Ricatti e truffe on line: altro che privacy
I pirati informatici mandano virus, si appropriano dei contatti e chiedono soldi ….. le truffe on line si moltiplicano ma la minaccia non si ferma qui
Di Donatella Cinelli Colombini
Quasi giornalmente ricevo una e-mail da qualcuno che si dichiara Studio Legale xxx oppure ha emesso una fattura rimasta in sospeso e mi chiede di aprire un allegato o di cliccare su -Nota disponibile qui- , operazione che presumibilmente aziona un virus. Un paio d’anni fa uno dei miei collaboratori aprì un allegato di questo tipo e dopo pochi secondi il suo computer si annerì ma comparve una richiesta economica.
A quell’epoca ci cascarono in tanti ma ormai il trabocchetto è ben noto.
Visto che queste truffe on line non funzionano più, i pirati informatici mettono in atto un altro trabocchetto: una e-mail che sembra la mia e arriva a una persona con cui sono in contatto (recentemente all’amministrazione dell’azienda e alla tesoriera delle Donne
del Vino), chiedendo di fare un pagamento ingente su un conto estero. Lo scorso anno, a seguito di un episodio simile, cercammo di reagire facendo una denuncia ai Carabinieri, che non dette alcun risultato, e i truffatori si sono rifatti vivi.
Questi hacker sono particolarmente agguerriti e non si danno per vinti, tentando con un nuovo sistema. Qualche giorno fa mio marito Carlo Gardini, e di seguito io, riceviamo un messaggio da tale Frants Dumas lcbronnyqrz@outlook.com che chiede 3000$ in Bitcoin per non diffondere immagini pornografiche alle persone in contatto con noi.