particolare dell’enologia italiana. Con punti di vista suoi, un impegno fortissimo sul lavoro. E’ stato corrispondente in Italia per Wine Spectator, per International Wine Cellar e per Wine Advocate. Hugh Johnson gli affidò il capitolo sui Vini d’Italia nel suo Pocket Wine Book. Per oltre trent’anni è stato fra i curatori della Guida Veronelli.